Nella zona industriale di Molfetta cucce per tutti i cani randagi
L'iniziativa promossa da Gran Shopping Mongolfiera e Associazione Imprenditori
domenica 16 dicembre 2018
9.09
A Molfetta il fenomeno del randagismo ha sempre rappresentato un problema, al quale porre una soluzione è sempre stato, a sua volta, complesso.
Se in centro città la questione appare più circoscritta e limitata, altra cosa è in zona industriale, dove i cani randagi si sentono a loro agio e dove molti dei quali sono addirittura nati. La cura di questi amici a quattro zampe, che non hanno avuto la fortuna di avere un padrone in grado di dedicargli mille attenzioni, è completamente nelle mani di volontari. Si tratta di gente che non considera quelle creature un' alternativa alla raccolta differenziata, a cui dare in pasto tutto ciò che rappresenta avanzo di cibo, ma ha fatto proprio un impegno che porta avanti nella maggior parte dei casi a proprie spese.
Una di loro è Anna Maria Di Pierro, che ha fatto della cura di questi cani una parte importante della propria vita.
E' grazie a gente come Anna Maria che la questione randagismo in zona industriale non è divenuto un problema di grosse proporzioni e che rende l'esistenza di ogni cane degna di un essere vivente.
Nasce proprio da un'idea di Anna Maria Di Pierro e di altre volontari come Giovanna Cormio, Vito Nicassio, Elisa Modugno, Marta Campanale e Rosa Rizzi il progetto di costruire una cuccia per ogni singolo cane della zona artigianale.
Un'iniziativa lodevole, faticosa, che richiede tempo e denaro, ma in grado di dare grandissime soddisfazioni. Ovviamente come tutte le cose belle non sono facili da portare avanti anche a causa di chi vi rema contro.
«I primi mesi della nostra attività - ha commentato Anna Maria Di Pierro – non sono stati facili, anche se la disponibilità dell'Associazione Imprenditori Molfettesi è stata massima sin dall'inizio. Pian piano la situazione è migliorata e sono iniziate ad arrivare le prime soddisfazioni». Ed infatti a tal proposito c'è chi, tra le aziende crede moltissimo a questo progetto. Tra di loro c'è sicuramente il Gran Shopping Mongolfiera, che attraverso la sua direzione in moltissime occasioni ha fatto sentire vicinanza ed estrema collaborazione a questi volontari, predisponendo addirittura un'area dove poter posizionare le cucce in legno, allestite come riparo per le notti molto fredde.
«L'attenzione che il Gran Shopping ci riserva – ha proseguito Anna Maria - è davvero massima ed è l'esempio importante di collaborazione per la tutela di quelli che consideriamo comunque i nostri cani».
Non tutti, però, hanno avuto lo stesso comportamento dell'Associazione Imprenditori Molfettesi e del suddetto centro commerciale. Ad esempio, come ci conferma Anna Maria Di Pierro, c'è un noto cash & carry della zona che non sta facilitando quest'attività e che al momento ha impedito il posizionamento di tre cucce nuove, acquistate dai volontari.
«La nostra attività di volontariato nei confronti di questi randagi – ha proseguito – è iniziata proprio in quella zona, dove abbiamo ritrovato alcuni dei cani che continuiamo ad assistere. Negli anni si moltiplicati a causa del susseguirsi di molteplici abbandoni. Molti di loro hanno fatto proprio quel territorio e pur avendo provato a spostare le cucce in un'altra zona non c'è stato verso di convincere quei cani a seguirci. Come volontari chiediamo più collaborazione e la possibilità di utilizzare gli spazi esterni di alcune aziende per posizionare queste piccole casette».
A vederle molte di loro sono davvero graziose, in grado di rispettare il decoro della zona: in legno, rivestite e ben attrezzate.
E' a gente come Anna Maria, Giovanna Cormio, Vito Nicassio, Elisa Modugno, Marta Campanale e Rosa Rizzi che questa città, divenuta ormai di proporzioni considerevoli, dovrebbe dire grazie, perché senza di loro la vita di molti di questi cani avrebbe fatto cronaca…..nera.
Se in centro città la questione appare più circoscritta e limitata, altra cosa è in zona industriale, dove i cani randagi si sentono a loro agio e dove molti dei quali sono addirittura nati. La cura di questi amici a quattro zampe, che non hanno avuto la fortuna di avere un padrone in grado di dedicargli mille attenzioni, è completamente nelle mani di volontari. Si tratta di gente che non considera quelle creature un' alternativa alla raccolta differenziata, a cui dare in pasto tutto ciò che rappresenta avanzo di cibo, ma ha fatto proprio un impegno che porta avanti nella maggior parte dei casi a proprie spese.
Una di loro è Anna Maria Di Pierro, che ha fatto della cura di questi cani una parte importante della propria vita.
E' grazie a gente come Anna Maria che la questione randagismo in zona industriale non è divenuto un problema di grosse proporzioni e che rende l'esistenza di ogni cane degna di un essere vivente.
Nasce proprio da un'idea di Anna Maria Di Pierro e di altre volontari come Giovanna Cormio, Vito Nicassio, Elisa Modugno, Marta Campanale e Rosa Rizzi il progetto di costruire una cuccia per ogni singolo cane della zona artigianale.
Un'iniziativa lodevole, faticosa, che richiede tempo e denaro, ma in grado di dare grandissime soddisfazioni. Ovviamente come tutte le cose belle non sono facili da portare avanti anche a causa di chi vi rema contro.
«I primi mesi della nostra attività - ha commentato Anna Maria Di Pierro – non sono stati facili, anche se la disponibilità dell'Associazione Imprenditori Molfettesi è stata massima sin dall'inizio. Pian piano la situazione è migliorata e sono iniziate ad arrivare le prime soddisfazioni». Ed infatti a tal proposito c'è chi, tra le aziende crede moltissimo a questo progetto. Tra di loro c'è sicuramente il Gran Shopping Mongolfiera, che attraverso la sua direzione in moltissime occasioni ha fatto sentire vicinanza ed estrema collaborazione a questi volontari, predisponendo addirittura un'area dove poter posizionare le cucce in legno, allestite come riparo per le notti molto fredde.
«L'attenzione che il Gran Shopping ci riserva – ha proseguito Anna Maria - è davvero massima ed è l'esempio importante di collaborazione per la tutela di quelli che consideriamo comunque i nostri cani».
Non tutti, però, hanno avuto lo stesso comportamento dell'Associazione Imprenditori Molfettesi e del suddetto centro commerciale. Ad esempio, come ci conferma Anna Maria Di Pierro, c'è un noto cash & carry della zona che non sta facilitando quest'attività e che al momento ha impedito il posizionamento di tre cucce nuove, acquistate dai volontari.
«La nostra attività di volontariato nei confronti di questi randagi – ha proseguito – è iniziata proprio in quella zona, dove abbiamo ritrovato alcuni dei cani che continuiamo ad assistere. Negli anni si moltiplicati a causa del susseguirsi di molteplici abbandoni. Molti di loro hanno fatto proprio quel territorio e pur avendo provato a spostare le cucce in un'altra zona non c'è stato verso di convincere quei cani a seguirci. Come volontari chiediamo più collaborazione e la possibilità di utilizzare gli spazi esterni di alcune aziende per posizionare queste piccole casette».
A vederle molte di loro sono davvero graziose, in grado di rispettare il decoro della zona: in legno, rivestite e ben attrezzate.
E' a gente come Anna Maria, Giovanna Cormio, Vito Nicassio, Elisa Modugno, Marta Campanale e Rosa Rizzi che questa città, divenuta ormai di proporzioni considerevoli, dovrebbe dire grazie, perché senza di loro la vita di molti di questi cani avrebbe fatto cronaca…..nera.