Molfetta senza Carnevale, Infante: «Disinteresse e incapacità dell'amministrazione»
Il Consigliere comunale: «Città ridotta a deserto comunitario»
martedì 21 febbraio 2023
9.54
Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota a cura del Consigliere comunale Giovanni Infante.
"Un tempo il Carnevale era la festa del popolo anche per la comunità molfettese. La morte di "Toma", fantoccio imbottito solitamente con paglia il cui "feretro" era portato su un carretto in prossimità della porta della città vecchia per essere "incendiato" come da antica tradizione, e l'inizio delle Ceneri rappresentano la fine del Carnevale. I cittadini più longevi ricorderanno che in passato durante il Carnevale lungo le strade della nostra città si notavano traini, a volte tirati da cavalli, su cui viaggiavano bambini ed adulti mascherati che lanciavano confetti e davano vita a vere e proprie battaglie al suono di trombette, tamburelli, sonagliere e fischietti. Al posto dei più moderni coriandoli anticamente ci si lanciava per scherzo tra amici anche la "fanfaluca" in dialetto la "gogghia", composto derivato dal disfacimento di fiori acquatici simile alla lanuggine che si appiccicava ai capelli o sugli abiti." Nel passato più recente purtroppo del Carnevale non rimane che un sbiadito ricordo. Risultato del disinteresse Amministrativo e dell'incapacità di visione dell'assessorato alla cultura, tanto più lampante a fronte delle celebrazioni avvenute nelle limitrofe Ruvo, Spinazzola e persino Corato e Giovinazzo. Insomma, torniamo a constatare l'ovvio: Molfetta ridotta a deserto comunitario, con la cementificazione selvaggia a supplire il ruolo di collante di una società sempre più spenta e con gli spazi di aggregazione che si annullano. Riscoprire la leggerezza del Carnevale, che come abbiamo raccontato ha origini lontane a Molfetta, gioverebbe alla città non solo in termini di divertimento: significherebbe riattivare maestranze della cartapesta, associazioni culturali, scuole di danza, tecnici e operatori, rimettendo in moto settori duramente colpiti dalla pandemia.
Davanti a tanta inerzia amministrativa verrebbe da dire "m'ttitv ne mesch'r 'mbacc!"
"Un tempo il Carnevale era la festa del popolo anche per la comunità molfettese. La morte di "Toma", fantoccio imbottito solitamente con paglia il cui "feretro" era portato su un carretto in prossimità della porta della città vecchia per essere "incendiato" come da antica tradizione, e l'inizio delle Ceneri rappresentano la fine del Carnevale. I cittadini più longevi ricorderanno che in passato durante il Carnevale lungo le strade della nostra città si notavano traini, a volte tirati da cavalli, su cui viaggiavano bambini ed adulti mascherati che lanciavano confetti e davano vita a vere e proprie battaglie al suono di trombette, tamburelli, sonagliere e fischietti. Al posto dei più moderni coriandoli anticamente ci si lanciava per scherzo tra amici anche la "fanfaluca" in dialetto la "gogghia", composto derivato dal disfacimento di fiori acquatici simile alla lanuggine che si appiccicava ai capelli o sugli abiti." Nel passato più recente purtroppo del Carnevale non rimane che un sbiadito ricordo. Risultato del disinteresse Amministrativo e dell'incapacità di visione dell'assessorato alla cultura, tanto più lampante a fronte delle celebrazioni avvenute nelle limitrofe Ruvo, Spinazzola e persino Corato e Giovinazzo. Insomma, torniamo a constatare l'ovvio: Molfetta ridotta a deserto comunitario, con la cementificazione selvaggia a supplire il ruolo di collante di una società sempre più spenta e con gli spazi di aggregazione che si annullano. Riscoprire la leggerezza del Carnevale, che come abbiamo raccontato ha origini lontane a Molfetta, gioverebbe alla città non solo in termini di divertimento: significherebbe riattivare maestranze della cartapesta, associazioni culturali, scuole di danza, tecnici e operatori, rimettendo in moto settori duramente colpiti dalla pandemia.
Davanti a tanta inerzia amministrativa verrebbe da dire "m'ttitv ne mesch'r 'mbacc!"