Molfetta piange la morte di Papa Francesco. Nel 2018 lo storico viaggio in città
Il pontefice aveva onorato il 25° anniversario dalla morte di don Tonino Bello
lunedì 21 aprile 2025
10.14
La notizia della morte di Papa Francesco ha scosso profondamente il mondo intero, lasciando un vuoto incolmabile nella Chiesa e nei cuori di milioni di fedeli. In questo momento di lutto, Molfetta si stringe nel ricordo vivo e commosso di una giornata che resterà scolpita nella storia della città: la visita del Santo Padre il 20 aprile 2018, in occasione del 25º anniversario della morte di don Tonino Bello.
Fu un giorno di luce, di speranza e di parole che ancora oggi risuonano tra le strade della città e nel silenzio delle coscienze. Papa Francesco scelse Molfetta per rendere omaggio a un pastore che aveva ammirato profondamente, e lo fece con la semplicità e l'umanità che hanno contraddistinto tutto il suo pontificato. «Don Tonino non si accontentava di parole, viveva il Vangelo con radicalità», disse, invitando tutti a «sporcarci le mani» e a vivere una Chiesa povera per i poveri.
La sua presenza in mezzo alla gente, i suoi gesti semplici e il suo sorriso mite restano una carezza per una comunità che oggi piange la sua scomparsa, ma che conserva gelosamente il dono di quel giorno. In lui, Molfetta aveva visto un pontefice capace di parlare al cuore, di farsi fratello, pellegrino, compagno di strada.
Oggi, mentre le campane suonano a lutto, la città si stringe in preghiera, consapevole che la memoria di Papa Francesco continuerà a vivere nei gesti quotidiani di chi crede nella pace, nella giustizia e nella dignità di ogni uomo, come lui stesso aveva testimoniato, sulle orme di don Tonino.
Molfetta non dimentica. E prega.
Fu un giorno di luce, di speranza e di parole che ancora oggi risuonano tra le strade della città e nel silenzio delle coscienze. Papa Francesco scelse Molfetta per rendere omaggio a un pastore che aveva ammirato profondamente, e lo fece con la semplicità e l'umanità che hanno contraddistinto tutto il suo pontificato. «Don Tonino non si accontentava di parole, viveva il Vangelo con radicalità», disse, invitando tutti a «sporcarci le mani» e a vivere una Chiesa povera per i poveri.
La sua presenza in mezzo alla gente, i suoi gesti semplici e il suo sorriso mite restano una carezza per una comunità che oggi piange la sua scomparsa, ma che conserva gelosamente il dono di quel giorno. In lui, Molfetta aveva visto un pontefice capace di parlare al cuore, di farsi fratello, pellegrino, compagno di strada.
Oggi, mentre le campane suonano a lutto, la città si stringe in preghiera, consapevole che la memoria di Papa Francesco continuerà a vivere nei gesti quotidiani di chi crede nella pace, nella giustizia e nella dignità di ogni uomo, come lui stesso aveva testimoniato, sulle orme di don Tonino.
Molfetta non dimentica. E prega.