Molfetta All Inclusive: simulare la disabilità visiva con la cena al buio
L'esperienza si ripete stasera nell'ambito del programma organizzato dalla onlus Contasudinoi
venerdì 12 luglio 2024
9.36
Simulare la disabilità visiva sviluppando gli altri quattro sensi, ai quali molto spesso non ci si affida più di tanto ma che, in realtà, arrivano in aiuto molto più di quanto si pensi. Questo l'obiettivo della cena al buio, organizzata a Mezzopieno nell'ambito del programma Molfetta All Inclusive, la tre giorni che la onlus Contasudinoi ha promosso per sensibilizzare la cittadinanza alle tematiche legate all'inclusione.
Una stanza completamente buia, 30 partecipanti suddivisi in 3 tavoli diversi, l'ansia prima dell'inizio perché non si conosce la sensazione di mangiare affidandosi a tutti i sensi eccetto la vista.
Qualche piccolo accorgimento prima di iniziare viene fornito dagli stessi organizzatori: nella stanza non ci sono pericoli, è consigliabile tenere gli occhi chiusi in un primo momento per poi aprirli successivamente, così come è consigliabile non urlare per non arrecare disturbo agli altri commensali e non utilizzare fonti di luce (torce, telefoni, orologi) che rovinerebbero l'esperienza.
Una volta radunato il gruppo di partecipanti all'esterno della sala adibita al pasto, i camerieri con disabilità visiva conducono nella stanza buia i presenti, disposti in fila indiana e divisi in piccoli gruppi. Si procede, così, alla guida per l'assegnazione del proprio posto a sedere, accanto a persone di cui si riesce a sentire la voce ma non a vedere il volto.
L'impatto iniziale è davvero molto forte, forse proprio per la mancata abitudine al buio totale. Ma pian piano ci si adatta, si impara a capire quello che c'è sul tavolo usando il tatto: dalle posate ai bicchieri, passando per i tovaglioli, le bottiglie di acqua e di vino. Un altro aspetto che non è intuibile nell'immediato è la reale distanza tra se stessi, le persone e gli oggetti attorno: al buio sembra tutto così ampio e così lontano. Si cerca di capire anche la disposizione delle tavolate e di indovinare qual è il proprio posto a tavola, cogliendo questi momenti per entrare in sintonia con le persone al proprio fianco.
In fondo quello a cui si è seduti è un tavolo come tutti gli altri e quella che si va a fare è una cena proprio come tutte le altre. Con la differenza che, in questi casi, si percepiscono ancora di più la voglia di condividere, l'importanza del supporto e dell'aiuto reciproco.
Quando iniziano ad arrivare le portate, ci si aiuta a vicenda nel passarsi i piatti, soprattutto attraverso il tatto e l'udito. L'olfatto e il gusto sono invece determinanti nella fase di assaggio dei pasti, che vengono poi ritirati dai camerieri una volta che i presenti hanno terminato. Per accertarsi di riconsegnare il piatto vuoto ci sono degli espedienti, ma provarlo sarebbe più bello che elencarli.
Portata dopo portata, l'occhio si abitua all'assenza di luce e le sensazioni che si percepiscono sono indescrivibili.
Quella della cena al buio è un'esperienza tanto per i commensali quanto per i camerieri: anche qui il segreto è sostenersi a vicenda. Le foto di seguito sono state scattate al termine dell'esperienza.
Oggi e domani continuano gli appuntamenti di Molfetta All Inclusive (qui il programma), progetto patrocinato dal Comune di Molfetta e fortemente sostenuto dall'assessorato alla Socialità, rappresentato da Anna Capurso, e dall'assessorato alla Cultura, rappresentato da Giacomo Rossiello.
La cena al buio si ripete stasera, nella stessa location, alle ore 20. Per prenotarsi è possibile contattare il numero 3887532474, anche tramite Whatsapp.
L'esperienza, pensata con un obiettivo sociale ma anche con la finalità di divertirsi in compagnia, dura circa un'ora. Un'ora in cui ci si dimentica della luce e della superficie per cercare in profondità quello che "non si vede che con il cuore".
Una stanza completamente buia, 30 partecipanti suddivisi in 3 tavoli diversi, l'ansia prima dell'inizio perché non si conosce la sensazione di mangiare affidandosi a tutti i sensi eccetto la vista.
Qualche piccolo accorgimento prima di iniziare viene fornito dagli stessi organizzatori: nella stanza non ci sono pericoli, è consigliabile tenere gli occhi chiusi in un primo momento per poi aprirli successivamente, così come è consigliabile non urlare per non arrecare disturbo agli altri commensali e non utilizzare fonti di luce (torce, telefoni, orologi) che rovinerebbero l'esperienza.
Una volta radunato il gruppo di partecipanti all'esterno della sala adibita al pasto, i camerieri con disabilità visiva conducono nella stanza buia i presenti, disposti in fila indiana e divisi in piccoli gruppi. Si procede, così, alla guida per l'assegnazione del proprio posto a sedere, accanto a persone di cui si riesce a sentire la voce ma non a vedere il volto.
L'impatto iniziale è davvero molto forte, forse proprio per la mancata abitudine al buio totale. Ma pian piano ci si adatta, si impara a capire quello che c'è sul tavolo usando il tatto: dalle posate ai bicchieri, passando per i tovaglioli, le bottiglie di acqua e di vino. Un altro aspetto che non è intuibile nell'immediato è la reale distanza tra se stessi, le persone e gli oggetti attorno: al buio sembra tutto così ampio e così lontano. Si cerca di capire anche la disposizione delle tavolate e di indovinare qual è il proprio posto a tavola, cogliendo questi momenti per entrare in sintonia con le persone al proprio fianco.
In fondo quello a cui si è seduti è un tavolo come tutti gli altri e quella che si va a fare è una cena proprio come tutte le altre. Con la differenza che, in questi casi, si percepiscono ancora di più la voglia di condividere, l'importanza del supporto e dell'aiuto reciproco.
Quando iniziano ad arrivare le portate, ci si aiuta a vicenda nel passarsi i piatti, soprattutto attraverso il tatto e l'udito. L'olfatto e il gusto sono invece determinanti nella fase di assaggio dei pasti, che vengono poi ritirati dai camerieri una volta che i presenti hanno terminato. Per accertarsi di riconsegnare il piatto vuoto ci sono degli espedienti, ma provarlo sarebbe più bello che elencarli.
Portata dopo portata, l'occhio si abitua all'assenza di luce e le sensazioni che si percepiscono sono indescrivibili.
Quella della cena al buio è un'esperienza tanto per i commensali quanto per i camerieri: anche qui il segreto è sostenersi a vicenda. Le foto di seguito sono state scattate al termine dell'esperienza.
Oggi e domani continuano gli appuntamenti di Molfetta All Inclusive (qui il programma), progetto patrocinato dal Comune di Molfetta e fortemente sostenuto dall'assessorato alla Socialità, rappresentato da Anna Capurso, e dall'assessorato alla Cultura, rappresentato da Giacomo Rossiello.
La cena al buio si ripete stasera, nella stessa location, alle ore 20. Per prenotarsi è possibile contattare il numero 3887532474, anche tramite Whatsapp.
L'esperienza, pensata con un obiettivo sociale ma anche con la finalità di divertirsi in compagnia, dura circa un'ora. Un'ora in cui ci si dimentica della luce e della superficie per cercare in profondità quello che "non si vede che con il cuore".