Maturità, i giorni dell'orale. Dopo? Quasi tutti via da Molfetta
Giorni intensi nei licei e istituti cittadini. Ma il futuro è sempre più lontano dalla città
venerdì 30 giugno 2017
9.11
Gli esami di stato sono arrivati alle prove orali. Circa un migliaio i ragazzi coinvolti, tra i licei e gli istituti tecnici e professionali, in prevalenza provenienti dalle città limitrofe.
Dapprima l'esposizione di un argomento pluridisciplinare poi le domande dei commissari, esperti delle singole materie oggetto di studio nei cinque anni: questo l'ultimo scoglio da affrontare prima di arrivare all'agognato diploma.
Dopo, invece, che ne sarà?
Lo scenario è sempre più triste. Su un campione di dieci giovani, sette sono coloro che hanno rivelato di avere già la valigia pronta. Destinazione Milano (la più gettonata), Roma e poi Torino. Solo in tre quelli che resteranno nella loro città natìa, due per studiare presso l'Università di Bari e uno che, invece, lavorerà all'interno dell'attività di famiglia nell'ambito della ristorazione.
«Avrei anche potuto scegliere di restare qui ma mi spaventa l'assenza di prospettive. Così ho scelto di studiare al Politecnico di Torino perchè credo che dopo la laurea ci siano molti più sbocchi visto che è una zona più ricca», racconta Lucia.
«A Milano raggiungerò mio fratello che lavora dopo un importante master frequentato proprio lì. Lui ha studiato a Bari, dopo la laurea ha deciso di trasferirsi ma è stata dura. Io preferisco rompere prima il cordone ombelicale e poi, con quanto costa l'Università a Bari...», spiega Corrado.
«Io ho scelto di restare qui e forse sarò tra i pochi a farlo tra tutta la mia comitiva di amici. Voglio restare a Molfetta e studierò a Bari sia perchè non voglio staccarmi dai miei affetti sia perchè voglio mettermi alla prova qui, a casa mia dove sarà più difficile trovare sbocchi ma sono giovane e voglio avere speranza. Magari tra cinque anni, quando spero di laurearmi, la situazione sarà cambiata... Altrimenti mi sarò solo illuso e farò la valigia anche io ma a quel punto preferirei l'estero per una esperienza di vita assolutamente diversa», è il pensiero di Vito.
«Io ho studiato in questi cinque anni proprio per fare quello che inizierò a fare tra qualche giorno, cioè lavorare nell'attività di famiglia. Mi piace questa idea e credo che avrò molto da imparare dai miei genitori. Avrei potuto pure io andare fuori ma mi sono detto "perchè farlo se ho già qui la possibilità di lavorare?". Magari alla laurea ci penserò tra qualche anno, con calma dopo aver raggiunto anche una indipendenza economica», afferma Giovanni.
Questi alcuni pensieri dei giovani molfettesi. Tra le scelte delle facoltà, invece, dovrebbe continuare il trand che vede le discipline scientifiche e tecniche preferite rispetto a quelle umanistiche.
Dapprima l'esposizione di un argomento pluridisciplinare poi le domande dei commissari, esperti delle singole materie oggetto di studio nei cinque anni: questo l'ultimo scoglio da affrontare prima di arrivare all'agognato diploma.
Dopo, invece, che ne sarà?
Lo scenario è sempre più triste. Su un campione di dieci giovani, sette sono coloro che hanno rivelato di avere già la valigia pronta. Destinazione Milano (la più gettonata), Roma e poi Torino. Solo in tre quelli che resteranno nella loro città natìa, due per studiare presso l'Università di Bari e uno che, invece, lavorerà all'interno dell'attività di famiglia nell'ambito della ristorazione.
«Avrei anche potuto scegliere di restare qui ma mi spaventa l'assenza di prospettive. Così ho scelto di studiare al Politecnico di Torino perchè credo che dopo la laurea ci siano molti più sbocchi visto che è una zona più ricca», racconta Lucia.
«A Milano raggiungerò mio fratello che lavora dopo un importante master frequentato proprio lì. Lui ha studiato a Bari, dopo la laurea ha deciso di trasferirsi ma è stata dura. Io preferisco rompere prima il cordone ombelicale e poi, con quanto costa l'Università a Bari...», spiega Corrado.
«Io ho scelto di restare qui e forse sarò tra i pochi a farlo tra tutta la mia comitiva di amici. Voglio restare a Molfetta e studierò a Bari sia perchè non voglio staccarmi dai miei affetti sia perchè voglio mettermi alla prova qui, a casa mia dove sarà più difficile trovare sbocchi ma sono giovane e voglio avere speranza. Magari tra cinque anni, quando spero di laurearmi, la situazione sarà cambiata... Altrimenti mi sarò solo illuso e farò la valigia anche io ma a quel punto preferirei l'estero per una esperienza di vita assolutamente diversa», è il pensiero di Vito.
«Io ho studiato in questi cinque anni proprio per fare quello che inizierò a fare tra qualche giorno, cioè lavorare nell'attività di famiglia. Mi piace questa idea e credo che avrò molto da imparare dai miei genitori. Avrei potuto pure io andare fuori ma mi sono detto "perchè farlo se ho già qui la possibilità di lavorare?". Magari alla laurea ci penserò tra qualche anno, con calma dopo aver raggiunto anche una indipendenza economica», afferma Giovanni.
Questi alcuni pensieri dei giovani molfettesi. Tra le scelte delle facoltà, invece, dovrebbe continuare il trand che vede le discipline scientifiche e tecniche preferite rispetto a quelle umanistiche.