Nicolò Ayroldi torna nella sua Molfetta con uno spettacolo su Peppino Impastato
L'attore: «Per me è un cerchio che si chiude»
sabato 13 maggio 2023
13.30
Il Presidio Libera "Gianni Carnicella" di Molfetta conclude per quest'anno scolastico il proprio impegno con le scuole superiori della città proponendo agli studenti, presso La Cittadella degli Artisti, nelle giornate del 16 e del 17 maggio, alle ore 9 e alle ore 11, la fruizione dello spettacolo "SONO UNA BOMBA – La storia di Peppino Impastato", di e con Nicolò Ayroldi (con Sound design di Paolo Vista e Nicolò Ayroldi, supervisione drammaturgica di Francesco Maria Russo e Salvo Vitale). Sempre il 17 maggio è previsto anche uno spettacolo serale per il pubblico con inizio alle 20:30.
Dopo il questionario online sulla percezione della legalità negli adolescenti, la visione del docufilm su Gianni Carnicella "Trentanni", del regista Girolamo Macina, con testimonianze e dibattito, il Presidio sceglie il linguaggio teatrale per accostarsi ai ragazzi. A distanza di pochi giorni dall'anniversario della morte di Peppino Impastato, avvenuta il 9 maggio 1978 a Cinisi per mano della mafia, s'intende riportare alla luce uno scorcio della breve e intensa esistenza del giovane siciliano, che, pur nato in una famiglia mafiosa, ha avuto la forza e il coraggio di ribellarsi a una condizione e a un ruolo immaginati per lui, ma per lui stretti e scomodi.
Lo spettacolo racconterà questa storia, grazie alla regia e all'arte del giovane Nicolò, nostro concittadino, che rivestirà per circa un'ora i panni di Peppino. Per l'attore molfettese si tratta di un grande ritorno nella sua città d'origine: «Ci tengo a ringraziare il Presidio Libera e La Cittadella degli Artisti per avermi ospitato e consentito una sorta di chiusura del cerchio, come Ulisse che dopo un lungo viaggio può fare ritorno nella sua Itaca».
«È un'ulteriore sfida riprendere una drammaturgia che mi ha accompagnato nella ricerca per quasi un anno, e recitarla avendo chiaro il fatto che da quando l'abbia scritta e poi portata in scena a Roma io sia cambiato. Questa è la meraviglia di riprendere un testo, di recitarlo con le stesse parole ma con pensieri diversi, un corpo diverso, un'immaginazione diversa. Approssimarmi a Peppino, alle sue idee, alle sue scelte, alla sua forza mentale e alla sua resistenza è sempre vivificante, in un periodo sempre più complesso e tanto veloce».
«Non vedo l'ora di condividerlo con i ragazzi delle scuole superiori. Credo - ha concluso - che sia per loro un periodo dove si scoprono le proprie fragilità, la propria natura e la personale propensione ad una visione della vita e alla sua interpretazione. Loro sono ancora pieni di domande, sono un mondo ancora tanto aperto. Sono con loro, a quell'età facevo altro e mai mi sarei immaginato di raccontare storie e diventare un attore. Il cerchio si concluderà la sera del 17, dove tutti saranno invitati. Spero che la visione di questo spettacolo possa avvicinare tante persone al Teatro, anche e soprattutto persone che non lo seguono affatto. Questa potrebbe essere già una grande vittoria».
Dopo il questionario online sulla percezione della legalità negli adolescenti, la visione del docufilm su Gianni Carnicella "Trentanni", del regista Girolamo Macina, con testimonianze e dibattito, il Presidio sceglie il linguaggio teatrale per accostarsi ai ragazzi. A distanza di pochi giorni dall'anniversario della morte di Peppino Impastato, avvenuta il 9 maggio 1978 a Cinisi per mano della mafia, s'intende riportare alla luce uno scorcio della breve e intensa esistenza del giovane siciliano, che, pur nato in una famiglia mafiosa, ha avuto la forza e il coraggio di ribellarsi a una condizione e a un ruolo immaginati per lui, ma per lui stretti e scomodi.
Lo spettacolo racconterà questa storia, grazie alla regia e all'arte del giovane Nicolò, nostro concittadino, che rivestirà per circa un'ora i panni di Peppino. Per l'attore molfettese si tratta di un grande ritorno nella sua città d'origine: «Ci tengo a ringraziare il Presidio Libera e La Cittadella degli Artisti per avermi ospitato e consentito una sorta di chiusura del cerchio, come Ulisse che dopo un lungo viaggio può fare ritorno nella sua Itaca».
«È un'ulteriore sfida riprendere una drammaturgia che mi ha accompagnato nella ricerca per quasi un anno, e recitarla avendo chiaro il fatto che da quando l'abbia scritta e poi portata in scena a Roma io sia cambiato. Questa è la meraviglia di riprendere un testo, di recitarlo con le stesse parole ma con pensieri diversi, un corpo diverso, un'immaginazione diversa. Approssimarmi a Peppino, alle sue idee, alle sue scelte, alla sua forza mentale e alla sua resistenza è sempre vivificante, in un periodo sempre più complesso e tanto veloce».
«Non vedo l'ora di condividerlo con i ragazzi delle scuole superiori. Credo - ha concluso - che sia per loro un periodo dove si scoprono le proprie fragilità, la propria natura e la personale propensione ad una visione della vita e alla sua interpretazione. Loro sono ancora pieni di domande, sono un mondo ancora tanto aperto. Sono con loro, a quell'età facevo altro e mai mi sarei immaginato di raccontare storie e diventare un attore. Il cerchio si concluderà la sera del 17, dove tutti saranno invitati. Spero che la visione di questo spettacolo possa avvicinare tante persone al Teatro, anche e soprattutto persone che non lo seguono affatto. Questa potrebbe essere già una grande vittoria».