Maxi truffa sul porto di Molfetta, passate in giudicato le assoluzioni-bis
Sono quelle dell'ex sindaco Azzollini e dell'ex dirigente Balducci: «Questa è la vera notizia dopo 11 anni!»
martedì 5 novembre 2024
11.03
Assolti in primo grado sulla presunta maxi-truffa collegata alla realizzazione del nuovo porto di Molfetta, avevano rinunciato alla prescrizione. E a marzo scorso, le assoluzioni dell'ex sindaco Antonio Azzollini e dell'ex dirigente Vincenzo Balducci sono state confermate. Il 15 ottobre quel dispositivo è passato in giudicato.
«La sentenza di assoluzione "perché il fatto non sussiste" è quindi diventata definitiva - ha scritto in una nota arrivata in redazione l'ormai ex dirigente comunale Balducci -. Dopo gli arresti e il sequestro del cantiere del 7 ottobre 2013, ci sono voluti ben 11 anni e due gradi di giudizio per capire che tutti gli atti compiuti dal sottoscritto e adottati dalla giunta comunale guidata dal sindaco Azzollini erano legittimi e corretti.
L'appello, relativo solo a 4 capi di imputazione, alla sentenza di assoluzione del Tribunale di Trani, era stato proposto sia dalla Procura di Trani, che la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari, nonché da "Comitato Cittadino per la bonifica marina a tutela del diritto alla salute e all'ambiente salubre", in persona del signor Matteo d'Ingeo – parte civile.
Il Tribunale di Trani, il 20 dicembre 2019, si era già pronunciato con l'assoluzione ponendo nel nulla, è proprio il caso di dire, ogni tipo di contestazione, con formula piena "perché il fatto non sussiste".
19 i capi di imputazione ascritti e contestati dalla Procura di Trani il 7 ottobre 2013, nella ordinanza di custodia cautelare al Senatore Antonio Azzollini, all'epoca dei fatti anche Sindaco di Molfetta e 20 i capi di imputazione ascritti al sottoscritto, all'epoca dei fatti Dirigente LLPP e Responsabile Unico del Procedimento (RUP) dei lavori del nuovo Porto Commerciale.
Il 15 ottobre scorso, dopo 11 anni, è stata posta la parola fine ad una vicenda triste per Molfetta che aveva creato sospetti, dubbi ombre e per altri addirittura certezze di colpevolezza, su di un Sindaco, il Senatore Azzollini e un Dirigente Comunale, l'ing. Balducci. Ma ……. "il fatto non sussiste" e …. non sussisteva affatto!
Tutti i reati loro ascritti si erano prescritti già durante il processo di primo grado; tuttavia, sia il Senatore Antonio Azzollini (difeso dall'avv. Felice Petruzzella) che l'ing. Enzo Balducci (difeso dall'avv. Rinaldo Alvisi) non si erano avvalsi della prescrizione e si sono fatti giudicare, per non lasciare nessun dubbio ai posteri sulla loro correttezza ed onestà!
Assolti entrambi con formula piena sia in primo grado (v. sentenza n. 3004/2019 del 20/12/2019 depositata in cancelleria il 29/04/2020), che in appello (v. sentenza n. 1419/2024 del 22/03/2024 depositata in cancelleria il 19/07/2024) cui era ricorsa sia la Procura di Trani, che la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di appello di Bari, nonché, la Parte Civile, in persona del signor Matteo d'Ingeo, condannata a pagare le spese di causa.
"Il tempo è galantuomo", è vero: ha rivelato la verità e reso giustizia. Purtroppo, però, troppo tempo è passato da quella bufera mediatica che tanti danni ha prodotto alla città e alle persone ingiustamente accusate di reati che non avevano commesso. Rigettate tutte le accuse nei confronti di due galantuomini così certi della loro innocenza da aver rinunciato alla prescrizione. Tutte le accuse nei loro confronti sono cadute nel nulla nel primo come nel secondo grado in via definitiva.
Questa è la vera notizia dopo 11 anni!».
«La sentenza di assoluzione "perché il fatto non sussiste" è quindi diventata definitiva - ha scritto in una nota arrivata in redazione l'ormai ex dirigente comunale Balducci -. Dopo gli arresti e il sequestro del cantiere del 7 ottobre 2013, ci sono voluti ben 11 anni e due gradi di giudizio per capire che tutti gli atti compiuti dal sottoscritto e adottati dalla giunta comunale guidata dal sindaco Azzollini erano legittimi e corretti.
L'appello, relativo solo a 4 capi di imputazione, alla sentenza di assoluzione del Tribunale di Trani, era stato proposto sia dalla Procura di Trani, che la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari, nonché da "Comitato Cittadino per la bonifica marina a tutela del diritto alla salute e all'ambiente salubre", in persona del signor Matteo d'Ingeo – parte civile.
Il Tribunale di Trani, il 20 dicembre 2019, si era già pronunciato con l'assoluzione ponendo nel nulla, è proprio il caso di dire, ogni tipo di contestazione, con formula piena "perché il fatto non sussiste".
19 i capi di imputazione ascritti e contestati dalla Procura di Trani il 7 ottobre 2013, nella ordinanza di custodia cautelare al Senatore Antonio Azzollini, all'epoca dei fatti anche Sindaco di Molfetta e 20 i capi di imputazione ascritti al sottoscritto, all'epoca dei fatti Dirigente LLPP e Responsabile Unico del Procedimento (RUP) dei lavori del nuovo Porto Commerciale.
Il 15 ottobre scorso, dopo 11 anni, è stata posta la parola fine ad una vicenda triste per Molfetta che aveva creato sospetti, dubbi ombre e per altri addirittura certezze di colpevolezza, su di un Sindaco, il Senatore Azzollini e un Dirigente Comunale, l'ing. Balducci. Ma ……. "il fatto non sussiste" e …. non sussisteva affatto!
Tutti i reati loro ascritti si erano prescritti già durante il processo di primo grado; tuttavia, sia il Senatore Antonio Azzollini (difeso dall'avv. Felice Petruzzella) che l'ing. Enzo Balducci (difeso dall'avv. Rinaldo Alvisi) non si erano avvalsi della prescrizione e si sono fatti giudicare, per non lasciare nessun dubbio ai posteri sulla loro correttezza ed onestà!
Assolti entrambi con formula piena sia in primo grado (v. sentenza n. 3004/2019 del 20/12/2019 depositata in cancelleria il 29/04/2020), che in appello (v. sentenza n. 1419/2024 del 22/03/2024 depositata in cancelleria il 19/07/2024) cui era ricorsa sia la Procura di Trani, che la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di appello di Bari, nonché, la Parte Civile, in persona del signor Matteo d'Ingeo, condannata a pagare le spese di causa.
"Il tempo è galantuomo", è vero: ha rivelato la verità e reso giustizia. Purtroppo, però, troppo tempo è passato da quella bufera mediatica che tanti danni ha prodotto alla città e alle persone ingiustamente accusate di reati che non avevano commesso. Rigettate tutte le accuse nei confronti di due galantuomini così certi della loro innocenza da aver rinunciato alla prescrizione. Tutte le accuse nei loro confronti sono cadute nel nulla nel primo come nel secondo grado in via definitiva.
Questa è la vera notizia dopo 11 anni!».