Nuove ipotesi di reato per l'ex pm del processo sul porto di Molfetta arrestato nelle scorse settimane
Continuano le indagini effettuate dalla Procura della Repubblica di Lecce
mercoledì 13 febbraio 2019
Continua ad arricchirsi di nuove accuse e particolari l'inchiesta portata avanti dalla Procura di Lecce che a gennaio ha portato all'arresto di Antonio Savasta e Michele Nardi, rispettivamente ex pubblico ministero e gip presso il Tribunale di Trani. Le accuse sono di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso per fatti commessi tra il 2014 e il 2018 quando erano in servizio a Trani.
La Procura – come si apprende dalla Gazzetta del Mezzogiorno - ha fatto notificare a 12 persone un avviso di proroga che riguarda dieci ipotesi di reato. Spunta anche l'ipotesi di reato di calunnia a carico di Savasta, dell'ispettore di polizia Vincenzo di Chiaro, l'avvocato Simona Cuomo (ex legale d'Introno) e di altre due persone vicine all'imprenditore. Fondamentali a tal riguardo le dichiarazioni dell'ex imprenditore coratino Flavio d'Introno il quale ha confessato di aver pagato 3 milioni a Nardi e Savasta in cambio di favori giudiziari, ossia false accuse nei confronti dei suoi accusatori in un processo per usura.
Ma non solo. Savasta avrebbe stretto rapporti anche con l'imprenditore barlettano Luigi d'Agostino, definito "il re degli outlet": il pm tranese lo avrebbe favorito evitando di coinvolgerlo in un'indagine per fatture false in cambio di un incontro con l'ex sottosegretario Luca Lotti e di tangenti internazionali intemediate dall'avvocato Ruggero Sfrecola, interdetto per un anno dal suo incarico.
Nell'indagine, tuttavia, non ci sarebbero coinvolti solamente i due pm tranesi: grazie a numerosi esposti inviati alla Procura di Lecce dai vertici della magistratura tranese e le dichiarazioni di altri imprenditori, ascoltati nei giorni scorsi, sono emersi ulteriori ipotesi di reato che vedrebbero coinvolti anche altri magistrati tranesi. Al momento le persone coinvolte nel fascicolo sono già più di venti ma il numero potrebbe essere destinato a crescere.
La Procura – come si apprende dalla Gazzetta del Mezzogiorno - ha fatto notificare a 12 persone un avviso di proroga che riguarda dieci ipotesi di reato. Spunta anche l'ipotesi di reato di calunnia a carico di Savasta, dell'ispettore di polizia Vincenzo di Chiaro, l'avvocato Simona Cuomo (ex legale d'Introno) e di altre due persone vicine all'imprenditore. Fondamentali a tal riguardo le dichiarazioni dell'ex imprenditore coratino Flavio d'Introno il quale ha confessato di aver pagato 3 milioni a Nardi e Savasta in cambio di favori giudiziari, ossia false accuse nei confronti dei suoi accusatori in un processo per usura.
Ma non solo. Savasta avrebbe stretto rapporti anche con l'imprenditore barlettano Luigi d'Agostino, definito "il re degli outlet": il pm tranese lo avrebbe favorito evitando di coinvolgerlo in un'indagine per fatture false in cambio di un incontro con l'ex sottosegretario Luca Lotti e di tangenti internazionali intemediate dall'avvocato Ruggero Sfrecola, interdetto per un anno dal suo incarico.
Nell'indagine, tuttavia, non ci sarebbero coinvolti solamente i due pm tranesi: grazie a numerosi esposti inviati alla Procura di Lecce dai vertici della magistratura tranese e le dichiarazioni di altri imprenditori, ascoltati nei giorni scorsi, sono emersi ulteriori ipotesi di reato che vedrebbero coinvolti anche altri magistrati tranesi. Al momento le persone coinvolte nel fascicolo sono già più di venti ma il numero potrebbe essere destinato a crescere.