Media e linguaggi: i giornalisti a confronto col Vescovo di Molfetta
Ieri l'evento all'Auditorium Madonna della Rosa di Molfetta nell'ambito della visita pastorale di Mons. Cornacchia
sabato 26 gennaio 2019
L'importanza di essere giornalisti, comunicatori, mediatori dell'informazione. Il ruolo dei media oggi, nel pieno della "rivoluzione elettronica". Il giornalista visto come antidoto all'appiattimento dell'informazione, alla "dittatura del clic". Questi i temi affrontati ieri nel corso dell'incontro voluto dal Vescovo, Mons. Mimmo Cornacchia, con tutti gli operatori della comunicazione della diocesi Molfetta-Giovinazzo-Terlizzi-Ruvo.
Un appuntamento inedito e interessante. Una visita pastorale nella visita pastorale. In fondo, una chiacchiera tra amici, un modo per conoscersi meglio. E crescere meglio.
Nell'auditorium della parrocchia Madonna della Rosa di Molfetta si parla della Carta di Assisi. Luigi Sparapano, direttore settimanale Luce e Vita - Ufficio Comunicazioni modera l'incontro. Relatore d'eccezione Valentino Losito, consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti insieme a Michelangelo Parisi, vicedirettore Ufficio Comunicazioni sociali della diocesi.
«Oggi la libertà deve corrispondere al valore della responsabilità» sottolinea Losito. «La libertà del giornalista oggi non deve trovare una limitazione nel contesto della responsabilità, al contrario nella responsabilità trova compimento la sua libertà e la sua credibilità». Passaggi bellissimi persino per chi, questo mestiere, lo svolge già ogni giorno.
«Serve una nuova grammatica dell'umano - dice ancora Losito - siamo a un tornante della storia dove la circolarità e la velocità dell'informazione rischiano persino di alterare l'informazione stessa. Abbiamo ancora una chance come giornalisti se puntiamo all'approfondimento: i social hanno preso in ostaggio quattro delle cinque "W" dell'informazione (il cosa, il dove, il quando, il come), a noi resta spiegare "il perché" di certi fenomeni sociali». Dunque, l'approfondimento dei fatti, il racconto delle storie, il giornalismo di prossimità quello che inizia dalle periferie delle nostre città».
E a proposito delle città, Sparapano dà spazio alla presentazione di tutte le testate locali di Molfetta, Terlizzi, Ruvo e Giovinazzo. Ci sono, ci siamo, tutti. Dai giornali storici nati trent'anni fa a quelle nate appena qualche tempo fa per mano di giovani. Dai giornali su carta a quelli come noi di Viva Network che percorriamo ogni giorno le strade del digitale.
A raccontare il nostro gruppo editoriale e la nostra esperienza sul campo ci pensa Gianluca Battista, Caporedattore di Giovinazzo, che ripercorre le tappe di questa nuova avventura web, ricordando i continui successi di questi anni, evidenziando l'indipendenza da ogni forma di sovvenzionamento pubblico e sottolineando la necessità, per chi fa il nostro mestiere, di limitare il più possibile sulle nostre pagine social quello che gli anglosassoni definiscono "hate speech", il linguaggio dell'odio. Un linguaggio che, a ben vedere, caratterizza sempre più il dibattito pubblico nell'agorà virtuale e che ogni operatore dell'informazione dovrebbe fermare, combattere, comprimere se possibile.
La chiosa è tutta di sua Eccellenza, che legge San Francesco di Sales, protettore dei giornalisti, nel giorno a lui dedicato ed esorta a raccontare «anche i fatti positivi, a guardare oltre il male ed a scrivere delle tante cose belle che accadono ogni giorno intorno a noi». L'invito di Mons. Cornacchia è poi quello di ricordare sempre l'importanza di essere "corpo unico", non separato dalla società che intendiamo raccontare. Un corpo che sappia veicolare anche messaggi positivi, quindi, che arrivano dalle periferie delle nostre città e delle nostre esistenze.
Lavoriamo anche noi in rete», è l'esortazione finale del buon pastore, rispettando sempre l'essere umano, le cui sorti raccontiamo, e fornendo materiale per una riflessione comune costante finalizzata a migliorare le già belle comunità in cui viviamo e lavoriamo.
Un appuntamento inedito e interessante. Una visita pastorale nella visita pastorale. In fondo, una chiacchiera tra amici, un modo per conoscersi meglio. E crescere meglio.
Nell'auditorium della parrocchia Madonna della Rosa di Molfetta si parla della Carta di Assisi. Luigi Sparapano, direttore settimanale Luce e Vita - Ufficio Comunicazioni modera l'incontro. Relatore d'eccezione Valentino Losito, consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti insieme a Michelangelo Parisi, vicedirettore Ufficio Comunicazioni sociali della diocesi.
«Oggi la libertà deve corrispondere al valore della responsabilità» sottolinea Losito. «La libertà del giornalista oggi non deve trovare una limitazione nel contesto della responsabilità, al contrario nella responsabilità trova compimento la sua libertà e la sua credibilità». Passaggi bellissimi persino per chi, questo mestiere, lo svolge già ogni giorno.
«Serve una nuova grammatica dell'umano - dice ancora Losito - siamo a un tornante della storia dove la circolarità e la velocità dell'informazione rischiano persino di alterare l'informazione stessa. Abbiamo ancora una chance come giornalisti se puntiamo all'approfondimento: i social hanno preso in ostaggio quattro delle cinque "W" dell'informazione (il cosa, il dove, il quando, il come), a noi resta spiegare "il perché" di certi fenomeni sociali». Dunque, l'approfondimento dei fatti, il racconto delle storie, il giornalismo di prossimità quello che inizia dalle periferie delle nostre città».
E a proposito delle città, Sparapano dà spazio alla presentazione di tutte le testate locali di Molfetta, Terlizzi, Ruvo e Giovinazzo. Ci sono, ci siamo, tutti. Dai giornali storici nati trent'anni fa a quelle nate appena qualche tempo fa per mano di giovani. Dai giornali su carta a quelli come noi di Viva Network che percorriamo ogni giorno le strade del digitale.
A raccontare il nostro gruppo editoriale e la nostra esperienza sul campo ci pensa Gianluca Battista, Caporedattore di Giovinazzo, che ripercorre le tappe di questa nuova avventura web, ricordando i continui successi di questi anni, evidenziando l'indipendenza da ogni forma di sovvenzionamento pubblico e sottolineando la necessità, per chi fa il nostro mestiere, di limitare il più possibile sulle nostre pagine social quello che gli anglosassoni definiscono "hate speech", il linguaggio dell'odio. Un linguaggio che, a ben vedere, caratterizza sempre più il dibattito pubblico nell'agorà virtuale e che ogni operatore dell'informazione dovrebbe fermare, combattere, comprimere se possibile.
La chiosa è tutta di sua Eccellenza, che legge San Francesco di Sales, protettore dei giornalisti, nel giorno a lui dedicato ed esorta a raccontare «anche i fatti positivi, a guardare oltre il male ed a scrivere delle tante cose belle che accadono ogni giorno intorno a noi». L'invito di Mons. Cornacchia è poi quello di ricordare sempre l'importanza di essere "corpo unico", non separato dalla società che intendiamo raccontare. Un corpo che sappia veicolare anche messaggi positivi, quindi, che arrivano dalle periferie delle nostre città e delle nostre esistenze.
Lavoriamo anche noi in rete», è l'esortazione finale del buon pastore, rispettando sempre l'essere umano, le cui sorti raccontiamo, e fornendo materiale per una riflessione comune costante finalizzata a migliorare le già belle comunità in cui viviamo e lavoriamo.