Ninnì Camporeale: "Nella vita non si può improvvisare, Natalicchio lascia una città divisa"
"Ora c'è bisogno di riprendere un'idea di sviluppo economico troncata nel 2013"
lunedì 2 maggio 2016
9.08
Tre anni dopo sembra essere passata una vita. Lo sa bene Ninnì Camporeale, candidato sindaco del centrodestra nel 2013, a un soffio dal diventare sindaco già al primo turno, il quale conobbe da vicino e sulla sua pelle politica l'inizio di quella novità clamorosa che si chiamava Paola Natalicchio.
Il già presidente del consiglio comunale, allievo di Gianni Carnicella e delfino di Antonio Azzollini, in questi tre anni è rimasto a guardare la politica fuori dai palazzi. "Più volte in campagna elettorale ed in ogni dove ho tentato di far comprendere che in politica come in ogni attività umana non ci si può improvvisare ma occorre imparare, accrescere le competenze e poi cimentarsi nei posti di responsabilità" dice oggi Camporeale all'indomani delle dimissioni di quella giovane, allora 34enne, che con sorpresa di tutti ebbe la meglio al ballottaggio.
"Molfetta nel 2013 si è fatta ammaliare da chi provenendo da Roma e senza conoscere alcunché delle dinamiche cittadine ha fondato sulla ingiuria politica, sulla divisione cittadina e soprattutto sul denunciare ed insinuare falsi quanto irreali scenari di malaffare ed illegittimità di chi aveva amministrato sino ad allora la propria campagna elettorale. A ciò -- continua Camporeale -- si aggiunga che la supponenza ed il complesso di superiorità del personaggio sindaco associato al carrierismo ed al malcelato clientelismo di chi l'ha aiutata in campagna elettorale ha creato un solco con quella gente comune che nel 2013 si è fatta convincere e l'ha votata decretando la vittoria".
"A questo punto questa figura narcisista e poco utile per la città ci lascia una Molfetta profondamente divisa, lacerata da conti politici in sospeso da regolare, e soprattutto con la necessità di dover ricorrere ad una classe dirigente che dovrà accollarsi il fardello di debiti che l'amministrazione Natalicchio ha già imputato agli esercizi finanziari futuri e soprattutto riprendere le fila di una progettualità e di una idea di sviluppo economico non solo troncati nel 2013 ma sistematicamente demoliti ed abbattuti con scienza e coscienza dal sindaco Natalicchio.
"A questo compito estremamente gravoso - conclude Camporeale - occorrerà proporre una classe di personale politico rinnovata ma formata a quei valori di bene comune, rispetto delle istituzioni che i nostri padri nobili come Gianni Carnicella, Enzo de Cosmo, Finocchiaro, Fiore e tanti alti indipendentemente dagli schieramenti politici di appartenenza si sono sforzati di tramandare alle classi dirigenti nuove in via di formazione."
Il già presidente del consiglio comunale, allievo di Gianni Carnicella e delfino di Antonio Azzollini, in questi tre anni è rimasto a guardare la politica fuori dai palazzi. "Più volte in campagna elettorale ed in ogni dove ho tentato di far comprendere che in politica come in ogni attività umana non ci si può improvvisare ma occorre imparare, accrescere le competenze e poi cimentarsi nei posti di responsabilità" dice oggi Camporeale all'indomani delle dimissioni di quella giovane, allora 34enne, che con sorpresa di tutti ebbe la meglio al ballottaggio.
"Molfetta nel 2013 si è fatta ammaliare da chi provenendo da Roma e senza conoscere alcunché delle dinamiche cittadine ha fondato sulla ingiuria politica, sulla divisione cittadina e soprattutto sul denunciare ed insinuare falsi quanto irreali scenari di malaffare ed illegittimità di chi aveva amministrato sino ad allora la propria campagna elettorale. A ciò -- continua Camporeale -- si aggiunga che la supponenza ed il complesso di superiorità del personaggio sindaco associato al carrierismo ed al malcelato clientelismo di chi l'ha aiutata in campagna elettorale ha creato un solco con quella gente comune che nel 2013 si è fatta convincere e l'ha votata decretando la vittoria".
"A questo punto questa figura narcisista e poco utile per la città ci lascia una Molfetta profondamente divisa, lacerata da conti politici in sospeso da regolare, e soprattutto con la necessità di dover ricorrere ad una classe dirigente che dovrà accollarsi il fardello di debiti che l'amministrazione Natalicchio ha già imputato agli esercizi finanziari futuri e soprattutto riprendere le fila di una progettualità e di una idea di sviluppo economico non solo troncati nel 2013 ma sistematicamente demoliti ed abbattuti con scienza e coscienza dal sindaco Natalicchio.
"A questo compito estremamente gravoso - conclude Camporeale - occorrerà proporre una classe di personale politico rinnovata ma formata a quei valori di bene comune, rispetto delle istituzioni che i nostri padri nobili come Gianni Carnicella, Enzo de Cosmo, Finocchiaro, Fiore e tanti alti indipendentemente dagli schieramenti politici di appartenenza si sono sforzati di tramandare alle classi dirigenti nuove in via di formazione."