Omicidio di Vincenza Saracino, spunta il video dell'ultimo incontro con il killer
Per la Procura è «un delitto privo di una effettiva ragione». Alla base, però, ci sarebbe un vecchio rancore
venerdì 4 ottobre 2024
10.02
Luigi Nasato Fazio, presunto omicida della 50enne molfettese Vincenza Saracino, è stato arrestato dall'Interpol venerdì scorso dopo una lunga ricerca tra Europa e Sudamerica. Decisive, tra le altre cose, sono state le riprese delle 150 telecamere di videosorveglianza analizzate nell'area delimitata tra la casa della donna e il luogo dove è stato trovato il suo corpo il 3 luglio scorso nel paesino all'estrema periferia di Treviso dove viveva da anni.
Tutto inizia alle 17:50 del 2 luglio, quando Vincenza Saracino sta arrivando a casa dopo essere passata dal supermercato che aveva confermato la sua presenza alle 17:40. All'incrocio che sta proprio davanti alla sua abitazione trova Luigi Nasato Fazio che la sta attendendo da molto, addirittura da circa un'ora e mezzo. I due chiacchierano per alcuni minuti e poi l'uomo la convince a seguirlo verso un casolare abbandonato che si trova poco lontano, in via Maleviste.
I due, entrambi in bicicletta, che impiegano otto minuti per raggiungere l'immobile fatiscente alle 17:58 prima di sparire nel casolare. Alle 18:10 esce solo Nasato che si allontana in bicicletta come era arrivato. Le immagini delle telecamere lo seguiranno lungo la strada che conduce a Vedelago, dove abita un cugino e dove aveva trovato ospitalità per due notti in attesa di prendere un aereo per la Spagna, il cui biglietto era già stato acquistato.
Nel giro di appena 12 minuti, dunque, Vincenza è stata prima presa a pugni e poi pugnalata per cinque volte alla mandibola e al collo come emerso dall'esame autoptico. L'uomo, al momento, è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Ma non è escluso che il pubblico ministero Giovanni Valmassoi possa contestargli anche la premeditazione visto che l'uomo ha aspettato quasi un'ora all'incrocio aspettando Vincenza che passava di là ogni giorno.
Secondo la procura il movente dell'omicidio potrebbe essere l'idea che era maturata in testa a Luigi Nasato Fazio, un rancore covato per lungo tempo e legato al fatto che Vincenza, verso la fine dell'anno scorso, avrebbe rilasciato delle dichiarazioni alla polizia su quello che aveva visto e sentito in occasione di un intervento delle forze dell'ordine giunte per provare a mettere pace tra il 33enne, suo futuro assassino, e il fratello minore. Per Vincenza si era trattato solo di un'azione di buonsenso, visto che aveva spesso aiutato Luigi dopo che i parenti si erano trasferiti in Spagna così come aveva fatto negli anni con tutta la famiglia Nasato.
Il giorno della tragedia Luigi l'avrebbe attirata verso il casolare con una scusa. Forse le aveva parlato di alcuni oggetti o mobili che doveva vendere prima di partire per fare qualche soldo. Forse le ha detto di averli lasciati nel casolare e che voleva mostrarli a lei prima di prendere l'aereo perché lo aiutasse a venderli. E Vincenza non rifiutava mai di dare una mano a chi ne aveva bisogno. Restano comunque molte domande che potranno ottenere risposta solo dalla bocca del presunto assassino.
Per ascoltare la versione di Nasato però bisognerà aspettare parecchio, in quanto avrà inizio il lungo iter burocratico che dovrebbe portarlo all'estradizione nel nostro Paese. Ci sarà una udienza in tribunale in cui una corte venezuelana affronterà tutto l'impianto probatorio dell'inchiesta.
Tutto inizia alle 17:50 del 2 luglio, quando Vincenza Saracino sta arrivando a casa dopo essere passata dal supermercato che aveva confermato la sua presenza alle 17:40. All'incrocio che sta proprio davanti alla sua abitazione trova Luigi Nasato Fazio che la sta attendendo da molto, addirittura da circa un'ora e mezzo. I due chiacchierano per alcuni minuti e poi l'uomo la convince a seguirlo verso un casolare abbandonato che si trova poco lontano, in via Maleviste.
I due, entrambi in bicicletta, che impiegano otto minuti per raggiungere l'immobile fatiscente alle 17:58 prima di sparire nel casolare. Alle 18:10 esce solo Nasato che si allontana in bicicletta come era arrivato. Le immagini delle telecamere lo seguiranno lungo la strada che conduce a Vedelago, dove abita un cugino e dove aveva trovato ospitalità per due notti in attesa di prendere un aereo per la Spagna, il cui biglietto era già stato acquistato.
Nel giro di appena 12 minuti, dunque, Vincenza è stata prima presa a pugni e poi pugnalata per cinque volte alla mandibola e al collo come emerso dall'esame autoptico. L'uomo, al momento, è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Ma non è escluso che il pubblico ministero Giovanni Valmassoi possa contestargli anche la premeditazione visto che l'uomo ha aspettato quasi un'ora all'incrocio aspettando Vincenza che passava di là ogni giorno.
Secondo la procura il movente dell'omicidio potrebbe essere l'idea che era maturata in testa a Luigi Nasato Fazio, un rancore covato per lungo tempo e legato al fatto che Vincenza, verso la fine dell'anno scorso, avrebbe rilasciato delle dichiarazioni alla polizia su quello che aveva visto e sentito in occasione di un intervento delle forze dell'ordine giunte per provare a mettere pace tra il 33enne, suo futuro assassino, e il fratello minore. Per Vincenza si era trattato solo di un'azione di buonsenso, visto che aveva spesso aiutato Luigi dopo che i parenti si erano trasferiti in Spagna così come aveva fatto negli anni con tutta la famiglia Nasato.
Il giorno della tragedia Luigi l'avrebbe attirata verso il casolare con una scusa. Forse le aveva parlato di alcuni oggetti o mobili che doveva vendere prima di partire per fare qualche soldo. Forse le ha detto di averli lasciati nel casolare e che voleva mostrarli a lei prima di prendere l'aereo perché lo aiutasse a venderli. E Vincenza non rifiutava mai di dare una mano a chi ne aveva bisogno. Restano comunque molte domande che potranno ottenere risposta solo dalla bocca del presunto assassino.
Per ascoltare la versione di Nasato però bisognerà aspettare parecchio, in quanto avrà inizio il lungo iter burocratico che dovrebbe portarlo all'estradizione nel nostro Paese. Ci sarà una udienza in tribunale in cui una corte venezuelana affronterà tutto l'impianto probatorio dell'inchiesta.