Papa Francesco in Puglia. Il ricordo della visita a Molfetta
Lo scorso 20 aprile è ormai diventata una data scritta nella storia della città. Ecco i momenti migliori
sabato 7 luglio 2018
2.28
Il Papa torna in Puglia, a Bari per incontrare la Chiesa Cristiana del Medio Oriente e il pensiero non può che andare veloce a qualche mese fa. Non è stato solo un giorno, ma un intenso periodo di progettazione e organizzazione, di studio e preparazione dal punto di vista logistico, della sicurezza, spirituale e psicologico. La visita del Santo Padre a Molfetta lo scorso 20 aprile 2018 ha unito e messo in moto l'intera città, pervasa da un entusiasmo per un evento eccezionale il cui motore primo era uno e uno solo, Don Tonino Bello. L'essenza di quell'uomo in odor di santità non è mai stata così forte e viva a Molfetta come in quell'occasione.
I preparativi – Un piano di sicurezza che ha visto coinvolti e cooperanti l'Amministrazione Comunale assieme a Prefettura, Questura e Gendarmeria Vaticana per garantire che nella zona rossa, quella designata per il palco e il passaggio della papamobile, tutto filasse liscio e senza intoppi. Una zona rossa blindata a cui era possibile accedere attraverso varchi prestabiliti solo muniti di pass. È stato forse in quell'occasione, la sera del 19 aprile, che i molfettesi hanno assaporato e goduto pienamente di Corso Dante, delle Banchine sul porto e della villa completamente sgomberi dalle auto, camminando sullo stesso percorso di Papa Francesco e ammirando il grande palco per la santa messa. Un palco realizzato per l'occasione, a forma circolare, proprio all'incontro di tre vie e con lo sguardo nel punto esatto in cui 25 anni prima si erano celebrati i funerali di Don Tonino e la statua della Madonna dei Martiri a vegliare su tutti.
La nostra rubrica video "In ricordo di Don Tonino"
A 25 anni dalla sua scomparsa per tutti è rimasto e rimarrà per sempre don Tonino e nel solco del suo ricordo, del suo messaggio più che mai vivo e attuale la redazione di MolfettaViva ha voluto ricordare e raccontare il compianto Vescovo attraverso gli occhi e le parole di chi con lui ha condiviso una pagina importane della propria vita, di chi è stato testimone della sua opera, di chi quel messaggio di amore e pace l'ha fatto suo plasmando poi le proprie azioni.L'attesa e la santa messa – Balconi e terrazzi addobbati, festoni lungo il percorso: tutto era focalizzato su quella visita eccezionale e sulla speranza che Sua Santità potesse dare "il grande annuncio", anche se per tutti sarebbe rimasto semplicemente Don Tonino, il nostro Vescovo. Per lui sono giunti in città in tanti, per lui la città si è svegliata prima ancora che sorgesse il sole, cercando di arrivare per primi ai varchi. Un'attesa silenziosa e pacata che non si faceva vincere dalla stanchezza. E poi ecco l'alba, l'accesso alla zona rossa, singoli e gruppi organizzati tra colori, calore, palloncini e bandiere che sventolava tra canti e applausi. Le autorità civili e il clero che prendevano posto, con Monsignor Cornacchia sorridente ma visibilmente emozionato e il sindaco Minervini con la bisaccia dono da porgere a Papa Francesco. L'ora si avvicinava, il Papa lasciava Alessano e in poco tempo atterrava a Cala Sant'Andrea. Un silenzio sovrannaturale ha riempito il porto e tutta la zona rossa esplodendo in emozione al canto di "Un'ala di riserva" con le voci di Felice Spaccavento ed Elvira Zaccagnino che come 25 anni fa salutavano il feretro di Don Tonino. Infine il rapido giro della papamobile e l'elicottero che decolla lasciando la città mentre la gioia permane e nasce la consapevolezza di aver vissuto un pezzo di storia.
I numeri dell'evento – 47.000 presenze, questo il dato definitivo, tra cui 5.000 bambini, 1.000 portatori di handicap. Ed ancora 700 volontari della Protezione Civile e Sanità, 300 volontari della Diocesi per l'accoglienza, 58 squadre di vigilanza ai parcheggi e alle zone esterne con operatori multiservizi e 30 operatori servizi civici, 100 stuart ai varchi, 33 presidi medici attrezzati, 29 vescovi, 400 sacerdoti, 200 religiosi, 250 studenti del Seminario Regionale e della Facoltà Teologica, 300 volontari del laicato. Senza tralasciare tutte le associazioni cittadine e non solo, ma soprattutto le Forze dell'Ordine e tutta la macchina organizzativa del Comune di Molfetta, Prefettura, Questura e della Santa Sede. Tutti numeri che Molfetta non aveva certamente mai visto e ma che per un giorno le sono appartenuti dal primo all'ultimo.
Cosa resta? – Ricordi ed emozioni allo stato puro, l'impressione di un sole primaverile benevolo e più sorridente del solito. Resta l'unione nel nome di Don Tonino, una fratellanza riscoperta e ritrovata in una città che almeno per una volta sembrava uscita fuori da un sogno, una bella utopia da perseguire ogni giorno. Resta l'orgoglio di aver accolto un Vescovo come lui, un uomo di una pasta fuori dal comune da prendere come fonte di ispirazione, ma non solo a parole, servono i fatti. Resta il rimpianto misto a curiosità dei più giovani per non averlo conosciuto, mentre si rincorrono gli aneddoti e le testimonianze per sentirlo ancor più vicino. Resta la consapevolezza che nel nome di Don Tonino possono sempre accadere grandi cose.
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