Paola Natalicchio rifugiata nell'abbraccio della famiglia
La caduta dell'amministrazione era già in programma a gennaio?
martedì 3 maggio 2016
7.19
Com'era prevedibile le dimissioni del sindaco Paola Natalicchio stanno suscitando reazioni anche negli ambienti politici nazionali e regionali. Secondo alcuni osservatori questo inciampo molfettese rientrerebbe in un progressivo fenomeno di allontanamento, anche a livello nazionale, del Partito Democratico renziano dalla sinistra più radicale.
Intanto, sembrerebbe che Paola Natalicchio abbia deciso di trascorrere qualche giorno stretta nell'abbraccio della famiglia lontano dai rumori di questi giorni.
Intanto, secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, la caduta di questa amministrazione era già in programma a gennaio scorso quando ci sarebbe stato un tentativo di raggiungere le 13 firme per mandare a casa il sindaco. In quell'occasione le adesioni si erano fermate a 12. Un anno fa, invece, quando Natalicchio si dimise già una prima volta, il Pd dovette tornare sui propri passi perché non ancora pronto ad affrontar subito le elezioni che si sarebbero celebrate in questa primavera.
A parte la dietrologia politica più o meno confermata dai diretti protagonisti, resta il dato politico di fondo: dietro la caduta di questa amministrazione ci sarebbe il tentativo da parte di alcuni esponenti politici locali di fermare l'ascesa di Paola per formalizzare la nascita a Molfetta di un Partito della Nazione che metterebbe insieme pezzi dell'attuale Partito Democratico con transfughi del centrodestra, già oggi passati con Michele Emiliano. Natalicchio avrebbe capito tutto decidendo così di non stare al gioco, di non farsi manovrare come un burattino e di compire così la prima mossa staccando la spina.
Ora restano 18 giorni per ritirare le dimissioni che la stessa sindaca considera "irrevocabili". Nel frattempo il prossimo segretario regionale del Pd, Marco Lacarra dichiara che "non vogliamo mandare a casa un sindaco, soprattutto di centrosinistra e in un momento come questo, ma se le dimissioni sono un modo per convincere a comportarsi diversamente, non va bene. Io sino al 15 maggio non posso far nulla, come disse Dante "sono fra color che son sospesi".
Intanto, sembrerebbe che Paola Natalicchio abbia deciso di trascorrere qualche giorno stretta nell'abbraccio della famiglia lontano dai rumori di questi giorni.
Intanto, secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, la caduta di questa amministrazione era già in programma a gennaio scorso quando ci sarebbe stato un tentativo di raggiungere le 13 firme per mandare a casa il sindaco. In quell'occasione le adesioni si erano fermate a 12. Un anno fa, invece, quando Natalicchio si dimise già una prima volta, il Pd dovette tornare sui propri passi perché non ancora pronto ad affrontar subito le elezioni che si sarebbero celebrate in questa primavera.
A parte la dietrologia politica più o meno confermata dai diretti protagonisti, resta il dato politico di fondo: dietro la caduta di questa amministrazione ci sarebbe il tentativo da parte di alcuni esponenti politici locali di fermare l'ascesa di Paola per formalizzare la nascita a Molfetta di un Partito della Nazione che metterebbe insieme pezzi dell'attuale Partito Democratico con transfughi del centrodestra, già oggi passati con Michele Emiliano. Natalicchio avrebbe capito tutto decidendo così di non stare al gioco, di non farsi manovrare come un burattino e di compire così la prima mossa staccando la spina.
Ora restano 18 giorni per ritirare le dimissioni che la stessa sindaca considera "irrevocabili". Nel frattempo il prossimo segretario regionale del Pd, Marco Lacarra dichiara che "non vogliamo mandare a casa un sindaco, soprattutto di centrosinistra e in un momento come questo, ma se le dimissioni sono un modo per convincere a comportarsi diversamente, non va bene. Io sino al 15 maggio non posso far nulla, come disse Dante "sono fra color che son sospesi".