Molfetta riscopre la bellezza della cinque statue della Maddalena
Le statue esposte al pubblico durante il weekend nella Chiesa del Purgatorio
lunedì 23 luglio 2018
11.20
In occasione della ricorrenza di S. Maria Maddalena, l'Arciconfraternita della Morte di Molfetta con la collaborazione del Museo Diocesano ha organizzato per la prima volta nella loro storia un'esposizione congiunta delle cinque statue raffiguranti la Santa, visibili al pubblico nella cornice della Chiesa del Purgatorio.
L'esposizione si è aperta nella serata di sabato 21 luglio e si è conclusa domenica 22 al termine delle celebrazioni per la festa di Santa Maria Maddalena.
Nessuna effigie sacra al pari di quella di Maria Maddalena racconta maggiormente dell'arte e dell'epoca che l'ha plasmata, nonché della comunità dove le suddette statue venivano portate in processione: la più antica di esse, quella settecentesca, è a seno scoperto e rappresenta la Penitenza, visibile nei simboli del teschio e del crocifisso. Si arriva poi alle versioni della prima metà del Novecento che riprendono ancora le simbologie antiche e che godranno di minore fortuna, specie quella del 1927 che, raffigurata in ginocchio, poco si armonizzerà con il resto delle statue della processione del Sabato Santo, particolare che ne determinerà il ritiro.
Infine, le due celeberrime versioni dell'artista molfettese Giulio Cozzoli: quella portata attualmente in processione dai componenti della Confraternita dell'Immacolata Concezione, e la sua antecedente definita "Scandalosa", allora rifiutata dalla popolazione molfettese e da Mons. Achille Salvucci, che intesero come inappropriata sensualità quella che invece, per Cozzoli, era la rappresentazione più tangibile del dolore e del lutto.
La carrellata di rappresentazioni della Santa più associata al peccato, accostate appunto per la prima volta, risulta pertanto ancora più forte da un punto di vista anche simbolico, rimandando al modo che, di volta in volta, ha avuto la comunità molfettese di guardare a sé stessa.