Omicidio Lopez: i baby boss Palermiti e Parisi non rispondono al Gip

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Anche Palermiti era armato in discoteca quando fu uccisa, per errore, la 19enne

lunedì 20 gennaio 2025 15.41
Sono rimasti in silenzio, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Francesco Vittorio Rinaldi, Savino Parisi e Eugenio Palermiti, il 28enne e il 20enne di Japigia arrestati venerdì scorso a Bari dai Carabinieri con l'accusa di detenzione e porto d'armi aggravati dal metodo e dall'agevolazione mafiosa.

I due, nipoti dei boss (omonimi) del rione Japigia, in un'occasione si sarebbero presentati armati all'interno della discoteca Divinae Follie di Bisceglie e avrebbero eluso i controlli delle forze dell'ordine grazie all'aiuto di bodyguard compiacenti che li avrebbero aiutati a uscire dal locale. I buttafuori, secondo il collaboratore di giustizia Domenico De Palo, non controllavano se avessero le armi con loro («Mai, era difficile») e li avvisavano anche in caso di controlli, aiutandoli ad eluderli.

Dalle indagini dell'Antimafia barese, coordinate dal pubblico ministero antimafia Federico Perrone Capano e condotte dai militari della Compagnia di Molfetta, è emerso come Palermiti fosse armato pure la sera del 22 settembre scorso nella discoteca Bahia Beach di Molfetta, quando il 21enne Michele Lavopa sparò per colpire lui - che rimase ferito insieme ad altri tre amici -, ma uccise la 19enne Antonia Lopez. «Sennò - ha detto un suo amico - dovevamo andare in galera noi».

Parisi e Palermiti si trovano in carcere, rinchiusi al Rucci di Bari. Il primo, giovane rapper conosciuto con il soprannome di «Onivas», è difeso dagli avvocati Nicola Oberdan Laforgia e Michele Dell'Erba, mentre Palermiti, già arrestato durante il pranzo di Natale per rapina e resistenza, è assistito dall'avvocato Andrea Casto.