Multiservizi, al via il toto presidente
Sarà pace con i Riformisti di Piero De Nicolo?
sabato 28 febbraio 2015
7.31
Tanti i nomi al vaglio dell'amministrazione per individuare il sostituto di Piero de Nicolo, il presidente uscente della Società Molfetta Multiservizi, che si è dimesso il 19 dicembre scorso, accogliendo l'invito del sindaco, Paola Natalicchio.
Tra i più quotati ce ne sono molti in quota al Partito Democratico; si veda quello dell'avvocato Alessandro Sinisi, del vice segretario del PD Lino Renna, del dott. Pietro Nappi, ma su tutti quello del professor Nino Sallustio.
I Riformisti di via Manzoni (Giulio Germinario, Roberto la Grasta, Raffaella Ciccolella e Saverio Patimo) sostengono di attendere "serenamente" il nome del sostituto di de Nicolo.
Dal giorno delle dimissioni di De Nicolo la presidenza della Società è affidata ad interim a Giuseppe Spadavecchia attuale membro del cda della municipalizzata. Da dieci giorni è scaduto il termine per la presentazione dei curricula utili per la selezione della nomina del nuovo presidente.
Ma il dibattito per il futuro dell'azienda partecipata, che aveva infiammato non poco la politica molfettese, non si è mai placato. E quelle dimissioni chieste e poi presentate ufficialmente, al di là delle ragioni di facciata, continua ad avere sapori e dissapori prettamente politico.
Tra i più quotati ce ne sono molti in quota al Partito Democratico; si veda quello dell'avvocato Alessandro Sinisi, del vice segretario del PD Lino Renna, del dott. Pietro Nappi, ma su tutti quello del professor Nino Sallustio.
I Riformisti di via Manzoni (Giulio Germinario, Roberto la Grasta, Raffaella Ciccolella e Saverio Patimo) sostengono di attendere "serenamente" il nome del sostituto di de Nicolo.
Dal giorno delle dimissioni di De Nicolo la presidenza della Società è affidata ad interim a Giuseppe Spadavecchia attuale membro del cda della municipalizzata. Da dieci giorni è scaduto il termine per la presentazione dei curricula utili per la selezione della nomina del nuovo presidente.
Ma il dibattito per il futuro dell'azienda partecipata, che aveva infiammato non poco la politica molfettese, non si è mai placato. E quelle dimissioni chieste e poi presentate ufficialmente, al di là delle ragioni di facciata, continua ad avere sapori e dissapori prettamente politico.