Molfetta ha onorato San Corrado con il consueto falò su Corso Dante
Ieri sera l'accensione davanti a un folto numero di cittadini
venerdì 10 febbraio 2023
2.40
Ieri sera tanti molfettesi si sono riuniti su Corso Dante per l'accensione del grande falò in onore di San Corrado, patrono della nostra città, nella giornata a lui dedicata.
Nelle fonti storiche il santo è descritto come un uomo di nobili origini, destinato ad una brillante carriera ecclesiastica, che tuttavia egli abbandona presto, preferendo abbracciare la vocazione monastica a Clerivaux. La biografia di Corrado si aggiunge di particolari agiografici a partire dal 1600, quando storici locali molfettesi, introducono nella sua vicenda terrena, elementi a volte stridenti con le fonti più antiche. L'arciprete Giovine, ad esempio nell'800, racconta di un Corrado ormai cinquantenne, che dopo essere stato in Terra Santa, viene accolto nell'ospedale di Santa Maria dei Martiri a Molfetta, e muore a Modugno in una grotta.
Alla fine degli anni Sessanta del Novecento, un monaco trappista statunitense, Conrad Greenia, ricostruisce la storia di Corrado in maniera più dettagliata e rigorosa. Secondo il monaco, Corrado nasce a Ravensburg nell'alta Svevia fra il 1104 e il 1108. Viene inviato a Colonia per essere avviato alla carriera ecclesiastica, là diventa il pupillo dell'arcivescovo, dopodiché si fa monaco cistercense e diventa seguace dell'abate Arnoldo.
Raggiunge la Palestina insieme ad altri monaci, dove si ferma massimo un anno presso un eremita, e a causa delle sue condizioni precarie di salute, fa ritorno in Puglia, esattamente a Modugno, dove vive in uno speco nelle vicinanze di un insediamento di monaci benedettini, e qui muore nell'inverno del 1126 – 1127. A ciò si può aggiungere, come sostiene Luigi de Palma, che il patrono di Molfetta, contrariamente a quello che afferma Greenia, potrebbe non essere nemmeno arrivato in Terra Santa, a causa del breve lasso di tempo che sarebbe trascorso tra l'esperienza del santo al seguito dell'abate Arnoldo, e la sua morte a Modugno.
Il falò di ieri ha chiuso il programma di eventi coordinati dal Comitato Feste Patronali per le celebrazioni in suo onore.
Nelle fonti storiche il santo è descritto come un uomo di nobili origini, destinato ad una brillante carriera ecclesiastica, che tuttavia egli abbandona presto, preferendo abbracciare la vocazione monastica a Clerivaux. La biografia di Corrado si aggiunge di particolari agiografici a partire dal 1600, quando storici locali molfettesi, introducono nella sua vicenda terrena, elementi a volte stridenti con le fonti più antiche. L'arciprete Giovine, ad esempio nell'800, racconta di un Corrado ormai cinquantenne, che dopo essere stato in Terra Santa, viene accolto nell'ospedale di Santa Maria dei Martiri a Molfetta, e muore a Modugno in una grotta.
Alla fine degli anni Sessanta del Novecento, un monaco trappista statunitense, Conrad Greenia, ricostruisce la storia di Corrado in maniera più dettagliata e rigorosa. Secondo il monaco, Corrado nasce a Ravensburg nell'alta Svevia fra il 1104 e il 1108. Viene inviato a Colonia per essere avviato alla carriera ecclesiastica, là diventa il pupillo dell'arcivescovo, dopodiché si fa monaco cistercense e diventa seguace dell'abate Arnoldo.
Raggiunge la Palestina insieme ad altri monaci, dove si ferma massimo un anno presso un eremita, e a causa delle sue condizioni precarie di salute, fa ritorno in Puglia, esattamente a Modugno, dove vive in uno speco nelle vicinanze di un insediamento di monaci benedettini, e qui muore nell'inverno del 1126 – 1127. A ciò si può aggiungere, come sostiene Luigi de Palma, che il patrono di Molfetta, contrariamente a quello che afferma Greenia, potrebbe non essere nemmeno arrivato in Terra Santa, a causa del breve lasso di tempo che sarebbe trascorso tra l'esperienza del santo al seguito dell'abate Arnoldo, e la sua morte a Modugno.
Il falò di ieri ha chiuso il programma di eventi coordinati dal Comitato Feste Patronali per le celebrazioni in suo onore.