«Non è stato tentato omicidio»: dal carcere passano ai domiciliari
Accusa riqualificata in lesioni aggravate per i due molfettesi di 27 e 22 anni accusati di aver investito due agenti della Polizia Locale
venerdì 22 novembre 2024
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Da tentato omicidio a lesioni aggravate. Il Tribunale del Riesame ha derubricato uno dei due capi d'accusa (l'altro è di resistenza) a carico di Antonio Gigante e di F.D., di Molfetta, di 27 e 22 anni, i quali pur di sfuggire ad una pattuglia della Polizia Locale, avrebbero puntato il muso di un'auto contro due operatori del corpo.
Per Gigante, assistito dall'avvocato Ada Rosito, dopo la riqualificazione del reato su istanza difensiva motivata, la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, ha sostituito la custodia in carcere con i domiciliari. Stessa decisione per l'altro indagato, che li aveva ottenuti già dopo l'interrogatorio: il giovane, difeso dall'avvocato Antonio La Forgia, e dopo da Maurizio Masellis, è tornato a casa «in ragione della sua giovane età e dello stato di incensuratezza».
I fatti risalgono al 7 ottobre scorso, quando una pattuglia s'è recata in via Zuppetta per verificare la presunta occupazione abusiva di una casa popolare, trovando all'interno «tre soggetti adulti - tra i quali Gigante - e un minore». Alla vista degli agenti, si è assistito ad un'escalation di insulti. Una fase concitata, in cui Gigante è sceso per le scale, salendo su un'Audi A4 guidata dal 22enne: quest'ultimo «ingranava la marcia e partiva, dirigendosi verso» un vice commissario e un'agente.
«Vai, vai, buttali all'aria», avrebbe detto Gigante al conducente dell'auto: i due, «nell'intento di investire gli operatori investivano in pieno» l'ufficiale. L'uomo è stato sbalzato in aria dall'urto. I due, all'inizio, sono riusciti a farla franca. Ma, ormai, avendo capito chi fossero, sono stati arrestati su ordinanza di custodia cautelare.
Per Gigante, assistito dall'avvocato Ada Rosito, dopo la riqualificazione del reato su istanza difensiva motivata, la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, ha sostituito la custodia in carcere con i domiciliari. Stessa decisione per l'altro indagato, che li aveva ottenuti già dopo l'interrogatorio: il giovane, difeso dall'avvocato Antonio La Forgia, e dopo da Maurizio Masellis, è tornato a casa «in ragione della sua giovane età e dello stato di incensuratezza».
I fatti risalgono al 7 ottobre scorso, quando una pattuglia s'è recata in via Zuppetta per verificare la presunta occupazione abusiva di una casa popolare, trovando all'interno «tre soggetti adulti - tra i quali Gigante - e un minore». Alla vista degli agenti, si è assistito ad un'escalation di insulti. Una fase concitata, in cui Gigante è sceso per le scale, salendo su un'Audi A4 guidata dal 22enne: quest'ultimo «ingranava la marcia e partiva, dirigendosi verso» un vice commissario e un'agente.
«Vai, vai, buttali all'aria», avrebbe detto Gigante al conducente dell'auto: i due, «nell'intento di investire gli operatori investivano in pieno» l'ufficiale. L'uomo è stato sbalzato in aria dall'urto. I due, all'inizio, sono riusciti a farla franca. Ma, ormai, avendo capito chi fossero, sono stati arrestati su ordinanza di custodia cautelare.