Michele Albanese si racconta: «Tutto inizia da una videocassetta»
Dalla collaborazione per Mudù agli effetti speciali nel cinema, passando per il web format personale "Maleduclasse"
lunedì 16 ottobre 2023
13.07
La creatività può diventare una professione, soprattutto se ne si possiede da vendere e si capisce come sfruttarne appieno le potenzialità. Un esempio arriva proprio da Molfetta: il giovane Michele Albanese, che in fondo ha sempre saputo di essere creativo, ha scelto di percorrere la sua strada nell'ambito degli studi cinematografici e multimediali, dopo aver studiato ben cinque anni di cucina.
Una scelta che gli ha già procurato diverse soddisfazioni: dalla collaborazione per Mudù agli effetti speciali nel cinema, passando per la creazione del web format personale "Maleduclasse". Lo abbiamo intervistato per farci rivelare alcune curiosità sul suo percorso.
Com'è nata la tua passione per il visual design e per l'animazione?
«Tutto inizia da una semplice videocassetta, che conservo tuttora come l'oggetto più rappresentativo. È incredibile pensare alla casualità con cui i miei genitori l'hanno registrata quando avevo 3 anni, nel 2001. Erano inconsapevoli di stare per influenzare il mio futuro semplicemente premendo il tasto rec di un videoregistratore La cassetta conteneva un mix di programmi televisivi e cartoni animati: "L'Albero Azzurro," i cartoni dello "Zecchino d'Oro," "Art Attack," i cartoni Disney, "La Premiata Ditta," "Chi ha incastrato Peter Pan". L'ho riguardata così tante volte da logorare il nastro, imparando a memoria tutte le battute e persino l'ordine con cui i programmi sono stati registrati. Credo che quella cassetta mi abbia forgiato, dandomi la creatività, il senso estetico, la sensibilità al colore, al ritmo e allo spettacolo. In parallelo, ho scoperto Harry Potter e ne sono rimasto così affascinato che ho capito di voler avere un lavoro in qualche modo magico, insolito e colorato».
Hai capito subito di voler fare della tua creatività un lavoro?
«In realtà no. Durante la scuola media, ho capito di essere creativo, ma non ho considerato rilevante la mia attrazione per il cinema e la televisione, allora ho individuato nella pasticceria il miglior ambito per esprimere la mia creatività, così mi sono iscritto all'istituto Alberghiero di Molfetta. Durante il terzo anno, però, ho perso la motivazione e ho capito che il giusto ambito per dare sfogo alla mia creatività era quello cinematografico o multimediale. L'ho comunicato agli insegnanti, che mi hanno motivato a continuare fino alla maturità, permettendomi di coltivare la mia "nuova" passione e di intraprendere la strada giusta, all'interno dell'alberghiero stesso. La scuola partecipava ogni anno al concorso "Gaetano Salvemini e i giovani," in cui tutte le scuole superiori della città dovevano produrre un cortometraggio a tema. Mi hanno proposto di far parte del gruppo di studenti che avrebbe lavorato al corto, in modo da iniziare a toccare con mano aspetti come regia, riprese e montaggio. Abbiamo prodotto il cortometraggio e siamo riusciti a vincere il primo premio. Lì ho iniziato a trovare delle piccole conferme. Nonostante continuassi a studiare cucina, tornavo a casa nel pomeriggio e dopo i compiti proseguivo studiando regia da autodidatta, guardavo tutorial su YouTube e sperimentavo con una piccola telecamera. In quarto superiore, abbiamo partecipato nuovamente al concorso e abbiamo di nuovo vinto il primo premio. Ero incredulo e sempre più motivato a continuare nel mio nuovo percorso. Nel quinto anno invece, non mi è stato proposto il concorso Salvemini, ma un concorso in scala nazionale a cui avrei partecipato da solo. Nonostante lo ritenessi un passo troppo lungo rispetto alla gamba, ancora stento a crederci, scelsi due compagni di scuola come attori. Fu così che vincemmo anche il concorso nazionale. Quei compagni di scuola sarebbero diventati cinque anni dopo i futuri doppiatori del mio web format "Maleduclasse"».
Guardandoti indietro, credi che il tuo percorso sarebbe dovuto essere così?
«Sono e sarò sempre convinto che, nell'errore, io abbia frequentato la scuola giusta, probabilmente le cose dovevano andare così. Ringrazierò all'infinito i docenti e i compagni che sono stati determinanti nel mio percorso e che non dimenticherò mai».
Come hai proseguito gli studi?
«A quel punto non c'erano più dubbi. Mi sono iscritto all'Accademia di Belle Arti, dove ho capito di avere una forte curiosità verso più di un ambito artistico. Questa curiosità mi ha spinto a formarmi, sperimentare e lavorare in ognuno di questi contesti. A momenti non è chiaro neanche a me quale sia il mio lavoro, c'è chi crede che io sia un videomaker, chi mi ha conosciuto come graphic designer, cartoonist, 3D artist o VFX artist. Ultimamente, con Maleduclasse, c'è chi mi vede come youtuber o come tiktoker.».
Nel tuo percorso professionale spicca la collaborazione per "Mudù". Come nasce il tuo rapporto con Uccio de Santis?
«Nel periodo in cui ho iniziato ad avvicinarmi al graphic design e ai cartoni animati, nel 2019, era in programma uno spettacolo di Uccio a Molfetta. Conoscendo tutte le sigle di Mudù a memoria, da vero fan, mi è venuta l'idea bizzarra di realizzare un cartone animato di tutto il cast. In più ho voluto comporre e scrivere una nuova sigla musicale che avrebbe fatto da sottofondo al cartone. Sono andato allo spettacolo, ho riso molto e alla fine sono riuscito a far vedere il video a Uccio. C'erano anche Umberto Sardella e Antonella Genga: non dimenticherò mai le loro espressioni alla fine del video. Uccio mi ha detto che ci saremmo sentiti sicuramente ed ecco che quella notte non ho dormito. Dovevo ancora realizzare di aver incontrato per la prima volta uno degli idoli televisivi della mia infanzia, figuriamoci metabolizzare cosa era successo dopo. Successivamente Uccio mi ha convocato nel suo ufficio e sono diventato il suo grafico, oltre a concordare la produzione dei cartoni animati di Mudù. Ho da subito studiato per migliorare la qualità dei miei cartoni e farmi trovare pronto, per ripagare Uccio di un'opportunità enorme. Lui si è rivelato essere una persona fantastica anche dietro le quinte, sempre gentile, sorridente e divertente, così come tutto il suo cast e i suoi collaboratori, delle persone stupende che ti fanno sentire parte di una grande famiglia. Trovarmi a ballare e cantare sul set con loro le sigle di apertura che da piccolo sapevo a memoria è stato surreale, così come è stato magico l'aver realizzato le animazioni per le sigle di chiusura delle ultime due edizioni».
Un aneddoto su questa tua esperienza.
«In una grafica ho fatto uno scherzo a Uccio, trasformandolo in una donna. Ero in ufficio mentre preparavo il manifesto per lo spettacolo natalizio di Uccio al Teatro Petruzzelli di Bari. L'ho chiamato per una revisione. Lui è arrivato e si è rivisto in grafica con dei capelli castani, di media lunghezza e con la frangia, il rossetto rosso e il nome gigante "UcciA de Santis". Siamo scoppiati a ridere».
"Maleduclasse" è il tuo primo web format. Come ha avuto origine il progetto?
«Maleduclasse ha origine da diverse influenze nel corso degli anni. La prima è derivata proprio dalla videocassetta citata in precedenza. Ho capito che in futuro avrei voluto avere uno show tutto mio. Poi è arrivato Disney Channel con High School Musical, Camp Rock, Quelli dell'Intervallo e ho capito che anch'io avrei voluto rivolgermi a un target adolescenziale. Durante la scuola media ho avuto l'influenza che ha determinato il format in sé: annotavo tutte le vicende bizzarre che accadevano in classe o in gita e ne conservo tuttora i diari. Alle superiori, invece, mi divertivo a imitare i professori, talvolta anche su loro richiesta prima di cominciare la lezione. Questo mi ha portato a interpretare in modo bizzarro i personaggi di Maleduclasse insieme ad altri cinque doppiatori e amici, che ringrazio per la disponibilità nel rischiare le corde vocali ogni volta che doppiamo. Poi, per pura curiosità, ho imparato la tecnica del cartone animato. I primi esperimenti li ho fatti scrivendo e animando trame surreali con i miei parenti protagonisti: in uno di questi ho fatto diventare mia nonna la nuova centravanti del Milan, in un altro gli zii sono finiti a ballare vestiti da elfi nel "Maurizio Costanzo Show". Facevo doppiare ai miei parenti i loro stessi personaggi, animavo e a Natale guardavamo il risultato. All'Accademia di Belle Arti ho appreso come creare un web format efficace. Ho unito i puntini ed è nata Maleduclasse: un format che trasforma le esperienze scolastiche divertenti in sketch animati, sfruttando la nostalgia degli ex studenti e il desiderio degli studenti attuali di vedere le loro storie trasformarsi in un cartone animato».
Ti aspettavi il successo ottenuto da Maleduclasse?
«L'idea di aver superato i 100mila followers su TikTok mi rende incredulo. Molti ragazzi conoscono i nostri personaggi, la sigla, tutti gli sketch; è surreale. Fare numeri importanti significa anche avere delle responsabilità, quindi cerchiamo sempre di sensibilizzare l'utente affinché non replichi nella realtà ciò che avviene in un cartone animato, in cui può succedere di tutto senza conseguenze. Il format deve essere interpretato con la giusta leggerezza: la realtà è ben diversa e occorre distinguerla».
A chi sono ispirati i personaggi del tuo web format?
«C'è stato uno studio del loro carattere, poi dei nomi, poi del loro aspetto, della loro voce e infine delle loro movenze. Dopo abbiamo individuato i doppiatori e progettato il resto. Per questo ho tenuto Maleduclasse nella mia testa per un anno, prima di metterla in pratica. L'obiettivo era consentire a quest'idea di svilupparsi gradualmente, al fine di valutare quali spunti fossero davvero validi e quali fossero suggestioni temporanee che si sarebbero rivelate scadenti. Questo processo di ideazione a lungo termine mi ha permesso di bilanciare il format e di riflettere attentamente sulle decisioni più importanti. Dopo una prima analisi dei feedback degli utenti con il mio collaboratore e amico Simone Sciancalepore, abbiamo perfezionato il cast, eliminando i personaggi superflui e creandone di nuovi. Il cast definitivo conta 25 personaggi. Abbiamo tutti gli stereotipi sia tra gli alunni sia tra i docenti, in modo da scegliere sempre i profili perfetti per la storia che ci viene proposta. In merito all'ispirazione per i personaggi, alcuni alunni non sono altro che l'alter ego dei propri doppiatori. Uno dei prof è stato realmente un mio insegnante alle superiori, che mi ha autorizzato ad imitarlo in Maleduclasse. Altri sono inventati ma ispirati in parte a delle personalità incontrate in diversi contesti. Per me è come se ognuno di loro esistesse realmente, sarei capace di raccontare dettagli come ad esempio la famiglia da cui proviene ogni personaggio, chi di loro ha fratelli o sorelle, chi fa sport, e così via, so come ogni personaggio reagirebbe in qualsiasi contesto. Credo che una profonda analisi dei personaggi sia la chiave per interpretarli in modo autentico».
Come t'immagini nel futuro? Quali progetti ci sono in cantiere?
«In futuro mi immagino felice e fortunato (o almeno spero), come è stato finora, non avrei potuto e non posso chiedere di meglio, avrò una lista infinita di persone da ringraziare per questo, stanno accadendo cose magnifiche e tutte in maniera vertiginosa, le più importanti proprio in questi giorni. Presto esordirò nell'industria cinematografica, con la realizzazione dei visual effects del mio primo film. Si intitola "Un oggi alla volta" di Nicola Conversa, prodotto da One More Pictures e Rai Cinema con il contributo del Ministero della Cultura. Il film sarà presentato al Festival del cinema di Roma 'Alice nella città' come proiezione speciale. Devo molto a Nicola, che ha scommesso su di me per la realizzazione della sua opera prima, e precedentemente per altri progetti a livello nazionale che saranno comunicati a breve. Spero davvero di aver ripagato al meglio la sua fiducia. Infine, sto collaborando con il Pancio (Andrea Panciroli) per realizzare sia la nuova sigla del suo format "OCW Sports" sia uno sketch speciale di Maleduclasse che vedrà protagonisti anche Enzuccio e Damiano Er Faina».
Una scelta che gli ha già procurato diverse soddisfazioni: dalla collaborazione per Mudù agli effetti speciali nel cinema, passando per la creazione del web format personale "Maleduclasse". Lo abbiamo intervistato per farci rivelare alcune curiosità sul suo percorso.
Com'è nata la tua passione per il visual design e per l'animazione?
«Tutto inizia da una semplice videocassetta, che conservo tuttora come l'oggetto più rappresentativo. È incredibile pensare alla casualità con cui i miei genitori l'hanno registrata quando avevo 3 anni, nel 2001. Erano inconsapevoli di stare per influenzare il mio futuro semplicemente premendo il tasto rec di un videoregistratore La cassetta conteneva un mix di programmi televisivi e cartoni animati: "L'Albero Azzurro," i cartoni dello "Zecchino d'Oro," "Art Attack," i cartoni Disney, "La Premiata Ditta," "Chi ha incastrato Peter Pan". L'ho riguardata così tante volte da logorare il nastro, imparando a memoria tutte le battute e persino l'ordine con cui i programmi sono stati registrati. Credo che quella cassetta mi abbia forgiato, dandomi la creatività, il senso estetico, la sensibilità al colore, al ritmo e allo spettacolo. In parallelo, ho scoperto Harry Potter e ne sono rimasto così affascinato che ho capito di voler avere un lavoro in qualche modo magico, insolito e colorato».
Hai capito subito di voler fare della tua creatività un lavoro?
«In realtà no. Durante la scuola media, ho capito di essere creativo, ma non ho considerato rilevante la mia attrazione per il cinema e la televisione, allora ho individuato nella pasticceria il miglior ambito per esprimere la mia creatività, così mi sono iscritto all'istituto Alberghiero di Molfetta. Durante il terzo anno, però, ho perso la motivazione e ho capito che il giusto ambito per dare sfogo alla mia creatività era quello cinematografico o multimediale. L'ho comunicato agli insegnanti, che mi hanno motivato a continuare fino alla maturità, permettendomi di coltivare la mia "nuova" passione e di intraprendere la strada giusta, all'interno dell'alberghiero stesso. La scuola partecipava ogni anno al concorso "Gaetano Salvemini e i giovani," in cui tutte le scuole superiori della città dovevano produrre un cortometraggio a tema. Mi hanno proposto di far parte del gruppo di studenti che avrebbe lavorato al corto, in modo da iniziare a toccare con mano aspetti come regia, riprese e montaggio. Abbiamo prodotto il cortometraggio e siamo riusciti a vincere il primo premio. Lì ho iniziato a trovare delle piccole conferme. Nonostante continuassi a studiare cucina, tornavo a casa nel pomeriggio e dopo i compiti proseguivo studiando regia da autodidatta, guardavo tutorial su YouTube e sperimentavo con una piccola telecamera. In quarto superiore, abbiamo partecipato nuovamente al concorso e abbiamo di nuovo vinto il primo premio. Ero incredulo e sempre più motivato a continuare nel mio nuovo percorso. Nel quinto anno invece, non mi è stato proposto il concorso Salvemini, ma un concorso in scala nazionale a cui avrei partecipato da solo. Nonostante lo ritenessi un passo troppo lungo rispetto alla gamba, ancora stento a crederci, scelsi due compagni di scuola come attori. Fu così che vincemmo anche il concorso nazionale. Quei compagni di scuola sarebbero diventati cinque anni dopo i futuri doppiatori del mio web format "Maleduclasse"».
Guardandoti indietro, credi che il tuo percorso sarebbe dovuto essere così?
«Sono e sarò sempre convinto che, nell'errore, io abbia frequentato la scuola giusta, probabilmente le cose dovevano andare così. Ringrazierò all'infinito i docenti e i compagni che sono stati determinanti nel mio percorso e che non dimenticherò mai».
Come hai proseguito gli studi?
«A quel punto non c'erano più dubbi. Mi sono iscritto all'Accademia di Belle Arti, dove ho capito di avere una forte curiosità verso più di un ambito artistico. Questa curiosità mi ha spinto a formarmi, sperimentare e lavorare in ognuno di questi contesti. A momenti non è chiaro neanche a me quale sia il mio lavoro, c'è chi crede che io sia un videomaker, chi mi ha conosciuto come graphic designer, cartoonist, 3D artist o VFX artist. Ultimamente, con Maleduclasse, c'è chi mi vede come youtuber o come tiktoker.».
Nel tuo percorso professionale spicca la collaborazione per "Mudù". Come nasce il tuo rapporto con Uccio de Santis?
«Nel periodo in cui ho iniziato ad avvicinarmi al graphic design e ai cartoni animati, nel 2019, era in programma uno spettacolo di Uccio a Molfetta. Conoscendo tutte le sigle di Mudù a memoria, da vero fan, mi è venuta l'idea bizzarra di realizzare un cartone animato di tutto il cast. In più ho voluto comporre e scrivere una nuova sigla musicale che avrebbe fatto da sottofondo al cartone. Sono andato allo spettacolo, ho riso molto e alla fine sono riuscito a far vedere il video a Uccio. C'erano anche Umberto Sardella e Antonella Genga: non dimenticherò mai le loro espressioni alla fine del video. Uccio mi ha detto che ci saremmo sentiti sicuramente ed ecco che quella notte non ho dormito. Dovevo ancora realizzare di aver incontrato per la prima volta uno degli idoli televisivi della mia infanzia, figuriamoci metabolizzare cosa era successo dopo. Successivamente Uccio mi ha convocato nel suo ufficio e sono diventato il suo grafico, oltre a concordare la produzione dei cartoni animati di Mudù. Ho da subito studiato per migliorare la qualità dei miei cartoni e farmi trovare pronto, per ripagare Uccio di un'opportunità enorme. Lui si è rivelato essere una persona fantastica anche dietro le quinte, sempre gentile, sorridente e divertente, così come tutto il suo cast e i suoi collaboratori, delle persone stupende che ti fanno sentire parte di una grande famiglia. Trovarmi a ballare e cantare sul set con loro le sigle di apertura che da piccolo sapevo a memoria è stato surreale, così come è stato magico l'aver realizzato le animazioni per le sigle di chiusura delle ultime due edizioni».
Un aneddoto su questa tua esperienza.
«In una grafica ho fatto uno scherzo a Uccio, trasformandolo in una donna. Ero in ufficio mentre preparavo il manifesto per lo spettacolo natalizio di Uccio al Teatro Petruzzelli di Bari. L'ho chiamato per una revisione. Lui è arrivato e si è rivisto in grafica con dei capelli castani, di media lunghezza e con la frangia, il rossetto rosso e il nome gigante "UcciA de Santis". Siamo scoppiati a ridere».
"Maleduclasse" è il tuo primo web format. Come ha avuto origine il progetto?
«Maleduclasse ha origine da diverse influenze nel corso degli anni. La prima è derivata proprio dalla videocassetta citata in precedenza. Ho capito che in futuro avrei voluto avere uno show tutto mio. Poi è arrivato Disney Channel con High School Musical, Camp Rock, Quelli dell'Intervallo e ho capito che anch'io avrei voluto rivolgermi a un target adolescenziale. Durante la scuola media ho avuto l'influenza che ha determinato il format in sé: annotavo tutte le vicende bizzarre che accadevano in classe o in gita e ne conservo tuttora i diari. Alle superiori, invece, mi divertivo a imitare i professori, talvolta anche su loro richiesta prima di cominciare la lezione. Questo mi ha portato a interpretare in modo bizzarro i personaggi di Maleduclasse insieme ad altri cinque doppiatori e amici, che ringrazio per la disponibilità nel rischiare le corde vocali ogni volta che doppiamo. Poi, per pura curiosità, ho imparato la tecnica del cartone animato. I primi esperimenti li ho fatti scrivendo e animando trame surreali con i miei parenti protagonisti: in uno di questi ho fatto diventare mia nonna la nuova centravanti del Milan, in un altro gli zii sono finiti a ballare vestiti da elfi nel "Maurizio Costanzo Show". Facevo doppiare ai miei parenti i loro stessi personaggi, animavo e a Natale guardavamo il risultato. All'Accademia di Belle Arti ho appreso come creare un web format efficace. Ho unito i puntini ed è nata Maleduclasse: un format che trasforma le esperienze scolastiche divertenti in sketch animati, sfruttando la nostalgia degli ex studenti e il desiderio degli studenti attuali di vedere le loro storie trasformarsi in un cartone animato».
Ti aspettavi il successo ottenuto da Maleduclasse?
«L'idea di aver superato i 100mila followers su TikTok mi rende incredulo. Molti ragazzi conoscono i nostri personaggi, la sigla, tutti gli sketch; è surreale. Fare numeri importanti significa anche avere delle responsabilità, quindi cerchiamo sempre di sensibilizzare l'utente affinché non replichi nella realtà ciò che avviene in un cartone animato, in cui può succedere di tutto senza conseguenze. Il format deve essere interpretato con la giusta leggerezza: la realtà è ben diversa e occorre distinguerla».
A chi sono ispirati i personaggi del tuo web format?
«C'è stato uno studio del loro carattere, poi dei nomi, poi del loro aspetto, della loro voce e infine delle loro movenze. Dopo abbiamo individuato i doppiatori e progettato il resto. Per questo ho tenuto Maleduclasse nella mia testa per un anno, prima di metterla in pratica. L'obiettivo era consentire a quest'idea di svilupparsi gradualmente, al fine di valutare quali spunti fossero davvero validi e quali fossero suggestioni temporanee che si sarebbero rivelate scadenti. Questo processo di ideazione a lungo termine mi ha permesso di bilanciare il format e di riflettere attentamente sulle decisioni più importanti. Dopo una prima analisi dei feedback degli utenti con il mio collaboratore e amico Simone Sciancalepore, abbiamo perfezionato il cast, eliminando i personaggi superflui e creandone di nuovi. Il cast definitivo conta 25 personaggi. Abbiamo tutti gli stereotipi sia tra gli alunni sia tra i docenti, in modo da scegliere sempre i profili perfetti per la storia che ci viene proposta. In merito all'ispirazione per i personaggi, alcuni alunni non sono altro che l'alter ego dei propri doppiatori. Uno dei prof è stato realmente un mio insegnante alle superiori, che mi ha autorizzato ad imitarlo in Maleduclasse. Altri sono inventati ma ispirati in parte a delle personalità incontrate in diversi contesti. Per me è come se ognuno di loro esistesse realmente, sarei capace di raccontare dettagli come ad esempio la famiglia da cui proviene ogni personaggio, chi di loro ha fratelli o sorelle, chi fa sport, e così via, so come ogni personaggio reagirebbe in qualsiasi contesto. Credo che una profonda analisi dei personaggi sia la chiave per interpretarli in modo autentico».
Come t'immagini nel futuro? Quali progetti ci sono in cantiere?
«In futuro mi immagino felice e fortunato (o almeno spero), come è stato finora, non avrei potuto e non posso chiedere di meglio, avrò una lista infinita di persone da ringraziare per questo, stanno accadendo cose magnifiche e tutte in maniera vertiginosa, le più importanti proprio in questi giorni. Presto esordirò nell'industria cinematografica, con la realizzazione dei visual effects del mio primo film. Si intitola "Un oggi alla volta" di Nicola Conversa, prodotto da One More Pictures e Rai Cinema con il contributo del Ministero della Cultura. Il film sarà presentato al Festival del cinema di Roma 'Alice nella città' come proiezione speciale. Devo molto a Nicola, che ha scommesso su di me per la realizzazione della sua opera prima, e precedentemente per altri progetti a livello nazionale che saranno comunicati a breve. Spero davvero di aver ripagato al meglio la sua fiducia. Infine, sto collaborando con il Pancio (Andrea Panciroli) per realizzare sia la nuova sigla del suo format "OCW Sports" sia uno sketch speciale di Maleduclasse che vedrà protagonisti anche Enzuccio e Damiano Er Faina».