Pasquale Mancini: «Il sindaco ponga fine rapidamente alla verifica»
Il consigliere comunale di NOI: «Ogni rinvio tradimento al mandato politico della città»
martedì 19 gennaio 2021
10.00
«Chiedo ad alta voce al Sindaco, cui l'ho già chiesto decine di volte senza essere ascoltato, di porre fine a questa verifica rapidamente o di prendere atto che non c'è modo di farlo».
Pasquale Mancini, ex assessore della giunta Minervini ed ex referente di "Noi - Nuove Officine delle Idee" con cui comunque siede in Consiglio Comunale, rompe il silenzio caduto da alcuni giorni sulla verifica politico amministrativa che a Molfetta dovrebbe conclamare la nomina della nuova giunta.
«I tempi della "verifica" comunale cominciano ad assumere forme grottesche», afferma il consigliere comunale che annuncia anche la possibilità di un nuovo slittamento di una settimana per conoscere i componenti dell'esecutivo cittadino.
Secondo le indiscrezioni, la decisione del Sindaco Minervini avrebbe dovuto essere comunicata ieri quando, invece, c'è stata una ennesima riunione di maggioranza. Nel frattempo, tuttavia, già da giorni gli attuali assessori sono stati informati circa il rimpasto e stanno lavorando esclusivamente su questione di ordinaria amministrazione.
Mancini, che in città sta affrontando l'emergenza Covid in quanto delegato dallo stesso Minervini, sottolinea come «La città ha bisogno di un indirizzo forte che le indichi la strada per uscire dalle secche e affrontare l'emergenza sanitaria ed economica. Abbiamo bisogno di piano strategici, interventi al di fuori della confort zone delle opere pubbliche su cui questa amministrazione ha già vissuto per tre anni e mezzo, abbiamo bisogno di costruire idee, dialoghi, futuro».
«Ci serve una svolta, un cambio di passo, e insieme il racconto, la narrazione, un fil rouge che faccia capire ai cittadini perché e per cosa si effettuano le scelte, si investe denaro pubblico, si sottoscrivono finanziamenti. Ogni rinvio, ogni giorno senza agire politicamente è un tradimento del mandato popolare, a Molfetta come in Città Metropolitana, a Bari come al Governo. Ogni minuto passato bullonati alla sedia a rinviare decisioni peserà sulle spalle dei cittadini e sulla dignità politica e personale di ognuno di noi», conclude Mancini.
Pasquale Mancini, ex assessore della giunta Minervini ed ex referente di "Noi - Nuove Officine delle Idee" con cui comunque siede in Consiglio Comunale, rompe il silenzio caduto da alcuni giorni sulla verifica politico amministrativa che a Molfetta dovrebbe conclamare la nomina della nuova giunta.
«I tempi della "verifica" comunale cominciano ad assumere forme grottesche», afferma il consigliere comunale che annuncia anche la possibilità di un nuovo slittamento di una settimana per conoscere i componenti dell'esecutivo cittadino.
Secondo le indiscrezioni, la decisione del Sindaco Minervini avrebbe dovuto essere comunicata ieri quando, invece, c'è stata una ennesima riunione di maggioranza. Nel frattempo, tuttavia, già da giorni gli attuali assessori sono stati informati circa il rimpasto e stanno lavorando esclusivamente su questione di ordinaria amministrazione.
Mancini, che in città sta affrontando l'emergenza Covid in quanto delegato dallo stesso Minervini, sottolinea come «La città ha bisogno di un indirizzo forte che le indichi la strada per uscire dalle secche e affrontare l'emergenza sanitaria ed economica. Abbiamo bisogno di piano strategici, interventi al di fuori della confort zone delle opere pubbliche su cui questa amministrazione ha già vissuto per tre anni e mezzo, abbiamo bisogno di costruire idee, dialoghi, futuro».
«Ci serve una svolta, un cambio di passo, e insieme il racconto, la narrazione, un fil rouge che faccia capire ai cittadini perché e per cosa si effettuano le scelte, si investe denaro pubblico, si sottoscrivono finanziamenti. Ogni rinvio, ogni giorno senza agire politicamente è un tradimento del mandato popolare, a Molfetta come in Città Metropolitana, a Bari come al Governo. Ogni minuto passato bullonati alla sedia a rinviare decisioni peserà sulle spalle dei cittadini e sulla dignità politica e personale di ognuno di noi», conclude Mancini.