Molfetta riscopre il Museo del Mare per la Giornata internazionale del musei
Ieri le visite presso la Fabbrica di San Domenico
domenica 19 maggio 2024
A Molfetta ha riscoperto la "Mostra Etnografica Permanente del Mare", il museo etnografico della marineria molfettese, ospitato nella ex neviera della Fabbrica di San Domenico, convento domenicano del XVIII secolo, sede della Biblioteca Comunale.
Sostenuto dall' Amministrazione Comunale, il Museo del mare fu allestito sin dal 2005 dai volontari della sede locale "Giuseppe. M. Giovene" dell'Archeoclub d'Italia. Costituisce uno "scrigno delle meraviglie" in un luogo di grande suggestione, che emoziona sempre i visitatori che vi accedono. Ricostruisce l'antico rapporto di Molfetta con il mare tra Medioevo ed Età Contemporanea, particolarmente vitale nell'Ottocento quando la cantieristica navale locale acquistò importanza con lo sviluppo del porto mercantile e con l'amplificarsi dell'attività peschereccia. L'abilità dei maestri d'ascia molfettesi che producevano trabaccoli e bilancelle era importante e riconosciuta anche fuori regione. Le innovazioni tecnologiche del Novecento determinarono poi la progressiva scomparsa dei velieri sostituiti dai moto pescherecci in legno.
L'itinerario espositivo
Si articola in diverse sezioni. La prima è collocata nel Deposito Comunale dei Beni culturali e accoglie, accanto alle testimonianze della storia di Vincenzo Estere Uva, maestro d'ascia vissuto nella prima metà del Novecento, una mappa toponomastica legata alla pratica della piccola pesca sotto costa. La seconda sezione si sviluppa nelle due sale comunicanti della Neviera. Nella prima sala è illustrato l'indotto della cantieristica navale, dalla produzione del fabbro e del funaio alle tecniche di pesca con l'esposizione delle tipologie di reti utilizzate nell'Adriatico, dagli strumenti della navigazione alla ricostruzione storica degli antichi approdi medievali e del porto ottocentesco. Nella seconda sala il percorso espositivo, avvalendosi anche di simulazioni, illustra le tecniche antiche e attuali del processo costruttivo di un'imbarcazione in legno, dalla scelta del legname al progetto disegnato, dalla realizzazione del modello in scala alla costruzione vera e propria sullo scalo d'alaggio, dalla simbologia apotropaica e magico religiosa agli ex voto, dalla tradizionale cerimonia del varo alla microstoria della gente di mare, con una collezione singolare e di speciale valore etnografico costituita dagli attrezzi dei calafati della prima metà del Novecento.
Ogni oggetto è corredato da schede tecniche, pannelli didattici e un dettagliato apparato iconografico. I materiali esposti, donati dagli artigiani del mare alla città di Molfetta e recuperati e restaurati dai soci dell'Archeoclub, costituiscono una raccolta che, nel suo genere in tutta la regione, continua ad arricchirsi di nuove donazioni.
Sostenuto dall' Amministrazione Comunale, il Museo del mare fu allestito sin dal 2005 dai volontari della sede locale "Giuseppe. M. Giovene" dell'Archeoclub d'Italia. Costituisce uno "scrigno delle meraviglie" in un luogo di grande suggestione, che emoziona sempre i visitatori che vi accedono. Ricostruisce l'antico rapporto di Molfetta con il mare tra Medioevo ed Età Contemporanea, particolarmente vitale nell'Ottocento quando la cantieristica navale locale acquistò importanza con lo sviluppo del porto mercantile e con l'amplificarsi dell'attività peschereccia. L'abilità dei maestri d'ascia molfettesi che producevano trabaccoli e bilancelle era importante e riconosciuta anche fuori regione. Le innovazioni tecnologiche del Novecento determinarono poi la progressiva scomparsa dei velieri sostituiti dai moto pescherecci in legno.
L'itinerario espositivo
Si articola in diverse sezioni. La prima è collocata nel Deposito Comunale dei Beni culturali e accoglie, accanto alle testimonianze della storia di Vincenzo Estere Uva, maestro d'ascia vissuto nella prima metà del Novecento, una mappa toponomastica legata alla pratica della piccola pesca sotto costa. La seconda sezione si sviluppa nelle due sale comunicanti della Neviera. Nella prima sala è illustrato l'indotto della cantieristica navale, dalla produzione del fabbro e del funaio alle tecniche di pesca con l'esposizione delle tipologie di reti utilizzate nell'Adriatico, dagli strumenti della navigazione alla ricostruzione storica degli antichi approdi medievali e del porto ottocentesco. Nella seconda sala il percorso espositivo, avvalendosi anche di simulazioni, illustra le tecniche antiche e attuali del processo costruttivo di un'imbarcazione in legno, dalla scelta del legname al progetto disegnato, dalla realizzazione del modello in scala alla costruzione vera e propria sullo scalo d'alaggio, dalla simbologia apotropaica e magico religiosa agli ex voto, dalla tradizionale cerimonia del varo alla microstoria della gente di mare, con una collezione singolare e di speciale valore etnografico costituita dagli attrezzi dei calafati della prima metà del Novecento.
Ogni oggetto è corredato da schede tecniche, pannelli didattici e un dettagliato apparato iconografico. I materiali esposti, donati dagli artigiani del mare alla città di Molfetta e recuperati e restaurati dai soci dell'Archeoclub, costituiscono una raccolta che, nel suo genere in tutta la regione, continua ad arricchirsi di nuove donazioni.