Operazione "Quinto Piano", revocata un'altra misura cautelare
Lucrezia Ribera era stata interdetta dal servizio per 3 mesi. Ritenute idonee le argomentazioni dell'avvocato Michele Salvemini
sabato 27 luglio 2019
21.17
Su richiesta della locale Procura della Repubblica, il 17 luglio scorso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani ha sottoposto Lucrezia Ribera alla misura cautelare dell'interdizione dal pubblico servizio per 3 mesi.
Fu questo il secondo capitolo delle indagini della Guardia di Finanza della locale Tenenza sui "furbetti del cartellino" all'interno dell'ospedale monsignor Antonio Bello di Molfetta. All'interrogatorio di garanzia del 23 luglio scorso, però, l'indagata si è regolarmente sottoposta all'interrogatorio e la difesa, rappresentata dall'avvocato Michele Salvemini, ha presentato una memoria di oltre 100 pagine.
Il legale, nelle proprie memorie, ha confutato ogni punto dell'impianto accusatorio ed ha domandato la revoca della misura cautelare per assenza di gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari. In particolare la difesa ha evidenziato come «alcuni allontanamenti dal luogo di lavoro, lungi dall'essere determinati da motivi personali, erano avvenuti in esecuzione dei compiti d'ufficio».
Sul punto il giudice ha riservato la decisione e ieri, sciolta la riserva, ha revocato la misura cautelare della dipendente dell'Azienda Sanitaria Locale, ritenendo le argomentazioni difensive idonee a scalfire la prospettazione accusatoria.
Fu questo il secondo capitolo delle indagini della Guardia di Finanza della locale Tenenza sui "furbetti del cartellino" all'interno dell'ospedale monsignor Antonio Bello di Molfetta. All'interrogatorio di garanzia del 23 luglio scorso, però, l'indagata si è regolarmente sottoposta all'interrogatorio e la difesa, rappresentata dall'avvocato Michele Salvemini, ha presentato una memoria di oltre 100 pagine.
Il legale, nelle proprie memorie, ha confutato ogni punto dell'impianto accusatorio ed ha domandato la revoca della misura cautelare per assenza di gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari. In particolare la difesa ha evidenziato come «alcuni allontanamenti dal luogo di lavoro, lungi dall'essere determinati da motivi personali, erano avvenuti in esecuzione dei compiti d'ufficio».
Sul punto il giudice ha riservato la decisione e ieri, sciolta la riserva, ha revocato la misura cautelare della dipendente dell'Azienda Sanitaria Locale, ritenendo le argomentazioni difensive idonee a scalfire la prospettazione accusatoria.