Paola Natalicchio: intervista pubblica tra passato, presente e futuro

L'apertura della sua campagna elettorale in un nuovo progetto politico ma con la personalità di sempre

martedì 16 maggio 2017 20.54
A cura di Isabel Romano
Paola Natalicchio torna a parlare in occasione dell'apertura della sua campagna elettorale. Torna in una nuova stagione politica, con un nuovo progetto di sinistra, con una candidatura diversa ma con la schiettezza di sempre, con la stessa grinta e tenacia di chi non ha paura di guardare dritto negli occhi i propri elettori, di chi non ha remore a fare nomi e cognomi e invitandoli anche i propri avversari ad avvicinarsi al palco.

Un'intervista pubblica tenuta da Maria Marino, direttore di MolfettaViva, Pasquale Caputi, direttore di Molfettalive e Isabella de Pinto, giornalista di Quindici, nel salotto buono della città, a Corso Umberto. Un'intervista in cui ufficializza il suo ritorno, una "recidiva volontà" di non abbandonare la città nelle mani delle "due destre" e di non farsi da parte in quello che è definito «un giro brutto e e quindi rimaniamo comodamente di lato come tante persone che hanno contribuito a terremotare la mia amministrazione che alla fine non ci stanno mettendo la faccia a partire da Piero, Annalisa e tanti altri».

Inevitabile non partire dalle sue dimissioni dell'anno scorso che a molti sono sembrate un tradimento di per patto fatto nel 2013 con la città, ma che la stessa Natalicchio conferma essere state inevitabili, prese nel rispetto anche della dignità e della figura di un sindaco che non può operare sotto ricatto di nessuno, men che meno del proprio partito e di questo essere prigioniera. E coglie così l'occasione per riferire pubblicamente alcuni "aneddoti" legati alla seduta del consiglio incriminato, mentre nella stanza del sindaco le giungevano le voci dei consiglieri Pd riuniti nella stanza adiacente a decidere la sua caduta.

È un fiume in piena, la Natalicchio parla delle querele affrontate, dei processi vinti, delle minacce ai suoi assessori e della presenza insistente dell'assassino di Carnicella dietro la sua porta per incontrarla.

Non solo passato, riassunto nel motto "Ricordiamoci del Futuro", ma soprattutto il presente con il timore del sistema delle preferenze per lei nuovo e la ferma condivisione del progetto amministrativo di Porta, seppur in uno scenario evidentemente diviso della sinistra che lei stessa conferma essere un autogol.

Nonostante tutto continua il rispetto per il suo ex vicesindaco, Bepi Maralfa, oggi candidato sindaco ma a cui sembra già tendere una mano per il ballottaggio, ricostruendo la triade ideale: Porta come sindaco, Maralfa vicesindaco e Natalicchio consigliere di maggioranza. Una futura e possibile alleanza in cui non manca anche un invito neanche tanto velato a Leonardo Siragusa ad unire le forze.

Un progetto di amministrazione di centro sinistra che ha solo un candidato, Gianni Porta, e che si definisce delle "piccole opere utili e fattibili", in chiara contrapposizione con le grandi opere incompiute: non solo la grande opera per eccellenza, il nuovo porto – di cui la stessa Natalicchio conferma la necessità di portare a termine ma senza raccontare bugie – , ma altresì la pista di atletica e in digestore anaerobico, definiti "due progetti sballati" che dunque richiederebbero un sostanziale revisione.

Mentre traccia a grandi pennellate il suo ritratto attuale della città, tocca anche la questione dell'estromissione della città di Molfetta dal rinnovo dell'ultimo cda del Consorzio Asi: un posto in cui ormai sarebbe stata ospite sgradita con velati invita a togliere il disturbo che l'avrebbero portata a non presentarsi alle ultime sedute del consiglio.
E dopo uno sguardo a passato e presente non può mancare uno al futuro: cosa fare se a diventare sindaco fosse uno tra Minervini o de Bari e lei si ritrovasse consigliere di minoranza? «Casomai dovessimo andare all'opposizione sarà gentilissima prima che suoni la campanellina del consiglio comunale, ma canterò. E lanceremo un osservatorio sulle politiche pubbliche. Tutti i miei ex assessori si sono messi a disposizione per mettere in piedi una squadra che controllerà ogni singola delibera del prossimo sindaco, ogni atto dei dirigenti e vi difenderemo non per vendicarci perché lo hanno fatto con noi il controllo democratico» ha affermato.

E nel gioco delle preferenze un appello a votarla non è mancato.