Operazione "Ghostbusters": 13 condanne, cadono le accuse più gravi

Sentenza del gup di Trani. Pene lievi per Francesco Grosso e suo nipote Peter De Bari: 1 anno e 6 mesi

mercoledì 3 marzo 2021 9.57
A cura di Nicola Miccione
13 condanne, fra i 5 mesi e i 3 anni e 3 mesi, e 7 assoluzioni. Si è concluso così, ieri, il processo con rito abbreviato dinanzi al giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, legato all'operazione "Ghostbusters", scaturita dalle indagini dei Carabinieri a carico di appartenenti ad una banda di topi d'appartamento.

L'esito, per i molfettesi coinvolti, accusati di essere i ricettatori del sodalizio criminale, Francesco Grosso e suo nipote Peter De Bari, entrambi difesi dall'avvocato Maurizio Masellis, è stato di due condanne lievi. Il primo è stato assolto «per non aver commesso il fatto» da un episodio di ricettazione e condannato a 1 anno e 6 mesi per altri due, mentre il secondo è stato ritenuto colpevole di tre casi di ricettazione e condannato a 1 anno e 6 mesi, col beneficio della pena sospesa.

L'indagine, protrattasi da ottobre 2018 a gennaio 2019, è partita da alcuni furti in abitazione, in cui è stata notata l'assenza di segni di effrazioni alle porte ed alle finestre. Da qui il nome dell'operazione "Ghostbusters" in quanto occorreva scoprire il modus operandi tramite il quale i malfattori facevano accesso indisturbati alle abitazioni delle vittime. Grazie alle immagini di videosorveglianza, i militari hanno acquisito indizi a carico di alcune persone di Bari (San Paolo) e Molfetta.

Dopo aver avvicinato la vittima con un escamotage (dopo aver fotografato le chiavi) ottenevano i duplicati grazie al titolare di un negozio barese specializzato nella riproduzione di chiavi e sodale del gruppo. Dopo il furto in casa, la refurtiva veniva ceduta al ricettatore del sodalizio che pagava in contanti. Le indagini dei Carabinieri hanno consentito di accertare 8 furti consumati e ricostruire la filiera dell'associazione. Un'accusa, quest'ultima, smontata dal Tribunale di Trani.

Nicola Pastore, Gaetano Pio Quagliarello, Domenico Giuliani e Maurizio Pastore sono stati assolti dal grave reato di associazione a delinquere «perché il fatto non sussiste» e condannati, a pene comprese fra i 3 anni e 2 mesi e i 2 anni e 8 mesi, per alcuni episodi di furto. A Nicola Pastore, difeso dagli avvocati Marcello Belsito e Francesco Colonna, era contestato anche il ruolo di capo e di promotore del sodalizio criminale, da cui, invece, è stato completamente scagionato.

14 persone, nel 2019, furono attinte da altrettante misure cautelari, 9 in carcere e 3 agli arresti domiciliari. Il processo con il rito abbreviato, invece, si chiude con 13 condanne e 7 assoluzioni. Le motivazioni della sentenza di primo grado dell'operazione "Ghostbusters" si conosceranno tra 90 giorni.