Papà, Mamma e Gender. La scrittrice Michela Marzano ospite a Molfetta
Presenta l'ultimo suo libro
mercoledì 13 gennaio 2016
Sarà a Molfetta, venerdì 15 gennaio, alle ore 18.30 presso la Sala Carnicella, in Piazza Municipio, la scrittrice e filosofa Michela Marzano. Nell'occasione presenterà il suo ultimo lavoro intitolato: "Papà, Mamma e Gender". Il libro affronta con competenza e profondità di analisi, il tema dell'educazione al rispetto delle differenze di genere. In esso la scrittrice afferma che: "Non è vero che ogni madre ama subito, immediatamente, istintivamente e che quest'amore è normale, naturale, ovvio, radicale, assoluto. Esattamente come non è vero che esiste un «istinto materno» che è sempre lì, a disposizione di ogni donna, e che basta seguire il mondo come va per rendersene conto".
L'opera nasce da una considerazione – la profonda spaccatura tra due visioni della società e dall'analisi di una paura: quella della deviazione della prole a partire dall'educazione. Michela Marzano, insegnante universitaria a Parigi, deputata del Pd e donna eterosessuale e cattolica, parte da una considerazione complessiva: quanto c'è di vero dietro la campagna montata sul cosiddetto "gender"? «Lottare contro le discriminazioni» si legge nel libro «significa innanzi tutto smetterla di pensare che esista un orientamento sessuale "buono" e un orientamento sessuale "cattivo"». Le sessualità non normative, in altri termini, non vanno "sdoganate": più semplicemente, vanno riconosciute. Si affronta il delicato argomento sulle discriminazioni a scuola.
Le discriminazioni e la violenza contro le donne, gli omosessuali e le persone transessuali. Michela Marzano come sempre non esita a mettersi in gioco direttamente, raccontando se stessa e identificandosi nell'esperienza di chi ha vissuto da vittima innocente il dramma dell'esclusione. Nel libro dalla lettura scorrevole, e densa di stimoli intellettuali – le tematiche della pluralità delle famiglie, del rispetto della diversità, della violenza insita negli stereotipi di genere: quelle gabbie mentali, per fare due soli esempi, che ci suggeriscono in modo acritico che una ragazza non potrà mai fare il camionista (perché è cosa da uomini) e che per un ragazzo è sconveniente prendere lezioni di danza, se vuole mantenere integra la sua mascolinità. Stereotipi che poi inducono il "maschio" a considerare la donna non soggetto dotato di autonomia esistenziale, ma soggetto destinato al possesso. Il suo. E ciò va evitato, in una società che vuole essere pienamente egualitaria.
Affronta, ancora, la differenza tra "identità" e "uguaglianza". Volere un'educazione di genere, basata sul rispetto tra ragazzi e ragazze e sull'accoglienza delle diversità, anche sessuali, non significa voler abbattere l'identità di cui siamo portatori e portatrici, ma è prendere posizione rispetto a valori imprescindibili. Uomo è donna sono sì biologicamente diversi (hanno, cioè, caratteristiche distinte), ma nell'accesso ai diritti sono uguali. La Marzano non è mai assoluta, perentoria. Si fa molte domande, nel suo libro e le restituisce a noi. Non fornisce soluzioni facili, ma si interroga e ci interroga di fronte a temi cruciali per la società contemporanea. Fino ad arrivare, nel cuore del libro, a una narrazione più privata, intima.
E' il suo punto di forza. Si mette in gioco, Michela Marzano, e lo fa senza paura. E si mette a nudo, con il pudore di chi sa perché ha vissuto. Dopo il tema dell'anoressia, un altro argomento di estrema attualità.
L'opera nasce da una considerazione – la profonda spaccatura tra due visioni della società e dall'analisi di una paura: quella della deviazione della prole a partire dall'educazione. Michela Marzano, insegnante universitaria a Parigi, deputata del Pd e donna eterosessuale e cattolica, parte da una considerazione complessiva: quanto c'è di vero dietro la campagna montata sul cosiddetto "gender"? «Lottare contro le discriminazioni» si legge nel libro «significa innanzi tutto smetterla di pensare che esista un orientamento sessuale "buono" e un orientamento sessuale "cattivo"». Le sessualità non normative, in altri termini, non vanno "sdoganate": più semplicemente, vanno riconosciute. Si affronta il delicato argomento sulle discriminazioni a scuola.
Le discriminazioni e la violenza contro le donne, gli omosessuali e le persone transessuali. Michela Marzano come sempre non esita a mettersi in gioco direttamente, raccontando se stessa e identificandosi nell'esperienza di chi ha vissuto da vittima innocente il dramma dell'esclusione. Nel libro dalla lettura scorrevole, e densa di stimoli intellettuali – le tematiche della pluralità delle famiglie, del rispetto della diversità, della violenza insita negli stereotipi di genere: quelle gabbie mentali, per fare due soli esempi, che ci suggeriscono in modo acritico che una ragazza non potrà mai fare il camionista (perché è cosa da uomini) e che per un ragazzo è sconveniente prendere lezioni di danza, se vuole mantenere integra la sua mascolinità. Stereotipi che poi inducono il "maschio" a considerare la donna non soggetto dotato di autonomia esistenziale, ma soggetto destinato al possesso. Il suo. E ciò va evitato, in una società che vuole essere pienamente egualitaria.
Affronta, ancora, la differenza tra "identità" e "uguaglianza". Volere un'educazione di genere, basata sul rispetto tra ragazzi e ragazze e sull'accoglienza delle diversità, anche sessuali, non significa voler abbattere l'identità di cui siamo portatori e portatrici, ma è prendere posizione rispetto a valori imprescindibili. Uomo è donna sono sì biologicamente diversi (hanno, cioè, caratteristiche distinte), ma nell'accesso ai diritti sono uguali. La Marzano non è mai assoluta, perentoria. Si fa molte domande, nel suo libro e le restituisce a noi. Non fornisce soluzioni facili, ma si interroga e ci interroga di fronte a temi cruciali per la società contemporanea. Fino ad arrivare, nel cuore del libro, a una narrazione più privata, intima.
E' il suo punto di forza. Si mette in gioco, Michela Marzano, e lo fa senza paura. E si mette a nudo, con il pudore di chi sa perché ha vissuto. Dopo il tema dell'anoressia, un altro argomento di estrema attualità.