Molfetta verso la Settimana Santa: l'attesa dell'Arciconfraternita della Morte

L'intervista al priore Sgherza: «Dopo il covid più entusiasmo e devozione»

mercoledì 15 marzo 2023 12.20
A cura di Sara Fiumefreddo
Molfetta entra nel vivo della Quaresima, uno dei periodi più attesi dell'anno. Al centro della vita cittadina nel periodo quaresimale ci sono sicuramente le confraternite e le arciconfraternite.

Abbiamo incontrato Onofrio Sgherza, priore dell'Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero, che ci ha parlato delle tradizioni della confraternita tra fede e sentimento.

Dopo lo stop causato dalla pandemia e dopo la ripresa nel 2022, tornano anche quest'anno i riti della Settimana Santa. Come vi apprestate a viverli?
«Ci apprestiamo a viverli come tutti gli altri anni. Dopo la pandemia c'è più entusiasmo nell'organizzazione di manifestazioni e processioni. Anche per la città le processioni sono state più partecipate e più sentite. Ho notato più devozione nei riti pasquali. Questo vale specialmente per il Settenario in onore della Beata Vergine Maria Addolorata, per il Pio Esercizio in onore di Maria SS. della Pietà e per la processione della Croce, che quest'anno è tornata in grande, come sempre. L'anno scorso abbiamo ricevuto delle critiche per le modalità di svolgimento della processione della Croce. Non era noto a tutti che la durata, che fu di un'ora e un quarto, era stata concordata con la Curia Vescovile e con il sindaco».

Come vi state preparando alla Settimana Santa?
«Noi ci prepariamo alla Settimana Santa ogni giorno, viviamo 365 giorni su 365 pensando ai riti quaresimali. Il sentimento dei confratelli è molto forte, specie nei momenti più intimi e sentiti, come la processione dell'Addolorata. Ogni anno è un'emozione nuova».

Ci sono novità di rilievo rispetto agli altri anni?
«Per quanto riguarda gli eventi dell'arciconfraternita, quest'anno abbiamo un ricco calendario culturale. C'è stato un concerto della banda a fiati Francesco Peruzzi, questo giovedì ci sarà una conferenza di don Angelo Mazzone, economo diocesano, che tratterà il tema dei beni e delle ricchezze della chiesa. Poi ci sarà un evento per il 30esimo anniversario del dies natalis di don Tonino. Uno spettacolo inedito, che verrà presentato in Cattedrale il 23 marzo. Forse c'è anche una novità per le processioni: come è già successo nel 2019, potrebbero esserci le dirette sia dell'Addolorata sia della processione della Pietà. Ma questo verrà confermato in seguito».

In cosa consistono i cambiamenti nei regolamenti di cui si è parlato tanto in città?
«Il cambiamento di cui si vocifera riguarda il regolamento interno della confraternita. Si pensa erroneamente che l'arciconfraternita abbia volutamente sospeso le assemblee. La verità è che la Curia ci ha assegnato i nuovi regolamenti soltanto tre settimane fa. Il 19 marzo terremo un'assemblea in cui sarà presentata la prima bozza contente le novità. Si tratta di cambiamenti importanti, è vero, non è un momento facile. Ma i nuovi regolamenti saranno approvati e sapremo accettare il cambiamento con serenità. Subito dopo la Santa Pasqua ci saranno altre assemblee in cui saranno nominati i nuovi organi della confraternita, tra cui il nuovo priore e la nuova amministrazione».

Dunque è il suo ultimo anno come priore della Confraternita della Morte. Come è stata questa esperienza?
«Mi dispiace lasciare un incarico che ho sempre portato avanti con passione e amore. Sono stato prima confratello per 6 anni e poi priore. Ringrazio il vescovo, Mons. Cornacchia, per la sua disponibilità e per la sua attenzione verso la nostra arciconfraternita. Un grazie va anche a don Francesco Depalo, il padre spirituale che ci accompagna, ai componenti Michele Roselli e Gennaro Zaza e a tutti i miei collaboratori».