No alla realizzazione della centrale a biomassa
La denuncia del Gruppo Locale Civiltà contadina
lunedì 23 giugno 2014
10.14
«Con il presente comunicato si provvede a sottoporre all'attenzione dei cittadini ed in particolare al settore agricolo alcuni spunti di riflessione in merito al possibile insediamento, nella zona ASI, di una centrale a biomassa». Comincia così il lungo documento sottoscritto dai responsabili del gruppo locale Civiltà contadina.
«Preliminarmente – puntualizza il documento si da atto che: in data 10 dicembre 2010 Renovo Bioenergy e Legambiente sottoscrivevano un accordo che prevedeva "Una collaborazione per la corretta informazione e la promozione delle piccole centrali termoelettriche alimentate a biomassa, ottenuta da intese di filiera corta", nonchè si impegnavano reciprocamente a promuovere "Le centrali a biomassa a filiera corta che non superino il megawatt di potenza" (fonte: sito web Renovo, Greenreport.it). Il progetto divulgato unitamente a Legambiente prevedeva la realizzazione di 50 centrali a legna in tutta Italia.
Per quanto riguarda il progetto, in procinto di essere approvato nella nostra Città – continua il documento - si ritiene opportuno rivolgere alcune domande:
- è corretto che l'iter amministrativo per la messa in funzione della centrale a biomassa della Renovo venga assentito con procedura abilitativa semplificata (P.A.S.)?
- è vero che i dati di partenza del calcolo di ricaduta degli inquinanti al suolo sono stati, dapprima, riferiti a valori misurati nel Comune di Casamassima, ed in un secondo momento, ad una sola delle due centraline installate a Molfetta?
- sono state raffrontate le polveri totali che saranno emesse dall'impianto termico nell'ambiente, evidenziando la percentuale granulometrica delle stesse polveri?
- è vero che l'autorizzazione rilasciata dalla Provincia menzione solo la potenzialità termica dell'impianto di 5,9 Mwt, mentre non autorizza la parte dell'impianto di cogenerazione rappresentata dalla sezione elettrica di 999 kWe, trascurando, inoltre, le emissioni di processo?
- è vero che la stessa amministrazione ha omesso di indicare il minimo tecnico, obbligatorio per legge, ed il tempo che deve intercorrere tra la messa in esercizio e la messa a regime;
- è vero che è assente la relazione sul calcolo predittivo del rumore?
- è vero che con la presenza sul territorio di Molfetta di una centrale a biomasse avente una potenza complessiva di circa 116 MWE si avrebbe una concentrazione di polveri superiore alle norme vigenti?
- sarà possibile recuperare nel territorio (filiera corta) i quantitativi di biomasse legnose necessari per far funzionare la centrale (18.000 ton. annue = 50 ton. al giorno)?
- quali sono le misure di compensazione previste dal Regolamento Regionale n. 12 del 2008 con le quali la Renovo ripagherà la pressione ambientale sull'agro di Molfetta?
- è vero che sarebbero già pendenti alcuni contenziosi amministrativi intrapresi dalla Società in danno degli Enti locali che avrebbero riconsiderato la disponibilità di installare sui loro territori gli impianti in questione (vedi Comune di Guardiagrele e Comune di Pontremoli);
- non sarebbe opportuno adottare la procedura adottata da altri Comuni, che hanno affidato la decisione ai Consigli Comunali, in sessione straordinaria, ancorchè in tali circostanze la massima assise si sarebbero poi espresse all'unanimità contro la realizzazione dell'impianto a biomasse per l'assenza della valutazione d'impatto ambientale e per la presenza di produzioni agricole e biologiche di particolare pregio. Tanto sarebbe accaduto a Paestum (NA), dove il 06.06.2014 il sindaco e l'assessore alle Politiche Ambientali si sono recati presso la Regione per partecipare alla conferenza di servizio sulla costruzione di un impianto alimentato a biomassa per ribadire il "no" dell'amministrazione comunale alla realizzazione dell'impianto?
- quali sono gli orientamenti delle associazioni ambientalistiche molfettesi e perché il loro totale silenzio?
- quale decisione è stata adottata nell'ambito del Forum Agenda XXI, "luogo di confronto tra l'amministrazione comunale, le associazioni e cittadini sulle politiche ambientali, sociali, economiche e culturali"?
Questa Associazione in attesa di ottenere chiarimenti ai dubbi sopra esposti sosterrà il NO al progetto anche perché:
• La centrale termoelettrica a biomasse legnose è classificata dalla legge "insalubre di prima classe" (la più grave), produce polveri sottili cancerogene (ossido di azoto, ossido di carbonio, formaldeide, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, e diossina). Si segnala che il D.Lgs. 81 sulla sicurezza dei luoghi di lavoro inserisce le polveri di legno duro (esempio "ulivo") all'interno delle sostanze cancerogene; rischio che si corre nel processo di frantumazione del legno (segatura) per la produzione di pellet, attività che sarà collegata a quella della produzione di energia.
• La normativa vigente considera biomassa anche la frazione organica del rifiuto solido urbano, e quindi l'autorizzazione dell'impianto "se", successivamente modificato, bruciasse anche rifiuti.
• Le ricadute occupazionali previste sarebbero davvero risibili se comparate ai rischi dell'attività produttiva, ai probabili danni alla salute, al pregiudizio della qualità dell'ambiente, alla compromissione dello sviluppo commerciale ed artigianale della zona, ed al danno irreparabile alle attività agricole ad alle unità immobiliari pertinenziali.
• Le aziende agricole invase dal deposito di polveri non potrebbero accedere ai benefici comunitari per l'adozione dell'agricoltura biologica.
• Le aziende agricole molfettesi risulterebbero fortemente penalizzate anche perché i programmi di Politica Agricola Comunitaria ed il nuovo Piano di Sviluppo Rurale premieranno solo quelle aziende che adotteranno pratiche agronomiche e progetti rispettosi dell'ambiente, risultato questo irraggiungibile nel nostro territorio se la centrale fosse costruita.
• Il programma amministrativo di intensificazione della vocazione turistica, culturale e agricola della nostra Città risulterebbe gravemente compromesso.
Ai cittadini - conclude il documento - il compito di pronunciarsi responsabilmente e di decidere se l'investimento programmato di una Centrale a Biomasse possa soddisfare i reali bisogni della comunità territoriale, in particolare la tutela della salute, la salubrità dell'ambiente, l'immagine della Città in genere».
«Preliminarmente – puntualizza il documento si da atto che: in data 10 dicembre 2010 Renovo Bioenergy e Legambiente sottoscrivevano un accordo che prevedeva "Una collaborazione per la corretta informazione e la promozione delle piccole centrali termoelettriche alimentate a biomassa, ottenuta da intese di filiera corta", nonchè si impegnavano reciprocamente a promuovere "Le centrali a biomassa a filiera corta che non superino il megawatt di potenza" (fonte: sito web Renovo, Greenreport.it). Il progetto divulgato unitamente a Legambiente prevedeva la realizzazione di 50 centrali a legna in tutta Italia.
Per quanto riguarda il progetto, in procinto di essere approvato nella nostra Città – continua il documento - si ritiene opportuno rivolgere alcune domande:
- è corretto che l'iter amministrativo per la messa in funzione della centrale a biomassa della Renovo venga assentito con procedura abilitativa semplificata (P.A.S.)?
- è vero che i dati di partenza del calcolo di ricaduta degli inquinanti al suolo sono stati, dapprima, riferiti a valori misurati nel Comune di Casamassima, ed in un secondo momento, ad una sola delle due centraline installate a Molfetta?
- sono state raffrontate le polveri totali che saranno emesse dall'impianto termico nell'ambiente, evidenziando la percentuale granulometrica delle stesse polveri?
- è vero che l'autorizzazione rilasciata dalla Provincia menzione solo la potenzialità termica dell'impianto di 5,9 Mwt, mentre non autorizza la parte dell'impianto di cogenerazione rappresentata dalla sezione elettrica di 999 kWe, trascurando, inoltre, le emissioni di processo?
- è vero che la stessa amministrazione ha omesso di indicare il minimo tecnico, obbligatorio per legge, ed il tempo che deve intercorrere tra la messa in esercizio e la messa a regime;
- è vero che è assente la relazione sul calcolo predittivo del rumore?
- è vero che con la presenza sul territorio di Molfetta di una centrale a biomasse avente una potenza complessiva di circa 116 MWE si avrebbe una concentrazione di polveri superiore alle norme vigenti?
- sarà possibile recuperare nel territorio (filiera corta) i quantitativi di biomasse legnose necessari per far funzionare la centrale (18.000 ton. annue = 50 ton. al giorno)?
- quali sono le misure di compensazione previste dal Regolamento Regionale n. 12 del 2008 con le quali la Renovo ripagherà la pressione ambientale sull'agro di Molfetta?
- è vero che sarebbero già pendenti alcuni contenziosi amministrativi intrapresi dalla Società in danno degli Enti locali che avrebbero riconsiderato la disponibilità di installare sui loro territori gli impianti in questione (vedi Comune di Guardiagrele e Comune di Pontremoli);
- non sarebbe opportuno adottare la procedura adottata da altri Comuni, che hanno affidato la decisione ai Consigli Comunali, in sessione straordinaria, ancorchè in tali circostanze la massima assise si sarebbero poi espresse all'unanimità contro la realizzazione dell'impianto a biomasse per l'assenza della valutazione d'impatto ambientale e per la presenza di produzioni agricole e biologiche di particolare pregio. Tanto sarebbe accaduto a Paestum (NA), dove il 06.06.2014 il sindaco e l'assessore alle Politiche Ambientali si sono recati presso la Regione per partecipare alla conferenza di servizio sulla costruzione di un impianto alimentato a biomassa per ribadire il "no" dell'amministrazione comunale alla realizzazione dell'impianto?
- quali sono gli orientamenti delle associazioni ambientalistiche molfettesi e perché il loro totale silenzio?
- quale decisione è stata adottata nell'ambito del Forum Agenda XXI, "luogo di confronto tra l'amministrazione comunale, le associazioni e cittadini sulle politiche ambientali, sociali, economiche e culturali"?
Questa Associazione in attesa di ottenere chiarimenti ai dubbi sopra esposti sosterrà il NO al progetto anche perché:
• La centrale termoelettrica a biomasse legnose è classificata dalla legge "insalubre di prima classe" (la più grave), produce polveri sottili cancerogene (ossido di azoto, ossido di carbonio, formaldeide, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, e diossina). Si segnala che il D.Lgs. 81 sulla sicurezza dei luoghi di lavoro inserisce le polveri di legno duro (esempio "ulivo") all'interno delle sostanze cancerogene; rischio che si corre nel processo di frantumazione del legno (segatura) per la produzione di pellet, attività che sarà collegata a quella della produzione di energia.
• La normativa vigente considera biomassa anche la frazione organica del rifiuto solido urbano, e quindi l'autorizzazione dell'impianto "se", successivamente modificato, bruciasse anche rifiuti.
• Le ricadute occupazionali previste sarebbero davvero risibili se comparate ai rischi dell'attività produttiva, ai probabili danni alla salute, al pregiudizio della qualità dell'ambiente, alla compromissione dello sviluppo commerciale ed artigianale della zona, ed al danno irreparabile alle attività agricole ad alle unità immobiliari pertinenziali.
• Le aziende agricole invase dal deposito di polveri non potrebbero accedere ai benefici comunitari per l'adozione dell'agricoltura biologica.
• Le aziende agricole molfettesi risulterebbero fortemente penalizzate anche perché i programmi di Politica Agricola Comunitaria ed il nuovo Piano di Sviluppo Rurale premieranno solo quelle aziende che adotteranno pratiche agronomiche e progetti rispettosi dell'ambiente, risultato questo irraggiungibile nel nostro territorio se la centrale fosse costruita.
• Il programma amministrativo di intensificazione della vocazione turistica, culturale e agricola della nostra Città risulterebbe gravemente compromesso.
Ai cittadini - conclude il documento - il compito di pronunciarsi responsabilmente e di decidere se l'investimento programmato di una Centrale a Biomasse possa soddisfare i reali bisogni della comunità territoriale, in particolare la tutela della salute, la salubrità dell'ambiente, l'immagine della Città in genere».