Delitto di Molfetta, trovate 35 dosi in via Immacolata. E spunta altra droga
Gli stupefacenti potrebbero essere il possibile legame tra De Gennaro e de Pasquale, da venerdì in carcere. Sequestrata altra marijuana
martedì 20 febbraio 2024
10.01
Cos'è successo esattamente tra Dario De Gennaro, il 23enne ucciso a coltellate a Molfetta e il suo aggressore? Perché Onofrio de Pasquale l'ha colpito, prima di tentare di occultare il cadavere? Qualcuno l'ha aiutato? Sono domande ancora senza una risposta, mentre dalle indagini si cerca di ricostruire anche il contesto.
I rilievi dei Carabinieri, svolti nell'abitazione al civico 27 di via Immacolata, hanno rivelato, oltre a cemento, mattoni e a una nicchia, dove il presunto killer avrebbe trasportato il corpo, la presenza di stupefacenti. De Pasquale, da venerdì in carcere per omicidio volontario, tentativo di soppressione di cadavere e detenzione di stupefacenti - il fermo è stato convalidato ieri -, «in concorso con altri soggetti, deteneva sostanza stupefacente che vendeva al dettaglio», si legge dalle carte.
In particolare, per gli inquirenti, diretti dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Marcello Catalano, «vendeva la sostanza stupefacente del tipo marijuana per conto del deceduto De Gennaro e in concorso con altri soggetti». I militari, infatti, nel corso della perquisizione sulla scena del crimine, estesa anche alla residenza del 29enne, sempre a Molfetta, oltre ad un coltello dalla lama lunga 15 centimetri e un cellulare, hanno sequestrato 158 dosi di marijuana.
35 dosi di «verosimile marijuana» sono state trovate in via Immacolata, dove l'uomo dimorava, ma il grosso della droga è stato sequestrato nella residenza di de Pasquale, a Levante, dove gli investigatori hanno scovato ulteriori 121 bustine in cellophane contenenti 158 grammi di marijuana e altri 10 grammi della stessa sostanza per un totale di 123 dosi, oltre ad un bilancino di precisione. Chi indaga vuole capire se la droga sia stata la causa scatenante alla base dell'omicidio.
Il movente del delitto, infatti, sarebbe da ricondursi ai contrasti maturati tra vittima e assassino riguardo alla gestione del mercato delle sostanze stupefacenti a Molfetta ed in questo senso delle risposte importanti potrebbero arrivare dai cellulari che gli inquirenti hanno sequestrato. L'unica certezza, sinora, è quella di un omicidio giunto dopo un alterco, mentre al momento l'ipotesi che de Pasquale abbia avuto dei complici per tentare di occultare il cadavere, non trova riscontro.
Ma i Carabinieri della Compagnia di Molfetta, in attesa dell'esito dell'autopsia che servirà a chiarire i contorni del decesso, continueranno ad allargare il campo dell'inchiesta. Intanto arriveranno i riscontri sulle utenze telefoniche del presunto omicida e della vittima e poi le relazioni sulle riprese della videosorveglianza.
I rilievi dei Carabinieri, svolti nell'abitazione al civico 27 di via Immacolata, hanno rivelato, oltre a cemento, mattoni e a una nicchia, dove il presunto killer avrebbe trasportato il corpo, la presenza di stupefacenti. De Pasquale, da venerdì in carcere per omicidio volontario, tentativo di soppressione di cadavere e detenzione di stupefacenti - il fermo è stato convalidato ieri -, «in concorso con altri soggetti, deteneva sostanza stupefacente che vendeva al dettaglio», si legge dalle carte.
In particolare, per gli inquirenti, diretti dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Marcello Catalano, «vendeva la sostanza stupefacente del tipo marijuana per conto del deceduto De Gennaro e in concorso con altri soggetti». I militari, infatti, nel corso della perquisizione sulla scena del crimine, estesa anche alla residenza del 29enne, sempre a Molfetta, oltre ad un coltello dalla lama lunga 15 centimetri e un cellulare, hanno sequestrato 158 dosi di marijuana.
35 dosi di «verosimile marijuana» sono state trovate in via Immacolata, dove l'uomo dimorava, ma il grosso della droga è stato sequestrato nella residenza di de Pasquale, a Levante, dove gli investigatori hanno scovato ulteriori 121 bustine in cellophane contenenti 158 grammi di marijuana e altri 10 grammi della stessa sostanza per un totale di 123 dosi, oltre ad un bilancino di precisione. Chi indaga vuole capire se la droga sia stata la causa scatenante alla base dell'omicidio.
Il movente del delitto, infatti, sarebbe da ricondursi ai contrasti maturati tra vittima e assassino riguardo alla gestione del mercato delle sostanze stupefacenti a Molfetta ed in questo senso delle risposte importanti potrebbero arrivare dai cellulari che gli inquirenti hanno sequestrato. L'unica certezza, sinora, è quella di un omicidio giunto dopo un alterco, mentre al momento l'ipotesi che de Pasquale abbia avuto dei complici per tentare di occultare il cadavere, non trova riscontro.
Ma i Carabinieri della Compagnia di Molfetta, in attesa dell'esito dell'autopsia che servirà a chiarire i contorni del decesso, continueranno ad allargare il campo dell'inchiesta. Intanto arriveranno i riscontri sulle utenze telefoniche del presunto omicida e della vittima e poi le relazioni sulle riprese della videosorveglianza.