Mauro Amato, 96 anni, una grande passione: le opere liriche

Un amore che nasce negli anni di emigrazione in Argentina

mercoledì 4 settembre 2019
A cura di Rosanna Buzzerio
L'eco delle ultime note del "Va' pensiero" del Nabucco di Giuseppe Verdi sono ormai un piacevole ricordo, come un ricordo per la città di Molfetta sono le due "Serate Verdiane", inserite nel cartellone di Eventi Molfetta.

La musica, gli artisti in scena, impeccabili ed eleganti, altrettanto impeccabile ed elegante nel suo abito blu Mauro Amato, classe 1923, che ha da subito attirato la nostra attenzione, la prima serata nella Chiesa della Madonna della Rosa.

Un'eleganza che richiama altri tempi. Un'eleganza che parla di rispetto per il luogo, rispetto che oggi spesso manca. In quel momento si era a teatro, per questo il rigore dell'abito è d'obbligo.

La passione per la lirica di nonno Mauro nasce nel dopoguerra, quando è stato "costretto" per esigenze lavorative ad emigrare in Argentina.

In quella terra lontana la nostalgia dell'Italia, della famiglia, della terra natia era tanta, per colmare questo distacco ha incominciato a frequentare il Teatro Buenos Aires situato proprio nella zona centrale di Buenos Aires, «non un grande teatro», ci dice Mauro Amato, « uno di quelli di terza categoria, ma che avevano come programmazione le opere dei nostri artisti più famosi, Verdi, Rossini, Puccini e via dicendo.

Così domenica dopo domenica, ho capito che la lirica era la musica che mi piaceva. A poco a poco ho imparato il tema dell'opera, a distinguere il baritono dal tenore, il soprano dal mezzosoprano, insomma ho incominciato a capire le dinamiche delle opere. Infatti, quando sono rientrato in Italia (ndr dopo tre anni di permanenza in Argentina) ho incominciato a frequentare il "Petruzzelli".

Ho continuato a coltivare questa passione quando sono andato in pensione», ci racconta ancora Mauro Amato, «l'estate insieme a mia moglie andavamo in vacanza a Verona per vedere le opere all'Arena, quello che mi ha sempre affascinato di quel posto era il palco enorme, grande, che poteva ospitare delle scenografie bellissime».

Non ha un'opera preferita, fermo restando che «la marcia trionfale dell'Aida a Verona», ci dice ancora Mauro, «è un tripudio, è bellissima per le comparse in scena, i cavalli, i cantanti, l'orchestra, sono emozioni indescrivibili».

Da appassionato, e, oramai, da esperto: «la differenza per una buona riuscita di un'opera è fatta da chi cura la regia, le scenografie, dai cantanti, ma le opere di Verdi, di Rossini, di Puccini sono tutte meravigliose, ribadisco la differenza è fatta dai registi, scenografi e dai cantanti».

Della serata di venerdì non ha dubbi: «è stata un capolavoro, il coro, il Nabucco, l'orchestra con i fiati e gli archi, che non si trovano sempre».
Infine, ci dice di aver apprezzato l'organizzazione e la professionalità di tutti, dai cori ai cantanti, all'orchestra, ai maestri.

La storia di Mauro Amato ci insegna che la lirica non ha età, è solo passione, amore rispetto per il mondo del teatro e per il bel canto, e soprattutto non è una musica di élite.