Michele, emigrato per due volte: da Molfetta alle isole Canarie con "Gusto"
L'accoglienza è il segreto del ristorante che fonde la cucina pugliese con quella internazionale
mercoledì 25 ottobre 2023
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Quella di Michele de Vincenzo non è la storia di uno dei tanti emigrati molfettesi, ma la storia di un molfettese emigrato per due volte.
«La prima volta che ho lasciato Molfetta avevo 20 anni – esordisce – sono stato a Sanremo, dove ho aperto un ristorante, poi a Montecarlo, dove invece sono rimasto per 15 anni».
Il nome del ristorante di Michele era "Zia Teresa", un omaggio a sua madre. Nella sua carriera, Michele ha ospitato anche diverse star, da Schumacher a Maradona.
«Quando sono tornato a Molfetta per stare vicino a mia madre ho tentato un'esperienza in città, ma non si è rivelata soddisfacente per una serie di motivi – prosegue - non era più il paese che avevo lasciato da ragazzo, non lo sentivo più adatto al mio ruolo, io volevo parlare più lingue e interagire con persone di altre nazionalità».
Così Michele è partito di nuovo, questa volta per una destinazione insolita: le isole Canarie.
«A Molfetta si lavora prevalentemente con la clientela locale, ci sono pochi turisti – commenta – alle Canarie si lavora solo con turisti durante tutto l'anno e si respira un clima diverso, anche di inverno è sempre estate e si va al mare in ogni periodo dell'anno».
Nei racconti di Michele emergono turisti che provengono da diverse parti del mondo, ma in particolar modo dal nord Europa: forte l'affluenza di tedeschi, inglesi e olandesi, anche perché si tratta di un'isola con una forte influenza britannica, in virtù della presenza di attività commerciali legate alla Gran Bretagna.
«Qui il ritmo delle giornate è molto tranquillo, conduciamo uno stile di vita che mi piace definire "canario" e, ancor più, mi piace paragonare al clima di Molfetta nei giorni della festa patronale – racconta – a tutto ciò che non è urgente, diciamo "ci pensiamo domani"».
Ma per Michele Molfetta non è solo un ricordo. Il legame che coltiva con la città d'origine è ancora forte, tanto che gestisce un'attività ristorativa, chiamata "Gusto", caratteristica per fondere la cucina pugliese con quella internazionale. Da "Gusto" si trovano l'olio di Molfetta, le mozzarelle e la burrata di Gravina, le olive di Cerignola e, ancora, vini e formaggi selezionati dalla Puglia.
«La fusione delle specialità pugliesi con la cucina locale canaria è il segreto del nostro successo – rivela Michele – i turisti apprezzano molto le nostre portate per l'originalità che ci contraddistingue».
Non da meno, poi, il fattore accoglienza.
«Gestiamo l'attività in famiglia, mia moglie è gallese, mio figlio è sempre vissuto all'estero e sua moglie è canadese, ho anche una nipote che è nata qui alle Canarie – aggiunge – proprio il fatto di essere una famiglia internazionale, che conosce diverse lingue, ci rende così ospitali».
«Adesso ho un progetto che realizzerò nel mese di dicembre- precisa – organizzerò un evento a Playa Bianca dove presenteremo alla cittadinanza alcuni fornitori di prodotti pugliesi e, quella sera, prepareremo in diretta il nostro panzerotto e le nostre mozzarelle e faremo assaggiare ai presenti le olive, i vini di San Marzano e le orecchiette».
Tutti prodotti di cui, poi, gli astanti potranno trovare fornitori proprio alle Canarie.
«Questo evento è il mio modo di sdebitarmi con l'isola per l'accoglienza che ho ricevuto – sottolinea – sono sempre felice di portare la mia cultura e le mie tradizioni in altre parti del mondo».
Michele de Vincenzo è l'esempio che non c'è età in cui non si possano realizzare i propri sogni.
«Una persona può emigrare a qualsiasi età, a 20 anni o a 50 non fa la differenza se si ha un progetto».
«La prima volta che ho lasciato Molfetta avevo 20 anni – esordisce – sono stato a Sanremo, dove ho aperto un ristorante, poi a Montecarlo, dove invece sono rimasto per 15 anni».
Il nome del ristorante di Michele era "Zia Teresa", un omaggio a sua madre. Nella sua carriera, Michele ha ospitato anche diverse star, da Schumacher a Maradona.
«Quando sono tornato a Molfetta per stare vicino a mia madre ho tentato un'esperienza in città, ma non si è rivelata soddisfacente per una serie di motivi – prosegue - non era più il paese che avevo lasciato da ragazzo, non lo sentivo più adatto al mio ruolo, io volevo parlare più lingue e interagire con persone di altre nazionalità».
Così Michele è partito di nuovo, questa volta per una destinazione insolita: le isole Canarie.
«A Molfetta si lavora prevalentemente con la clientela locale, ci sono pochi turisti – commenta – alle Canarie si lavora solo con turisti durante tutto l'anno e si respira un clima diverso, anche di inverno è sempre estate e si va al mare in ogni periodo dell'anno».
Nei racconti di Michele emergono turisti che provengono da diverse parti del mondo, ma in particolar modo dal nord Europa: forte l'affluenza di tedeschi, inglesi e olandesi, anche perché si tratta di un'isola con una forte influenza britannica, in virtù della presenza di attività commerciali legate alla Gran Bretagna.
«Qui il ritmo delle giornate è molto tranquillo, conduciamo uno stile di vita che mi piace definire "canario" e, ancor più, mi piace paragonare al clima di Molfetta nei giorni della festa patronale – racconta – a tutto ciò che non è urgente, diciamo "ci pensiamo domani"».
Ma per Michele Molfetta non è solo un ricordo. Il legame che coltiva con la città d'origine è ancora forte, tanto che gestisce un'attività ristorativa, chiamata "Gusto", caratteristica per fondere la cucina pugliese con quella internazionale. Da "Gusto" si trovano l'olio di Molfetta, le mozzarelle e la burrata di Gravina, le olive di Cerignola e, ancora, vini e formaggi selezionati dalla Puglia.
«La fusione delle specialità pugliesi con la cucina locale canaria è il segreto del nostro successo – rivela Michele – i turisti apprezzano molto le nostre portate per l'originalità che ci contraddistingue».
Non da meno, poi, il fattore accoglienza.
«Gestiamo l'attività in famiglia, mia moglie è gallese, mio figlio è sempre vissuto all'estero e sua moglie è canadese, ho anche una nipote che è nata qui alle Canarie – aggiunge – proprio il fatto di essere una famiglia internazionale, che conosce diverse lingue, ci rende così ospitali».
«Adesso ho un progetto che realizzerò nel mese di dicembre- precisa – organizzerò un evento a Playa Bianca dove presenteremo alla cittadinanza alcuni fornitori di prodotti pugliesi e, quella sera, prepareremo in diretta il nostro panzerotto e le nostre mozzarelle e faremo assaggiare ai presenti le olive, i vini di San Marzano e le orecchiette».
Tutti prodotti di cui, poi, gli astanti potranno trovare fornitori proprio alle Canarie.
«Questo evento è il mio modo di sdebitarmi con l'isola per l'accoglienza che ho ricevuto – sottolinea – sono sempre felice di portare la mia cultura e le mie tradizioni in altre parti del mondo».
Michele de Vincenzo è l'esempio che non c'è età in cui non si possano realizzare i propri sogni.
«Una persona può emigrare a qualsiasi età, a 20 anni o a 50 non fa la differenza se si ha un progetto».