Paola Natalicchio si è dimessa
E' la seconda volta in meno di un anno: ora 20 giorni per ripensarci
sabato 30 aprile 2016
17.59
Il sindaco Paola Natalicchio alle 21 circa di questa sera ha rassegnato le dimissioni.
Conclusa la riunione di giunta convocata alle 15 per l'approvazione del bilancio di previsione 2016, la prima cittadina ha confermato la volontà di interrompere il mandato ricevuto nel giugno 2013. E pare che questa volta dovrebbe trattarsi di una decisione irrevocabile. A nulla sono serviti dunque i tentativi di farle cambiare idea. Nulla da fare nonostante le ore di serrato confronto tra tutti gli esponenti della maggioranza. Questa volta nessuna marcia indietro.
Calata la sera, negli uffici comunali di Lama Scotella, in zona 167, sono rimasti soltanto il sindaco e il segretario generale per protocollare l'ultimo atto firmato Paola Natalicchio.
Le ragioni delle dimissioni sono le stesse già espresse la scorsa notte a conclusione del drammatico consiglio comunale sulla manovra fiscale: una parte del Pd non ci sta più, non c'è più quel sostegno politico incondizionato. Al sindaco viene rimproverata l'incapacità di condividere con il resto della maggioranza non certo i numeri del bilancio, quanto le scelte politiche che sottendono quei numeri. Insomma, per il Partito Democratico Natalicchio si sarebbe dimostrata un sindaco troppo arroccato nel Palazzo e incapace di confrontarsi e dialogare con le altre forze politiche che l'hanno sostenuta.
IL CENTROSINISTRA SI SGRETOLA
I numeri in aula si sono rivelati troppo risicati: partita con i 17 consiglieri del 2013, ieri la sindaca poteva contare solo su 13 mani alzate. Troppo poche. Non ci sono più i presupposti politici per andare avanti. Natalicchio preferisce così evitare di trascinarsi in un'agonia politica che a molti era apparsa già evidente da tempo.
Sullo sfondo resta la ormai inevitabile spaccatura interna allo stesso Partito democratico: La Grasta e Altomare platealmente contro la Natalicchio, Percoco che si ribella pubblicamente al modus operandi del suo stesso partito, Pietro Capurso che chiede la testa dei dissidenti e gli assessori Giulio Germinario e Tommaso Spadavecchia uniti, all'ormai ex sindaco, da un proficuo rapporto di collaborazione.
DUE VOLTE DIMISSIONARIA IN MENO DI UN ANNO
Così, per la seconda volta in meno di un anno, la Signora Molfetta che nel 2013 aveva portato il centrosinistra a una clamorosa vittoria, ha preferito alzare bandiera bianca. Già a luglio del 2015, infatti, aveva rassegnato le dimissioni a seguito di uno scontro politico frontale con il segretario cittadino del pd Piero de Nicolo, con quest'ultimo costretto alle dimissioni dalla Multiservizi. Evidentemente quella frattura, così come quella con Annalisa Altomare, non è mai stata sanata. L'epilogo inevitabile è il divorzio di queste ore, con un centrosinistra completamente allo sbando e una città che si accinge a un lungo commissariamento.
ORA 20 GIORNI PER RIPENSARCI, POI ARRIVERA' IL COMMISSARIO
"Ci ho creduto con ogni mia cellula. Ci ho provato con tutta la forza. Ci ho messo la testa e le mani. Tutta la mia vita" ha scritto il sindaco sulla sua pagina Facebook. Ora avrà venti giorni per ripensarci: ipotesi che non si può escludere a priori, sebbene al momento appare una possibilità davvero improbabile e forse improponibile a una città che non sopportebbe ancora questo tira e molla.
Passato questo termine di venti giorni inizierà una lunga, lunghissima, campagna elettorale.
Conclusa la riunione di giunta convocata alle 15 per l'approvazione del bilancio di previsione 2016, la prima cittadina ha confermato la volontà di interrompere il mandato ricevuto nel giugno 2013. E pare che questa volta dovrebbe trattarsi di una decisione irrevocabile. A nulla sono serviti dunque i tentativi di farle cambiare idea. Nulla da fare nonostante le ore di serrato confronto tra tutti gli esponenti della maggioranza. Questa volta nessuna marcia indietro.
Calata la sera, negli uffici comunali di Lama Scotella, in zona 167, sono rimasti soltanto il sindaco e il segretario generale per protocollare l'ultimo atto firmato Paola Natalicchio.
Le ragioni delle dimissioni sono le stesse già espresse la scorsa notte a conclusione del drammatico consiglio comunale sulla manovra fiscale: una parte del Pd non ci sta più, non c'è più quel sostegno politico incondizionato. Al sindaco viene rimproverata l'incapacità di condividere con il resto della maggioranza non certo i numeri del bilancio, quanto le scelte politiche che sottendono quei numeri. Insomma, per il Partito Democratico Natalicchio si sarebbe dimostrata un sindaco troppo arroccato nel Palazzo e incapace di confrontarsi e dialogare con le altre forze politiche che l'hanno sostenuta.
IL CENTROSINISTRA SI SGRETOLA
I numeri in aula si sono rivelati troppo risicati: partita con i 17 consiglieri del 2013, ieri la sindaca poteva contare solo su 13 mani alzate. Troppo poche. Non ci sono più i presupposti politici per andare avanti. Natalicchio preferisce così evitare di trascinarsi in un'agonia politica che a molti era apparsa già evidente da tempo.
Sullo sfondo resta la ormai inevitabile spaccatura interna allo stesso Partito democratico: La Grasta e Altomare platealmente contro la Natalicchio, Percoco che si ribella pubblicamente al modus operandi del suo stesso partito, Pietro Capurso che chiede la testa dei dissidenti e gli assessori Giulio Germinario e Tommaso Spadavecchia uniti, all'ormai ex sindaco, da un proficuo rapporto di collaborazione.
DUE VOLTE DIMISSIONARIA IN MENO DI UN ANNO
Così, per la seconda volta in meno di un anno, la Signora Molfetta che nel 2013 aveva portato il centrosinistra a una clamorosa vittoria, ha preferito alzare bandiera bianca. Già a luglio del 2015, infatti, aveva rassegnato le dimissioni a seguito di uno scontro politico frontale con il segretario cittadino del pd Piero de Nicolo, con quest'ultimo costretto alle dimissioni dalla Multiservizi. Evidentemente quella frattura, così come quella con Annalisa Altomare, non è mai stata sanata. L'epilogo inevitabile è il divorzio di queste ore, con un centrosinistra completamente allo sbando e una città che si accinge a un lungo commissariamento.
ORA 20 GIORNI PER RIPENSARCI, POI ARRIVERA' IL COMMISSARIO
"Ci ho creduto con ogni mia cellula. Ci ho provato con tutta la forza. Ci ho messo la testa e le mani. Tutta la mia vita" ha scritto il sindaco sulla sua pagina Facebook. Ora avrà venti giorni per ripensarci: ipotesi che non si può escludere a priori, sebbene al momento appare una possibilità davvero improbabile e forse improponibile a una città che non sopportebbe ancora questo tira e molla.
Passato questo termine di venti giorni inizierà una lunga, lunghissima, campagna elettorale.