Ospedale, Azzollini: «Si punta alla chiusura»
Ennesimo attacco del Senatore all'amministrazione. Lunedì tema caldo in consiglio
lunedì 13 novembre 2017
L'ospedale di Molfetta e il suo futuro restano ancora il tema cruciale della politica molfettese.
Così si preannuncia già caldissima l'aria che si respirerà lunedì 13 novembre quando l'argomento sarà di nuovo nell'ordine del giorno del Consiglio Comunale.
Già, nella seduta di ottobre la massima assise cittadina aveva molto dibattuto a proposito delle sorti del nosocomio con le opposizioni di centrodestra e centrosinistra coese nel fare fronte comune davanti a un diktat: il "Monsignor Bello" non si tocca.
Come si ricorderà tutto era partito dall'idea di una consultazione popolare sull'Ospedale Unico di I livello del Nord barese su proposta del consigliere di maggioranza la Forgia: una raccolta di firme multipla e contemporanea estesa altresì nei comuni di Giovinazzo, Terlizzi, Ruvo e Corato che, dando voce al volere popolare, potesse fornire alla Regione Puglia uno strumento decisionale in più per l'individuazione dell'ospedale di primo livello.
Di qui la risposta di Paola Natalicchio che presentava un ulteriore punto di discussione maturato in seno alle due opposizioni, ovvero "modifica del piano regionale del riordino ospedaliero per il finanziamento dell'Ospedale del Nord barese per il potenziamento dei servizi territoriali del distretto Asl" e la volontà espressa anche negli interventi di Isabella de Bari e Gianni Porta di rimandare qualsiasi discussione alla seduta successiva per avere più tempo a disposizione.
Nel frattempo anche il Senatore Antonio Azzollini ha ribadito la sua posizione.
«Avevo chiesto anche il confronto pubblico sull'Ospedale ma niente. Il Sindaco con la sua maggioranza è completamente schiacciato sul Piano di Emiliano che punta, de facto, alla chiusura dell'ospedale di Molfetta. È una vergogna il silenzio del Sindaco in consiglio comunale sul tema della difesa del nostro ospedale e sul mancato finanziamento dell'ospedale unico del nord barese tra Molfetta e Bisceglie. Eppure, in campagna elettorale aveva rassicurato tutti. I fatti ci stanno dando ragione, purtroppo!».
Cosa succederà, adesso, in Consiglio?
Così si preannuncia già caldissima l'aria che si respirerà lunedì 13 novembre quando l'argomento sarà di nuovo nell'ordine del giorno del Consiglio Comunale.
Già, nella seduta di ottobre la massima assise cittadina aveva molto dibattuto a proposito delle sorti del nosocomio con le opposizioni di centrodestra e centrosinistra coese nel fare fronte comune davanti a un diktat: il "Monsignor Bello" non si tocca.
Come si ricorderà tutto era partito dall'idea di una consultazione popolare sull'Ospedale Unico di I livello del Nord barese su proposta del consigliere di maggioranza la Forgia: una raccolta di firme multipla e contemporanea estesa altresì nei comuni di Giovinazzo, Terlizzi, Ruvo e Corato che, dando voce al volere popolare, potesse fornire alla Regione Puglia uno strumento decisionale in più per l'individuazione dell'ospedale di primo livello.
Di qui la risposta di Paola Natalicchio che presentava un ulteriore punto di discussione maturato in seno alle due opposizioni, ovvero "modifica del piano regionale del riordino ospedaliero per il finanziamento dell'Ospedale del Nord barese per il potenziamento dei servizi territoriali del distretto Asl" e la volontà espressa anche negli interventi di Isabella de Bari e Gianni Porta di rimandare qualsiasi discussione alla seduta successiva per avere più tempo a disposizione.
Nel frattempo anche il Senatore Antonio Azzollini ha ribadito la sua posizione.
«Avevo chiesto anche il confronto pubblico sull'Ospedale ma niente. Il Sindaco con la sua maggioranza è completamente schiacciato sul Piano di Emiliano che punta, de facto, alla chiusura dell'ospedale di Molfetta. È una vergogna il silenzio del Sindaco in consiglio comunale sul tema della difesa del nostro ospedale e sul mancato finanziamento dell'ospedale unico del nord barese tra Molfetta e Bisceglie. Eppure, in campagna elettorale aveva rassicurato tutti. I fatti ci stanno dando ragione, purtroppo!».
Cosa succederà, adesso, in Consiglio?