Niente carnevale a Molfetta: la singolare protesta di un maestro cartapestaio
In piazza Mazzini, fino a martedì sera, l'inedita manifestazione di dissenso
lunedì 27 febbraio 2017
23.35
Anche quest'anno per Molfetta il Carnevale sta passando sottotono e, salvo delle feste di quartiere o parrocchiali, la città è rimasta orfana di sfilate di carri allegorici o di veglioncini.
Se su Facebook il malcontento per questo ennesimo anno in bianco serpeggia liberamente, in città invece si sta concretizzando in queste ore la protesta indubbiamente singolare di un maestro cartapestaio, Francesco De Candia.
A partire da ieri, e fino a martedì sera, in piazza Mazzini è possibile notare una simpatica installazione composta da quattro pupazzi in cartapesta ed il nostro tipico Tome che adornano un panorama di Molfetta ed un cartello ironico contro i prezzi della SIAE per l'utilizzo della musica in luoghi pubblici.
L'installazione, affatto abusiva, anzi, regolarmente fornita di autorizzazione di suolo pubblico pagata, è stata ideata e realizzata da un maestro cartapestaio molfettese, Francesco De Candia, che ha voluto in questo modo manifestare, anche in maniera nostalgica, l'assordante silenzio di questi giorni di Carnevale molfettese.
«La mia è una forma di protesta educata, civile, ironica ma allo stesso tempo nostalgica di un Carnevale che Molfetta non ha più e che invece merita» afferma in una chiacchierata il cartapestaio De Candia che con una straordinaria serenità, ma con un velo di tristezza, non esita a puntare il dito contro le precedenti amministrazioni che hanno affossato le sfilate dei carri non finanziando minimamente alcuna iniziativa.
«Ho chiesto un finanziamento minimo al Commissario Passerotti, il quale, rispondendomi con garbo e rispetto, non ha potuto concedermelo considerato che alcuna spesa di tale genere era prevista nel precedente bilancio».
Che fine faranno allora quei pupazzi realizzati? «La loro realizzazione ha richiesto mesi di lavoro e sono già stati venduti per il prossimo Carnevale di Palombaio»
Si, avete letto bene, Palombaio, e senza nulla togliere alla simpatica cittadina, siamo abbastanza certi che leggendo le parole di De Candia sul futuro di quei pupazzi in cartapesta, state realizzando la stessa amara riflessione fatta dai numerosi presenti di ieri sera in Piazza Mazzini. Palombaio, frazione di Bitonto di circa 3.500 abitanti, ha un suo Carnevale.
Molfetta, 60.000 abitanti non ha nulla da far sfilare.
«Io ricordo ancora i grandi Carnevali molfettesi che portavano in strada decine e decine di migliaia di persone. Ora ci siamo ridotti al nulla. La mia protesta non termina però qui. Invito tutti a raggiungermi martedì pomeriggio intorno alle 18. Concluderemo il Carnevale lanciando un nuovo e simpatico e particolare messaggio di protesta contro chi ha soffocato questa tradizione molfettese».
Certo, la protesta è contenuta e non rumorosa, ma sfrutta sapientemente lo spirito carnevalesco ed ironico di sfottò ai "potenti", tipico di questo periodo ma rappresenta comunque la volontà di non voler dimenticare ciò che il Carnevale è stato a Molfetta, sperando che torni nuovamente ad esserlo.
Se su Facebook il malcontento per questo ennesimo anno in bianco serpeggia liberamente, in città invece si sta concretizzando in queste ore la protesta indubbiamente singolare di un maestro cartapestaio, Francesco De Candia.
A partire da ieri, e fino a martedì sera, in piazza Mazzini è possibile notare una simpatica installazione composta da quattro pupazzi in cartapesta ed il nostro tipico Tome che adornano un panorama di Molfetta ed un cartello ironico contro i prezzi della SIAE per l'utilizzo della musica in luoghi pubblici.
L'installazione, affatto abusiva, anzi, regolarmente fornita di autorizzazione di suolo pubblico pagata, è stata ideata e realizzata da un maestro cartapestaio molfettese, Francesco De Candia, che ha voluto in questo modo manifestare, anche in maniera nostalgica, l'assordante silenzio di questi giorni di Carnevale molfettese.
«La mia è una forma di protesta educata, civile, ironica ma allo stesso tempo nostalgica di un Carnevale che Molfetta non ha più e che invece merita» afferma in una chiacchierata il cartapestaio De Candia che con una straordinaria serenità, ma con un velo di tristezza, non esita a puntare il dito contro le precedenti amministrazioni che hanno affossato le sfilate dei carri non finanziando minimamente alcuna iniziativa.
«Ho chiesto un finanziamento minimo al Commissario Passerotti, il quale, rispondendomi con garbo e rispetto, non ha potuto concedermelo considerato che alcuna spesa di tale genere era prevista nel precedente bilancio».
Che fine faranno allora quei pupazzi realizzati? «La loro realizzazione ha richiesto mesi di lavoro e sono già stati venduti per il prossimo Carnevale di Palombaio»
Si, avete letto bene, Palombaio, e senza nulla togliere alla simpatica cittadina, siamo abbastanza certi che leggendo le parole di De Candia sul futuro di quei pupazzi in cartapesta, state realizzando la stessa amara riflessione fatta dai numerosi presenti di ieri sera in Piazza Mazzini. Palombaio, frazione di Bitonto di circa 3.500 abitanti, ha un suo Carnevale.
Molfetta, 60.000 abitanti non ha nulla da far sfilare.
«Io ricordo ancora i grandi Carnevali molfettesi che portavano in strada decine e decine di migliaia di persone. Ora ci siamo ridotti al nulla. La mia protesta non termina però qui. Invito tutti a raggiungermi martedì pomeriggio intorno alle 18. Concluderemo il Carnevale lanciando un nuovo e simpatico e particolare messaggio di protesta contro chi ha soffocato questa tradizione molfettese».
Certo, la protesta è contenuta e non rumorosa, ma sfrutta sapientemente lo spirito carnevalesco ed ironico di sfottò ai "potenti", tipico di questo periodo ma rappresenta comunque la volontà di non voler dimenticare ciò che il Carnevale è stato a Molfetta, sperando che torni nuovamente ad esserlo.