Parere favorevole per lo stato di emergenza e calamità naturale
Voto unanime del Consiglio regionale sulla mozione del Pd
venerdì 22 luglio 2016
14.19
I membri del Consiglio della Regione Puglia si sono espressi all'unanimità a favore del riconoscimento dello stato di emergenza e calamità naturale per le zone colpite dal nubifragio dello scorso sabato, tra cui la zona Asi di Molfetta.
Adesso la parola passa alla Giunta che dovrà vagliare la proposta e valutare se ci sono gli estremi per chiedere al Governo di stanziare i fondi necessari per rimettere in sicurezza le strutture e riattivare la produzione, in questi giorni del tutto bloccata.
La mozione era stata presentata dai consiglieri del Partito Democratico Ruggero Mennea, Michele Mazzarano, Marco Lacarra, Raffaele Piemontese e Paolo Campo.
«Queste misure sono necessarie e urgenti perché, quello che è accaduto ad esempio nella zona industriale di Molfetta, sono solo l'amara conseguenza di una politica del mattone che per troppi anni ha sfidato le leggi della natura, teorizzando che non c'era alcun pericolo nel costruire nelle lame, contestando le precauzioni dell'autorità di bacino per piazzare nel letto della lama capannoni e cemento. Teorie che hanno mostrato il loro volto tragico e pagine della nostra storia che bisogna chiudere una volta per tutte», ha affermato Guglielmo Minervini nei giorni scorsi autore di una interrogazione in Consiglio.
Adesso la parola passa alla Giunta che dovrà vagliare la proposta e valutare se ci sono gli estremi per chiedere al Governo di stanziare i fondi necessari per rimettere in sicurezza le strutture e riattivare la produzione, in questi giorni del tutto bloccata.
La mozione era stata presentata dai consiglieri del Partito Democratico Ruggero Mennea, Michele Mazzarano, Marco Lacarra, Raffaele Piemontese e Paolo Campo.
«Queste misure sono necessarie e urgenti perché, quello che è accaduto ad esempio nella zona industriale di Molfetta, sono solo l'amara conseguenza di una politica del mattone che per troppi anni ha sfidato le leggi della natura, teorizzando che non c'era alcun pericolo nel costruire nelle lame, contestando le precauzioni dell'autorità di bacino per piazzare nel letto della lama capannoni e cemento. Teorie che hanno mostrato il loro volto tragico e pagine della nostra storia che bisogna chiudere una volta per tutte», ha affermato Guglielmo Minervini nei giorni scorsi autore di una interrogazione in Consiglio.