Mi chiamo Valentina e credo nell’amore

Grande pathos con gli studenti del Classico nella loro azione contro la violenza sulle donne

lunedì 28 novembre 2016 8.06
«Mi chiamo Valentina e credo nell'amore». Credono tutti nell'amore i centoventi alunni che hanno animato l'azione di sensibilizzazione realizzata dal Liceo Classico di Molfetta il 25 novembre, "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne". E vogliono continuare a crederci.

Fino al suono della sirena che, come tradizione, ha dato il via alla performance, hanno riso e chiacchierato, per diventare seri serissimi, calandosi nei ruoli, appena scese le scale del Liceo e presi i loro posti. Hanno raccontato storie che sperano non li riguardino mai, l'infrangersi di sogni che potrebbero essere i loro, la gelosia, i ceffoni, i lividi, l'auto colpevolizzazione. Quasi esorcizzassero un pericolo: quello di trovarsi un domani nel ruolo di vittime o carnefici. Lo conoscono in questo modo il lato oscuro dell'amore e poi mai più, che altrimenti non sarebbe servita tutta la fatica di mesi di preparazione.

Performance divisa in due parti, la prima, affidata ad un folto coro maschile e femminile, a scavare nelle radici antiche nella misoginia, quando la donna veniva creduta punizione divina: testi urticanti, da Omero, Esiodo, Euripide, Pitagora e Aristotele. Uno stacco fra passato e presente affidato alla danza, sulla musica di "Svegliare l'aurora", un tocco tenero di poesia, prima di venire all'attualità: l'ulteriore violenza di un processo, quando la donna denuncia; la conquista della autonomia; la raccomandazione alle madri dei figli maschi, che con l'educazione si combatte la violenza di genere.
A concludere l'alternanza di testi, stili, azioni sul palco, la poetica azione mimica di nove coppie che hanno ricostruito con i corpi e gesti i fotogrammi di un amore che, da dolce, può diventare malato e violento.

Infine, come è tradizione, di nuovo il suono della sirena e l'azione ginnica che, attraverso il volteggiare dei nastri ha disegnato lo stesso percorso dei testi, riaffermando il messaggio della serata e del Liceo Classico: l'amore può anche diventare una gabbia, ma le sbarre si possono, si devono spezzare.
Anche la pioggia, tanto temuta, ha ceduto le armi al cospetto di questo momento di formazione intenso, davanti all'edificio del Liceo trasformato ancora una volta in una perfetta quinta teatrale.

Complimenti ai ragazzi da parte della Dirigente, prof.ssa Margherita Anna Bufi, un ringraziamento a Maria Antonietta Cozzoli che volontariamente e gratuitamente ha collaborato alla preparazione del mimo e alla Ditta Ayroldi che ha realizzato nell'atrio del Liceo il palco.
A fine serata i docenti referenti, proff. Emilia de Ceglia, Eleonora Sciancalepore, Maria Teresa Mezzina, Marta Giancaspro, Rosa Lezza, Girolamo Samarelli, Maddalena Salvemini, erano stanchissimi, ma se li sarebbero abbracciati tutti, ad uno ad uno, i loro meravigliosi ragazzi.
Liceo classico 25 novembre 2016 © Isabella de Pinto
Liceo classico 25 novembre 2016 © Isabella de Pinto
Liceo classico 25 novembre 2016 © Isabella de Pinto