Milano, il 16 marzo Don Ciotti ritirerà il premio Don Tonino Bello

L'evento si terrà presso Palazzo Marino, in Piazza della Scala

lunedì 11 marzo 2019 07.00
A cura di Matteo Diamante
"In piedi costruttori di pace". Sono parole memorabili che hanno fatto la storia di una città come Molfetta, ma dell'intera Diocesi che Don Tonino Bello ha guidato con spirito e tenacia sino al momento della sua morte. Parole che sono rimaste impresse in ogni parte del mondo e continuano a rappresentare un messaggio attuale da perseguire sempre e comunque.

Proprio in nome di quelle parole, il prossimo 16 marzo a Milano, presso Palazzo Marino in Piazza della Scala, verrà assegnato il Premio Don Tonino Bello. A ritirarlo sarà Don Luigi Ciotti che da anni ha un ruolo molto attivo nel sociale. Ispiratore e fondatore dapprima del Gruppo Abele, come aiuto ai tossicodipendenti, quindi nel 1995 dell'Associazione Libera, coordinamento di oltre 1.600 realtà contro i soprusi delle mafie e per promuovere una cultura della legalità e l'impegno ambientale. All'incontro del 16 marzo a Milano prenderanno parte Lamberto Bertolè, Presidente del Consiglio Comunale di Milano, il Prof. Giancarlo Piccinni, Presidente della Fondazione Don Tonino Bello, e il Gen. Camillo De Milato, Presidente dell'Associazione Regionale Pugliesi di Milano.

Proprio Don Ciotti ha considerato da sempre Don Tonino Bello un esempio di vita da portare avanti in quelle che ha sempre definito delle missioni per il prossimo. In un' intervista rilasciata al Corriere della Sera nel 2013 il fondatore di Libera affermava: «I "poveri cristi", i loro volti e loro storie Sono loro, incontrati sulla strada, ad avermi indicato la strada. Un maestro e un amico, don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi, diceva: delle parole dette mi chiederà conto la storia, ma del silenzio con cui ho mancato di difendere i deboli dovrò rendere conto a Dio. Lui incarnava la Chiesa della prossimità, dell'accoglienza. La Chiesa del servizio. La Chiesa per i poveri e dunque essa stessa povera; è stato per tanti di noi un maestro d'impegno». E alla domanda del giornalista su come le idee di Don Tonino possono aiutare gli italiani a ripartire dopo la crisi economica, Don Ciotti rispondeva: «La crisi è economica negli effetti ma, nelle cause, è etica e politica. Crisi di un sistema che premia non la qualità e l'impegno, ma la forza, il potere, la frode. Con i risultati sotto gli occhi di tutti: disoccupazione, povertà, disperazione. Dobbiamo decidere se costruire una società fondata sul privilegio o sulla giustizia sociale, preso atto che la prima strada è un vicolo cieco. Non possiamo però aspettarci che qualcuno lo faccia al posto nostro. Non è più tempo di eroi. Per uscire dalla crisi serve il "noi", la corresponsabilità, il coraggio ordinario di rispondere alla propria coscienza».