Nuova Giunta e subentri in Consiglio: come cambia la politica a Molfetta?

Dalla soddisfazione del sindaco alle critiche delle opposizioni

domenica 14 febbraio 2021 11.55
La settimana che sta per concludersi è quella che ufficialmente ha sancito i cambiamenti nella politica molfettese emersi a seguito della verifica interna alla maggioranza avvenuta tra fine 2020 e inizio 2021.

Era il 25 gennaio scorso quando Tommaso Minervini annunciava la composizione della nuova giunta.
Un rimpasto a tutti gli effetti seppure all'interno restavano Ancona, Azzollini e Mastropasqua, già assessori nella precedente composizione.
La formazione attuale, tuttavia, dettava i nuovi equilibri raggiunti e sanciva senza ombra di dubbio l'ingresso in maggioranza del gruppo "Popolari Molfetta" con Pino Amato, seppure eletto nel centrodestra nel 2017.

Pino Amato che, nella seduta del consiglio comunale dell'8 febbraio, è stato confermato vicepresidente del Consiglio Comunale nonostante le opposizioni abbiano sollevato dubbi visto che tale carica è da sempre conferita a un rappresentante delle minoranze in Aula Carnicella.
Aula Carnicella che ha visto il subentro di Carmela Germano ad Enzo Spadavecchia, dimessosi per accettare le deleghe assessorili allo sport.
Così facendo la composizione della massima assise locale vede la maggioranza composta dal Partito Democratico con le liste civiche "Noi" (legata a Saverio Tammacco), "Obiettivo Molfetta" (legata all'assessore Pietro Mastropasqua) e "Popolari Molfetta" (di cui già si è detto) rispecchiando inevitabilmente anche la composizione della Giunta - bis di Tommaso Minervini.
Alle opposizioni restano Sinistra Italiana con Silvia Rana e Rifondazione Comunista / Compagni di Strada con Beppe Zanna e Paola de Candia per il centrosinistra e Forza Italia nella quale è da registrare la contemporanea presenza (seppure tutto tranne che idilliaca) della senatrice Carmela Minuto e di Isa de Bari, Antonello Pisani e Doriana Carabellese, gruppo di lavoro storico del già senatore e sindaco Antonio Azzollini.

Gli equilibri reggeranno?
E' quello che si augura Tommaso Minervini che mai ha voluto dimettersi (anche quando la crisi in maggioranza è stata acuta), chiedendo che la sfiducia nei propri confronti venisse ratificata in Consiglio Comunale.
La sensazione è che il primo cittadino abbia ben salde le redini e possa concludere senza scossoni il suo mandato con l'intenzione (pare) di ricandidarsi.
Parallelamente, nonostante le smentite, le opposizioni sarebbero già al lavoro per delineare programmi e alleanze con cui presentarsi all'elettorato alle comunali 2022 e vincerle.