Network Contacts, inviata lettera di licenziamento a 280 lavoratori
L'azienda ha spiegato le sue motivazioni nella missiva
sabato 12 agosto 2023
15.42
La Network Contacts ha avviato le procedure di licenziamento collettivo per 280 lavoratori dislocati nei plessi di Molfetta e in quello di Concorezzo nella provincia di Monza-Brianza, a seguito della grave crisi che ha coinvolto il settore delle telecomunicazioni negli ultimi due anni.
«Il settore in cui opera la società, come ben noto, si caratterizza per l'attività labour intensive ed è coinvolto in una profonda crisi motivata da plurimi fattori. Il mercato dei call center in outsourcing a causa della carenza di regole di sistema nonché a causa della disparità di forza contrattuale tra Committenti ed outsourcer, è uno dei più esposti ai problemi delle gare al massimo ribasso e crisi occupazionale».
[...]
«L'impossibilità di utilizzare i lavoratori in commesse diverse da quella in cui sono attualmente adibiti è confermata anche dal fatto che, data la specificità delle attività svolte, per realizzare tale conversione è indispensabile impiegare i lavoratori in un impegnativo percorso formativo con oneri a carico dell'impresa che non può essere compatibile con la continuità aziendale. La fase di apprendimento, il cui costo è a totale carico azienda, è strutturata a livello individuale questo vuol dire che la formazione si perfeziona in ragione della curva di apprendimento della singola risorsa se dall'analisi della stessa si riscontrano incongruenze o risultati diversi da quelli attesi».
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«A tutt'oggi, difatti, si assiste ad una erosione dei ricavi e ad una drastica riduzione dei posti di lavoro ai quali si aggiungono il continuo ricorso ad ammortizzatori sociali, esodi incentivati, tagli nella contrattazione aziendale, perdite di professionalità importanti, e blocco pressoché totale del ricambio generazionale. Negli ultimi anni sono state diverse le aziende di settore che sono fallite o hanno abbandonato questo tipo di attività in outsourcing, mentre quelli che rimangono non riescono a garantire stabilità occupazionale ed economica, ricorrendo quotidianamente ad ammortizzatori sociali. L'avanzamento dei sistemi tecnologici, come ad esempio l'Intelligenza Artificiale, assorbono progressivamente parte dei volumi di traffico prima affidati dalla committenza alle aziende in outsourcing, allo stesso tempo si registrano importanti investimenti sui siti internet dei committenti che consentono l'interazione diretta dell'utenza, superando la necessità di ricorrere a servizi di Call center».
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«Oltre a quanto sin qui rappresentato, si evidenzia che le tariffe telefoniche del nostro paese hanno registrato una forte riduzione e questa condizione ha avuto un immediato riverbero sui servizi di assistenza, in quanto i committenti hanno drasticamente ridotto i budget dedicati a questa tipologia di servizio. Nel settore, poi, la committenza assume unilaterali decisioni in merito alle fluttuazioni dei volumi contrattuali, riducendone le quantità con termini di preavviso molto stringenti; tutto questo senza considerare minimamente le ricadute occupazionali e l'assetto organizzativo delle appaltatrici, come la scrivente società. Si ricorda, poi, che per la difficile situazione del settore sono stati aperti diversi tavoli di crisi presso il Ministero del Lavoro e presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy».
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«Nonostante il costante impegno nella risoluzione della grave situazione, ogni sforzo non ha in alcun modo efficace ad una inversione del fenomeno in cui è coinvolta, ne consegue che l'Azienda, oltre alle iniziative che saranno descritte, non disponendo di ulteriori strumenti, non può che ricorrere alla presente procedura per rimediare alla situazione di esubero occupazionale».
«Il settore in cui opera la società, come ben noto, si caratterizza per l'attività labour intensive ed è coinvolto in una profonda crisi motivata da plurimi fattori. Il mercato dei call center in outsourcing a causa della carenza di regole di sistema nonché a causa della disparità di forza contrattuale tra Committenti ed outsourcer, è uno dei più esposti ai problemi delle gare al massimo ribasso e crisi occupazionale».
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«L'impossibilità di utilizzare i lavoratori in commesse diverse da quella in cui sono attualmente adibiti è confermata anche dal fatto che, data la specificità delle attività svolte, per realizzare tale conversione è indispensabile impiegare i lavoratori in un impegnativo percorso formativo con oneri a carico dell'impresa che non può essere compatibile con la continuità aziendale. La fase di apprendimento, il cui costo è a totale carico azienda, è strutturata a livello individuale questo vuol dire che la formazione si perfeziona in ragione della curva di apprendimento della singola risorsa se dall'analisi della stessa si riscontrano incongruenze o risultati diversi da quelli attesi».
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«A tutt'oggi, difatti, si assiste ad una erosione dei ricavi e ad una drastica riduzione dei posti di lavoro ai quali si aggiungono il continuo ricorso ad ammortizzatori sociali, esodi incentivati, tagli nella contrattazione aziendale, perdite di professionalità importanti, e blocco pressoché totale del ricambio generazionale. Negli ultimi anni sono state diverse le aziende di settore che sono fallite o hanno abbandonato questo tipo di attività in outsourcing, mentre quelli che rimangono non riescono a garantire stabilità occupazionale ed economica, ricorrendo quotidianamente ad ammortizzatori sociali. L'avanzamento dei sistemi tecnologici, come ad esempio l'Intelligenza Artificiale, assorbono progressivamente parte dei volumi di traffico prima affidati dalla committenza alle aziende in outsourcing, allo stesso tempo si registrano importanti investimenti sui siti internet dei committenti che consentono l'interazione diretta dell'utenza, superando la necessità di ricorrere a servizi di Call center».
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«Oltre a quanto sin qui rappresentato, si evidenzia che le tariffe telefoniche del nostro paese hanno registrato una forte riduzione e questa condizione ha avuto un immediato riverbero sui servizi di assistenza, in quanto i committenti hanno drasticamente ridotto i budget dedicati a questa tipologia di servizio. Nel settore, poi, la committenza assume unilaterali decisioni in merito alle fluttuazioni dei volumi contrattuali, riducendone le quantità con termini di preavviso molto stringenti; tutto questo senza considerare minimamente le ricadute occupazionali e l'assetto organizzativo delle appaltatrici, come la scrivente società. Si ricorda, poi, che per la difficile situazione del settore sono stati aperti diversi tavoli di crisi presso il Ministero del Lavoro e presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy».
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«Nonostante il costante impegno nella risoluzione della grave situazione, ogni sforzo non ha in alcun modo efficace ad una inversione del fenomeno in cui è coinvolta, ne consegue che l'Azienda, oltre alle iniziative che saranno descritte, non disponendo di ulteriori strumenti, non può che ricorrere alla presente procedura per rimediare alla situazione di esubero occupazionale».