Partito della sinistra: dalla Cosmopolitica ai Cosmodanni
Il nuovo partito della sinistra spacca la sinistra locale?
martedì 1 marzo 2016
18.22
La situazione politica degli ultimi giorni è stata segnata da questi due avvenimenti cruciali: la nascita di Sinistra italiana all'evento Cosmopolitica, che ha dato il via alla formazione del nuovo partito della sinistra tra ex Pd e Sel, e la reazione con cui Piero de Nicolo, Roberto la Grasta e altri piddìni di lungo corso hanno risposto a chi prendeva le distanze dal Partito Democratico.
"Faccio parte di un centro sinistra biodiverso e anche forse in via di estinzione" ha dichiarato Paola Natalicchio. Una presa di distanza netta dal Partito Democratico (attuale) che al quartier generale dei dem non è piaciuta. In poche ore si è passati dalla "biodiversità" alla polemica social.
Che la calma apparente di questi giorni tra il sindaco di Molfetta e il Partito Democratico fosse falsa come una moneta di stagno lo si sapeva, che una semplice dichiarazione potesse divenire il pretesto per aprire un botta e risposta mediatico così acido no. Insomma, interpretando il messaggio del sindaco, questa sinistra quindi (quella Pd), oscilla tra le larghe intese e il renzismo come un relitto alla deriva, senza avere apparentemente più nulla da dire. Questa semplice catena sillogistica, nel tempo delle larghe intese (e di quella che secondo de Nicolo porterà a #CosmoDanni) racconta due cose: che a destra e a sinistra, a parte qualche impercettibile variazione di microclima misurabile solo con il microscopio elettronico, da un pugno di addetti ai lavori, non si escludono terremoti o moti di piazza, che potrebbero portare ad una nuova "crisi" d'identità. Ma nei fatti si esce dall'epilessia per entrare nella narcosi e nella catalessi.
La guerra per la successione a destra è più noiosa di una tempesta in un piatto di brodo. La lotta per la successione, a sinistra, diventa un semplice problema di rapporto tra la vecchia e la nuova sinistra, che deve trovare un punto di equilibrio per provare ad andare avanti fino al 2018. I dem, dal canto loro, rivendicano le larghe intese giocandosi la "carta" dell'Assise Comunale dove un consigliere di opposizione ha fatto da stampella all'amministrazione Natalicchio vista la moria di numeri. Quello della Natalicchio è stato l'ennesimo (e non il primo) zuccherino offerto ad un popolo di elettori sconcertati dal renzismo. Dovremmo augurarci che dal Pd qualcuno non faccia di nuovo saltare il tavolo dopo la quiete di facciata. Altrimenti vivremo l'ennesima tragedia, gli ennesimi cosmodanni.
"Faccio parte di un centro sinistra biodiverso e anche forse in via di estinzione" ha dichiarato Paola Natalicchio. Una presa di distanza netta dal Partito Democratico (attuale) che al quartier generale dei dem non è piaciuta. In poche ore si è passati dalla "biodiversità" alla polemica social.
Che la calma apparente di questi giorni tra il sindaco di Molfetta e il Partito Democratico fosse falsa come una moneta di stagno lo si sapeva, che una semplice dichiarazione potesse divenire il pretesto per aprire un botta e risposta mediatico così acido no. Insomma, interpretando il messaggio del sindaco, questa sinistra quindi (quella Pd), oscilla tra le larghe intese e il renzismo come un relitto alla deriva, senza avere apparentemente più nulla da dire. Questa semplice catena sillogistica, nel tempo delle larghe intese (e di quella che secondo de Nicolo porterà a #CosmoDanni) racconta due cose: che a destra e a sinistra, a parte qualche impercettibile variazione di microclima misurabile solo con il microscopio elettronico, da un pugno di addetti ai lavori, non si escludono terremoti o moti di piazza, che potrebbero portare ad una nuova "crisi" d'identità. Ma nei fatti si esce dall'epilessia per entrare nella narcosi e nella catalessi.
La guerra per la successione a destra è più noiosa di una tempesta in un piatto di brodo. La lotta per la successione, a sinistra, diventa un semplice problema di rapporto tra la vecchia e la nuova sinistra, che deve trovare un punto di equilibrio per provare ad andare avanti fino al 2018. I dem, dal canto loro, rivendicano le larghe intese giocandosi la "carta" dell'Assise Comunale dove un consigliere di opposizione ha fatto da stampella all'amministrazione Natalicchio vista la moria di numeri. Quello della Natalicchio è stato l'ennesimo (e non il primo) zuccherino offerto ad un popolo di elettori sconcertati dal renzismo. Dovremmo augurarci che dal Pd qualcuno non faccia di nuovo saltare il tavolo dopo la quiete di facciata. Altrimenti vivremo l'ennesima tragedia, gli ennesimi cosmodanni.