Natalicchio e il Pd, tra leadership e comprimari

Quale sarà la strada del Pd con il sindaco che non ha voglia di farsi triturare.

martedì 21 luglio 2015 14.24
A cura di Andrea Teofrasto
Tutto o niente. Dentro o fuori. Paola Natalicchio negli ultimi giorni si è sfilata da ogni competizione: no a rivedere le dimissioni (ribadito ieri) e no soprattutto se al timone del Pd restano i soliti noti. Il Pd, e Piero de Nicolo, sono pronti dopo l'inaugurazione della Cittadella degli Artisti, a riunirsi col partito e con i vertici provinciali (Ubaldo Pagano) e rimettere la decisione nelle mani del suo stesso partito; il tutto per "cercare" di evitare scontri più o meno sotterranei, veti incrociati e vendette. Non si capisce che strada abbia questo centro-sinistra e non si capisce neanche chi la possa indicare. Comprensibile che nè de Nicolo nè la Natalicchio abbiano voglia di farsi triturare. Forse è troppo tardi. Meno comprensibile invece sarebbe ora la rinuncia a una battaglia politica per la conquista del centro-sinistra, o di quel che ne rimarrà.

«La Assemblea - scrive il segretario De Nicolo nella convocazione dell'assemblea del partito - riveste una particolare importanza in ragione alle recenti determinazioni del Sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio».

Ancora non è chiaro quanto durerà questa amministrazione, e se durerà. Il sindaco Paola Natalicchio non può certo fare quella che aspetta il cadavere lungo il fiume. Il problema per lei, a questo punto, è decidere se ritirare le dimissioni o no e se tenere il governo locale ancora in piedi. Il rischio sarebbe quello di tornare al commissariamento. Immaginiamo già le accuse. Ancora una volta sembra essere il Pd (anche quello provinciale) e il suo segretario ad avere nelle mani il destino del governo cittadino. L'ennesimo tutto o niente. Dentro o fuori.