"Passeggiare per conoscere, sensibilizzare per donare": successo per l'iniziativa nel fine settimana

Ad organizzarla l'Associazione Panathlon, l'AVIS e Coldiretti

martedì 11 ottobre 2022
A cura di Verdiana Mastrofilippo
"Passeggiare significa stare nelle comunità, mentre donare significa avere sempre gli altri come punto di riferimento": potrebbe essere in queste parole dell'avv. Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute, società pubblica italiana che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia, la stella polare della giornata di domenica 9 ottobre e dell'iniziativa "Alla scoperta del territorio attraverso la cultura e il benessere".

La manifestazione si inserisce dentro una serie di eventi riconducibili alla Settimana Europea dello Sport, momento di sensibilizzazione collocato tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre, finalizzato a promuovere lo sport, gli stili di vita sani e attivi e il benessere fisico e mentale dei cittadini della Comunità Europea.
A Molfetta la Settimana Europea dello Sport ha visto gli sforzi congiunti dell'Associazione Panathlon, presieduta dall'avv. Pasquale de Palma, e dell'AVIS, presieduta da Giacomo Giancaspro, che hanno patrocinato assieme alla Coldiretti sez. Molfetta la manifestazione di domenica 9, a cui ha partecipato anche l'ex cestista e dirigente sportivo Giacomo Galanda. Per l'occasione, l'AVIS non ha mancato di promuovere il dono del sangue come atto di generosità verso gli altri che ora più che mai diventa qualcosa di necessario, viste le endemiche scarsità di sacche ematiche anche per effettuare interventi chirurgici o per affrontare il decorso di incidenti stradali.
Complice anche la bellissima giornata di sole, molti avventori anche con cani e bambini al seguito hanno risposto alla chiamata di trascorrere una domenica diversa, immersi nella natura dell'agro molfettese, per conoscere un territorio che, sebbene sia quello che ci accomuna da tutta la vita, non cessa di stupire e nascondere sorprese.

Una di queste è il Casale di Zappino, meta finale di una passeggiata di poco più di 4 km per un'allegra e variegata carovana di persone a piedi partiti dal parcheggio del centro commerciale Mongolfiera: a raccontare la storia dell'antico caseggiato ci ha pensato il professore di Storia Moderna all'Università di Bari, Angelantonio Spagnoletti, che ha ricostruito l'origine di questo come di altri casali sparsi nel tavoliere.
La loro nascita si deve ad un periodo in cui gli insediamenti umani non si collocavano solo dentro le città, ma erano piuttosto disseminati nelle campagne che fornivano sostentamento ai centri urbani, coltivando e trasformando le materie prime: per questo motivo molti casali sono caratterizzati dalla presenza per esempio di rudimentali frantoi o magazzini.

Quando però le campagne divennero terreno di scorribanda per le invasioni di popoli come i normanni o i saraceni, i casali furono progressivamente svuotati, affidati solo a poche famiglie che tenacemente continuavano a praticare l'agricoltura, rifornendo le città. La campagna molfettese continua a portare le tracce di questa storia ancestrale poco conosciuta, ma miliare per narrare le vicende del territorio: sono figlie di questa storia le torri che abbondano nell'agro molfettese, ma anche ceppi confinari che con le lettera B e M indicano il confine tra Molfetta e Bisceglie e appunto i casali. Altre tracce, invece, sono state inglobate in capannoni aziendali come nel caso della Turris Furcata, antico luogo di impiccagione di banditi e briganti, adesso demolita e sparita alla vista.
Se la relazione del prof. Spagnoletti ha guidato coloro che erano intervenuti nel mondo rarefatto del passato e delle antiche vestigia storiche di Molfetta, è spettato poi alla dott. Giovanna Giallongo, specialista in Nutrizione clinica, riportare gli avventori al presente ma anche al futuro: è questa del resto la sfida dell'epigenetica, scienza che studia i condizionamenti subiti dal nostro genoma a causa dell'ambiente.
Tra questi condizionamenti, la parte del leone viene svolta dall'alimentazione che, quando è sana e bilanciata, può essere una buona strategia di prevenzione delle malattie, ma anche un modo per controllare i sintomi e per puntellare le terapie per patologie già in atto. Da limitare sono quindi i carboidrati più complessi e le carni che hanno un alto tasso di infiammazione per i tessuti corporei, preferendo grani antichi delle proprie terre d'origine come quello denominato del Senatore Cappelli, e naturalmente verdure, meglio se di stagione e coltivate in loco, in modo da poterne garantire la maturazione per il momento del consumo.

Autentico elisir in questo senso è la cicoria catalogna, la cosiddetta cicoria puntarelle, tipica del nostro territorio, il cui sapore amarognolo è garanzia di disintossicazione e purificazione per il nostro organismo.
È stata proprio la cicoria puntarelle, per cui i produttori molfettesi stanno cercando di ottenere il riconoscimento IGP, a fare da chiusura all'iniziativa. Il presidente della Coldiretti Molfetta, Mauro de Ruvo, infatti ha voluto omaggiare i partecipanti con un piccolo pacco dono di frutti delle terre locali, tra cui appunto accanto a clementini primizie, mele e zucchine con fiore, le cicorie svettavano con le loro caratteristiche e allungate foglie verdi e cespi bianchi, a ideale suggello di una giornata all'insegna della natura, del benessere e della cura di sé.
Passeggiare per conoscere, sensibilizzare per donare
Passeggiare per conoscere, sensibilizzare per donare
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