Papa Francesco e la Madonna dei Martiri:l'omaggio del Pontefice alla Patrona
Donata una rosa d'oro creata con gli ex voto
domenica 22 aprile 2018
2.06
Papa Francesco per Molfetta è ormai storia, come Molfetta entra nella storia di un pontefice "diverso", comune, così vicino alla gente tanto quanto la gente ha bisogno di avere accanto una Chiesa moderna e capace di trarre sostentamento dalle singole storie di ognuno di noi.
Tutto questo nel nome di Don Tonino Bello, che per oltre dieci anni alla guida della Diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi, ha saputo prendere per mano un terra ricca di storia, cultura e voglia di crescere.
Qualche mese fa, dopo l'ufficializzazione della visita del Santo Padre, avevamo provato ad andare oltre, raccontando un'altra storia, quella di una Molfetta devota alla Madonna dei Martiri, il cui manto rappresenta un ponte sul mondo, nel quale migliaia di molfettesi vivono fisicamente una vita parallela. Anche oggi quella Madonna dei Martiri era lì, alla destra di Papa Francesco, con lo sguardo rivolto al mare e soprattutto ai tanti fedeli che quotidianamente le rivolgono preghiere e pensieri. Ed è proprio lì che fortemente ha voluto averla Papa Francesco, la cui cultura mariana è nota a tutti. Una volta salito sul palco preparato per la celebrazione eucaristica, è proprio alla Madonna dei Martiri che ha rivolto il suo primo pensiero, inchinandosi e raccogliendosi in preghiera dinanzi ad una folla di fedeli che lo acclamavano e al tempo stesso lo invocavano dalle prime luci dell'alba. Quel trinomio composto dalla Madonna dei Martiri (simbolo di Molfetta e dei Molfettesi all'estero), Papa Francesco e il Servo di Dio Don Tonino Bello è stato per poche ore allineato sull'altare a rappresentare finalmente una terra fiera delle proprie origini e decisa nell' affermare con orgoglio la voglia di proseguire un cammino iniziato con Don Tonino Vescovo a cui la gente rivolge le proprie preghiere considerandolo già santo da quel triste 20 aprile 1993.
Avevano cercato di sottracerlo fino alla conferenza stampa convocata da Mons. Domenico Cornacchia qualche giorno fa.
Il riferimento è al gesto che Papa Francesco avrebbe compiuto nei confronti della Madonna dei Martiri: una rosa d'oro, frutto degli ex voto dei fedeli di tutto il mondo, è stata donata alla Vergine a memoria di un viaggio pastorale che il Pontefice progettava già da un anno.
«Don Tonino ha sempre scorto dietro quel segno dell'oro che compone il manto della Vergine – ha commentato Padre Francesco Piciocco, Rettore della Basilica della Madonna dei Martiri – le tante lacrime, le attese, le speranze, il dolore, le tragedie umane di tanti uomini e donne, giovani e anziani, che a Lei hanno affidato quel momento difficile della vita. Il segno o l'immagine della rosa – ha proseguito Padre Francesco - ci ricorda che nessun dolore o morte o sofferenza è fine a sè stessa se vissuta con la fede. Prima o poi arriva l'alba del nuovo giorno, il sole di Pasqua, dove tutto torna a sbocciare e a fiorire. La vita, la speranza, la gioia, la festa è più forte di ogni spina, di ogni prova. Maria di Nazareth, "fiore di grazia gentile" aiuti tutti noi, a somiglianza del suo servo, Don Tonino Bello, a intonare il canto della primavera dello Spirito».
Sono queste parole pronunciate da chi quotidianamente vive e predica nel luogo in cui tutto si muove nel segno della Madonna dei Martiri. Allo stesso tempo, anche le parole pronunciate dal Vescovo Mons. Cornacchia al termine della celebrazione eucaristica, rivolgendosi direttamente al Santo Padre, esprimono lo stesso concetto.
«Questa è anche la terra – ha affermato Cornacchia - dei marittimi che solcano i mari e gli oceani portandosi dietro la sofferenza del distacco dalle loro famiglie, dei pescatori spesso angustiati dalla precarietà del loro mestiere, dei lavoratori che si sforzano di assicurare ai propri cari una vita dignitosa, e di quanti il lavoro lo hanno perso o non lo hanno ancora trovato. In tempi difficili tanti nostri conterranei sono emigrati in cerca di fortuna, senza mai dimenticare le loro radici».
Quelle stesse radici non dimenticate dal nutrito gruppo di quei molfettesi all'estero, presenti in Città con la delegazione statunitense guidata da Mauro Raguseo, originario di Molfetta, sindaco di Little Ferry cittadina del New Jersey che vanta una corposa comunità di nostri concittadini.
Papa Francesco ha lasciato Alessano e Molfetta carico di emozioni, ripercorrendo i luoghi vissuti da Don Tonino Bello e rendendogli omaggio con la sua storica presenza. E' tornato a casa, come del resto lo ha fatto la Vergine dei Martiri, ritornando in Basilica e continuando a rimanere per i molfettesi un punto di riferimento, al pari di colui al quale tutta questa memorabile giornata è stata dedica: Don Tonino Bello Vescovo.
Tutto questo nel nome di Don Tonino Bello, che per oltre dieci anni alla guida della Diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi, ha saputo prendere per mano un terra ricca di storia, cultura e voglia di crescere.
Qualche mese fa, dopo l'ufficializzazione della visita del Santo Padre, avevamo provato ad andare oltre, raccontando un'altra storia, quella di una Molfetta devota alla Madonna dei Martiri, il cui manto rappresenta un ponte sul mondo, nel quale migliaia di molfettesi vivono fisicamente una vita parallela. Anche oggi quella Madonna dei Martiri era lì, alla destra di Papa Francesco, con lo sguardo rivolto al mare e soprattutto ai tanti fedeli che quotidianamente le rivolgono preghiere e pensieri. Ed è proprio lì che fortemente ha voluto averla Papa Francesco, la cui cultura mariana è nota a tutti. Una volta salito sul palco preparato per la celebrazione eucaristica, è proprio alla Madonna dei Martiri che ha rivolto il suo primo pensiero, inchinandosi e raccogliendosi in preghiera dinanzi ad una folla di fedeli che lo acclamavano e al tempo stesso lo invocavano dalle prime luci dell'alba. Quel trinomio composto dalla Madonna dei Martiri (simbolo di Molfetta e dei Molfettesi all'estero), Papa Francesco e il Servo di Dio Don Tonino Bello è stato per poche ore allineato sull'altare a rappresentare finalmente una terra fiera delle proprie origini e decisa nell' affermare con orgoglio la voglia di proseguire un cammino iniziato con Don Tonino Vescovo a cui la gente rivolge le proprie preghiere considerandolo già santo da quel triste 20 aprile 1993.
Avevano cercato di sottracerlo fino alla conferenza stampa convocata da Mons. Domenico Cornacchia qualche giorno fa.
Il riferimento è al gesto che Papa Francesco avrebbe compiuto nei confronti della Madonna dei Martiri: una rosa d'oro, frutto degli ex voto dei fedeli di tutto il mondo, è stata donata alla Vergine a memoria di un viaggio pastorale che il Pontefice progettava già da un anno.
«Don Tonino ha sempre scorto dietro quel segno dell'oro che compone il manto della Vergine – ha commentato Padre Francesco Piciocco, Rettore della Basilica della Madonna dei Martiri – le tante lacrime, le attese, le speranze, il dolore, le tragedie umane di tanti uomini e donne, giovani e anziani, che a Lei hanno affidato quel momento difficile della vita. Il segno o l'immagine della rosa – ha proseguito Padre Francesco - ci ricorda che nessun dolore o morte o sofferenza è fine a sè stessa se vissuta con la fede. Prima o poi arriva l'alba del nuovo giorno, il sole di Pasqua, dove tutto torna a sbocciare e a fiorire. La vita, la speranza, la gioia, la festa è più forte di ogni spina, di ogni prova. Maria di Nazareth, "fiore di grazia gentile" aiuti tutti noi, a somiglianza del suo servo, Don Tonino Bello, a intonare il canto della primavera dello Spirito».
Sono queste parole pronunciate da chi quotidianamente vive e predica nel luogo in cui tutto si muove nel segno della Madonna dei Martiri. Allo stesso tempo, anche le parole pronunciate dal Vescovo Mons. Cornacchia al termine della celebrazione eucaristica, rivolgendosi direttamente al Santo Padre, esprimono lo stesso concetto.
«Questa è anche la terra – ha affermato Cornacchia - dei marittimi che solcano i mari e gli oceani portandosi dietro la sofferenza del distacco dalle loro famiglie, dei pescatori spesso angustiati dalla precarietà del loro mestiere, dei lavoratori che si sforzano di assicurare ai propri cari una vita dignitosa, e di quanti il lavoro lo hanno perso o non lo hanno ancora trovato. In tempi difficili tanti nostri conterranei sono emigrati in cerca di fortuna, senza mai dimenticare le loro radici».
Quelle stesse radici non dimenticate dal nutrito gruppo di quei molfettesi all'estero, presenti in Città con la delegazione statunitense guidata da Mauro Raguseo, originario di Molfetta, sindaco di Little Ferry cittadina del New Jersey che vanta una corposa comunità di nostri concittadini.
Papa Francesco ha lasciato Alessano e Molfetta carico di emozioni, ripercorrendo i luoghi vissuti da Don Tonino Bello e rendendogli omaggio con la sua storica presenza. E' tornato a casa, come del resto lo ha fatto la Vergine dei Martiri, ritornando in Basilica e continuando a rimanere per i molfettesi un punto di riferimento, al pari di colui al quale tutta questa memorabile giornata è stata dedica: Don Tonino Bello Vescovo.