Né ricoveri né medici: tragiche ore negli ospedali del Nord Barese
A Molfetta continuano i lavori di manutenzione alle sale operatorie
sabato 4 marzo 2017
8.36
«Nelle more dell'acquisizione dei dirigenti medici, chirurghi ed anestesisti si rende indispensabile la sospensione dei ricoveri chirurgici in emergenza-urgenza presso i plessi ospedalieri di Corato e Terlizzi. Tanto al fine di garantire la sicurezza dei pazienti che accederebbero tramite il 118 e il pronto soccorso».
Così recita il documento dell'Asl con cui si annuncia, a partire dal primo marzo, lo stop ai ricoveri di emergenza-urgenza negli ospedali di Corato e Terlizzi.
Una scelta che ha scosso e non poco l'opinione pubblica. Tant'è che sin da ieri mattina, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta degli articoli che raccontavano la nuova svolta nella sanità locale, si sono messi al lavoro alcuni "pompieri" dell'Asl nel tentativo di ridimensionare il clamore di questa notizia.
Quanto sta accadendo nella sanità del nord barese è qualcosa di gravissimo. Come testimoniano i racconti che arrivano direttamente dagli operatori degli ospedali di Terlizzi e Corato.
Qualche giorno fa al pronto soccorso di Corato è giunta una donna con un forte dolore addominale: si trattava di una peritonite, ma non c'era personale sufficiente per intervenire subito. Si è reso necessario un trasferimento d'urgenza al «Di Venire» dove la donna è arrivata in gravissime condizioni, sotto i ferri quando ormai era priva dei sensi. L'altro ieri, questa volta a Terlizzi, un uomo con milza sanguinante è stato operato dopo un'ora di attesa e solo dopo aver verificato che non c'erano altri posti letto liberi in zona. Lunedì scorso - ci raccontano alcuni medici dell'ospedale di Terlizzi - ci sono volute 3 ore per trovare un posto letto a una paziente con un'ernia strizzata ombelicale.
«Quello che succederà è imponderabile - risponde Massimo Mincuzzi, responsabile della Fials Bari - di certo quel provvedimento significa che anche di fronte a un'emergenza banale, come può essere un'ernia strozzata, richiedendo questa un intervento chirurgico non di elezione, cioè non programmato, l'ambulanza del 118 dovrà prendere altre strade verso un ospedale della Bat a o di Bari». «E' intollerabile che ai cittadini ai neghi l'emergenza-urgenza. Se questo provvedimento fosse stato fatto un anno fa - continua Mincuzzi - quando ci fu lo scontro ferroviario tra Andria e Corato, sarebbe stato un disastro ancor più di quanto non lo sia già stato. In quella tragedia immane, infatti, le chirurgie di Terlizzi e Corato si rivelarono comunque determinanti per i soccorsi».
Così recita il documento dell'Asl con cui si annuncia, a partire dal primo marzo, lo stop ai ricoveri di emergenza-urgenza negli ospedali di Corato e Terlizzi.
Una scelta che ha scosso e non poco l'opinione pubblica. Tant'è che sin da ieri mattina, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta degli articoli che raccontavano la nuova svolta nella sanità locale, si sono messi al lavoro alcuni "pompieri" dell'Asl nel tentativo di ridimensionare il clamore di questa notizia.
Quanto sta accadendo nella sanità del nord barese è qualcosa di gravissimo. Come testimoniano i racconti che arrivano direttamente dagli operatori degli ospedali di Terlizzi e Corato.
Qualche giorno fa al pronto soccorso di Corato è giunta una donna con un forte dolore addominale: si trattava di una peritonite, ma non c'era personale sufficiente per intervenire subito. Si è reso necessario un trasferimento d'urgenza al «Di Venire» dove la donna è arrivata in gravissime condizioni, sotto i ferri quando ormai era priva dei sensi. L'altro ieri, questa volta a Terlizzi, un uomo con milza sanguinante è stato operato dopo un'ora di attesa e solo dopo aver verificato che non c'erano altri posti letto liberi in zona. Lunedì scorso - ci raccontano alcuni medici dell'ospedale di Terlizzi - ci sono volute 3 ore per trovare un posto letto a una paziente con un'ernia strizzata ombelicale.
«Quello che succederà è imponderabile - risponde Massimo Mincuzzi, responsabile della Fials Bari - di certo quel provvedimento significa che anche di fronte a un'emergenza banale, come può essere un'ernia strozzata, richiedendo questa un intervento chirurgico non di elezione, cioè non programmato, l'ambulanza del 118 dovrà prendere altre strade verso un ospedale della Bat a o di Bari». «E' intollerabile che ai cittadini ai neghi l'emergenza-urgenza. Se questo provvedimento fosse stato fatto un anno fa - continua Mincuzzi - quando ci fu lo scontro ferroviario tra Andria e Corato, sarebbe stato un disastro ancor più di quanto non lo sia già stato. In quella tragedia immane, infatti, le chirurgie di Terlizzi e Corato si rivelarono comunque determinanti per i soccorsi».