Nessun paese è un'isola: luci e ombre sul fenomeno dell'immigrazione

Molfetta è modello virtuoso della rete Sprar

mercoledì 29 marzo 2017
A cura di Verdiana Mastrofilippo
Una vera e propria "operazione verità" sul fenomeno dell'immigrazione quella portata avanti nell'incontro "Nessun paese è un'isola" avvenuto lunedì 27 marzo presso la Sala Turtur di Molfetta.

L'evento, organizzato dal Forum Molfetta Accogliente, è stato così intitolato dal nome dell'omonimo libro del giornalista e blogger Stefano Catone che ne ha presentato il contenuto durante l'incontro moderato da Gabriele Vilardi, portavoce del Forum Molfetta Accogliente. Presenti anche Mimmo Pisani, responsabile della Casa di Accoglienza "don Tonino Bello" e Gianpietro Losapio, presidente della Soc. Coop. Comunità Oasi2 San Francesco Onlus, ente gestore del progetto S.P.R.A.R. del Comune di Molfetta.

Se l'immigrazione risulta essere uno dei supposti problemi cardine delle democrazie occidentali, affamate di stabilità economica e sicurezza interna, all'opposto è altrettanto vero che questo fenomeno è spesso strumentalizzato come la causa di ogni male di inizio secolo. I numeri invece parlano di una realtà ben diversa: i movimenti migratori in termini di unità sono ben più esigui di quanto si percepisca, specie se guardiamo all'immigrazione che interessa l'Italia paragonata ad altri paesi europei e non. Viene spesso anche omesso il ritorno economico statale che si innesca positivamente quando un immigrato viene perfettamente inserito, parlandosi di individui giovani che versano contributi e pagano tasse e, talvolta, nemmeno rientrano di tali somme, essendo tornati in Patria al tempo della pensione.

L'immigrazione, però, continua ad essere trattata come un'emergenza da tamponare nel sistema delle varie forme di accoglienze prefettizie come CARA e CPSA, e si lascia depotenziata la rete SPRAR (Sistema protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), di cui Molfetta è virtuosa rappresentante e che promuove una forma di migliore integrazione nel territorio, chiamando alla partecipazione anche i soggetti delle comunità territoriali.

Oltre agli aspetti più eminentemente tecnici del fenomeno, particolarmente interessanti sono stati i profili di riflessione su chi possa essere chiamato "rifugiato" al giorno d'oggi: possiamo davvero escludere da ogni forma di tutela i cosiddetti "migranti economici" quando diventano tali per cambiamenti climatici che responsabilizzano l'intero pianeta?

A dare un volto a quelli che potrebbero sembrare solo numeri, sono intervenute le parole di Mimmo Pisani che ha raccontato la vita della "Casa di Accoglienza Don Tonino Bello" di Molfetta, partendo dai primi anni 90 ad oggi ed offrendo così racconti di integrazione riuscita e di sistematica esclusione.

L'invito finale che resta al termine di questo incontro è quello di cercare metodicamente la verità nei numeri e nelle storie, non trincerandosi dietro i titoli in grassetto che gridano alla "sostituzione etnica" e ad altre ugualmente millantate teorie, il cui fine spesso potrebbe essere fuorviante rispetto alla formazione di una coscienza critica e consapevole.