No alla condotta marina a Torre Calderina

Gli attivisti e i parlamentari 5 Stelle presentano una proposta alternativa

martedì 8 luglio 2014 8.59
C'è una proposta alternativa alla realizzazione della condotta sottomarina nell'Area Protetta "Torre Calderina" con riutilizzo per uso irriguo delle acque depurate. L'iniziativa è degli attivisti del Movimento 5Stelle ed è stata sottoscritta da tutti i sei Deputati del gruppo M5S a Montecitorio On. Giuseppe D'Ambrosio, On. Giuseppe Brescia, On. Giuseppe L'Abbate, On. Diego De Lorenzis, On. Emanuele Scagliusi, On. Francesco Cariello.

Il testo della proposta. "Nei territori dei Comuni di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi sono in corso di presentazione e realizzazione progetti e lavori in riferimento al Piano di Tutela delle Acque della Provincia di Bari, per i quali non si permette il riutilizzo delle acque trattate nei depuratori degli stessi Comuni ma si prevede la costruzione di condotte interrate per decine di chilometri, collettori, impianto di carico e relativa condotta sottomarina per lo scarico in mare di tutte le acque reflue dai quattro emissari depuratori (per uno sversamento complessivo di oltre 60.000 tonnellate al giorno).

Il progetto generale, avanzato dall'Acquedotto Pugliese, si regge su una sostanziale menzogna: parte dall'errato presupposto, infatti, che i depuratori esistenti funzionino regolarmente, nascondendo la realtà che, invece, ha accertato inadeguatezza degli impianti alla funzione di depurazione e cronico disservizio di tutti i quattro impianti depuratori (sequestrati più volte dalla Magistratura negli ultimi due anni per inosservanza dei parametri di legge sullo scarico e che mai hanno assicurato il servizio di depurazione puntualmente pagato dai Cittadini contribuenti), di cui si prevede di incanalare gli emissari per scaricarli in mare in un unico punto a due chilometri dalla costa mediante condotta sottomarina alimentata, secondo progetto AQP, da una stazione di pompaggio con relative elettropompe che dovranno funzionare 24 ore su 24 scaricando a pressione continua i reflui alla velocità costante di 700 Lt/s. E' inoltre previsto che eventuali avarie alle elettropompe causeranno inevitabilmente lo scarico in battigia di tutte le 60.536 tonnellate giornaliere di reflui mal depurati nell' Area Protetta di Torre Calderina.

I parlamentari sottoscrittori della presente, facendosi interpreti e portavoce di cittadini, Associazioni e Movimenti locali impegnati nella tutela del territorio e del diritto alla salute, chiedono e sollecitano al Presidente della Regione Puglia, ai Presidenti delle Province Bari e BAT, all'Autorità Idrica Pugliese e ai Sindaci dei Comuni di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi, secondo le competenze e prerogative di ciascuno, l'adozione e il sostegno di ogni utile provvedimento finalizzato ad uno sfruttamento razionale, per l'intero bacino di utenza, delle risorse idriche esistenti e una migliore utilizzazione delle risorse finanziarie stanziate per l'applicazione del Piano di Tutela delle Acque, prevedendo contestualmente al dimensionamento tecnico dei depuratori al carico effettivo in entrata, l'implementazione degli stessi impianti ai fini del riutilizzo dell'acqua depurata in uscita dagli emissari, in modo che la stessa possa ricadere sul suolo, scorrere come corso d'acqua naturale fino al recapito marino ed essere liberamente e legittimamente prelevata e utilizzata sia in agricoltura per uso irriguo che per diverso impiego a norma di legge in altri ambiti (industriale, urbano, ecc.), destinando a tale scopo ogni finanziamento pubblico e cancellando progetti di condotte sotterranee o sottomarine, cementificazioni e consumo di suolo a impatto ambientale e paesaggistico negativo, che non risolverebbero, ma eventualmente aggraverebbero, i problemi connessi al cattivo funzionamento dei menzionati depuratori.
Gli scriventi, in particolare, richiamano l'attenzione del Presidente della Regione Puglia sulla dubbia compatibilità della proposta condotta sottomarina - in cui dovrebbero confluire i reflui di cinque Comuni per complessive 60.536 tonnellate giornaliere di scarichi mal depurati - con l'istituenda Area Marina Protetta Grotte di Ripalta-Torre Calderina, già Oasi di Protezione e Sito d'Importanza Comunitaria per la presenza di fondali di pregio e tipi di Habitat Posidoneto San Vito (al riguardo si ricorda che la legge 6 dicembre 1991, n. 394 al comma 2 dell'art. 6 recante "Misure di salvaguardia" prevede che dalla pubblicazione del programma fino all'istituzione delle singole aree protette operano direttamente le misure di salvaguardia di cui al comma 3 :"Sono vietati (…) l'esecuzione di nuove costruzioni e la trasformazione di quelle esistenti, qualsiasi mutamento dell'utilizzazione dei terreni con destinazione diversa da quella agricola e quant'altro possa incidere sulla morfologia del territorio, sugli equilibri ecologici, idraulici ed idrogeotermici e sulle finalità istitutive dell'area protetta").

Da qui la richiesta a Regione Puglia e Acquedotto Pugliese di rinunciare alla realizzazione delle opere programmate, promuovendo, invece, adeguate ed approfondite indagini, nonché studi di fattibilità finalizzati ad una sollecita realizzazione di sistemi alternativi di smaltimento delle acque depurate, che consentano il recupero e l'affinamento delle acque reflue per il loro utilizzo in agricoltura, utilizzando anche l'impiantistica e le reti irrigue già esistenti e risolvano efficacemente, e nel rispetto dei diritti ad un ambiente sano e alla salute dei Cittadini, il problema dello smaltimento dei reflui (al riguardo si ricorda che nel marzo 2010 sono stati ultimati i lavori a completamento dell'impianto di affinamento e riutilizzo in agricoltura delle acque reflue per gli impianti di Molfetta e Ruvo-Terlizzi con finanziamento di 8.331.448,49 euro relativi ai Fondi Strutturali relativi alla programmazione 2007/2013, programma: POR CONV FESR PUGLIA, soggetto attuatore: Consorzio di Bonifica Terre d'Apulia, impianto mai entrato in esercizio e dunque abbandonato da quattro anni anche a causa dell'inosservanza dei parametri stabiliti dalla normativa vigente D.Lgs. 152/06 sui limiti dello scarico da parte degli impianti depuratori di Molfetta e Ruvo-Terlizzi).
Sversare in mare acque di fogna mal depurate significa persistere in una cultura che rinuncia alla centralità del recupero e del riutilizzo di una risorsa preziosa: l'acqua.

Per questo motivo è prioritario, in alternativa al progetto della condotta sottomarina, adeguare gli impianti di depurazione al carico in entrata e attivare gli impianti di affinamento, per privilegiare un sistema che preveda il recupero ed il riutilizzo delle acque depurate (come previsto per l'impianto di Corato - con investimento di 6.000.000 di euro - i cui reflui in netta contraddizione con la politica propagandata dal progetto della Regione Puglia e della Provincia di Bari "RI.F.A.RE", si prevede di incanalare e scaricare a mare).

Con la nostra proposta, oltre ad evitare sprechi di acqua, si realizzerebbe anche una maggior tutela dell'ambiente marino, risorsa turistica essenziale per l'economia del territorio.
Per tutte le motivazioni sopra riportate, i sottoscritti PARLAMENTARI CHIEDONO:
- che la Regione Puglia si attivi immediatamente un tavolo di confronto con l'apposita Commissione incaricata della Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) al fine di verificare tutte le informazioni tecniche di progetto;
- che i Sindaci dei Comuni interessati convochino congiuntamente e con la massima urgenza i Consigli Comunali aperti ai cittadini per esprimersi pubblicamente sulla questione: i cittadini hanno diritto di sapere chi sono gli amministratori che remano contro la salvaguardia del mare e la tutela della salute;
- di conoscere quali provvedimenti Regione e Acquedotto Pugliese S.p.A. intendono adottare per garantire il corretto funzionamento dei depuratori esistenti e i tempi occorrenti al loro servizio a regime;
- chiedere all'Autorità Idrica Pugliese di esprimersi a riguardo, rammentando che tra le funzioni attribuite alla predetta autorità rientrano le azioni rivolte al risparmio idrico e al riutilizzo delle acque reflue".