Mastropasqua: «Servizio sanitario sempre più in emergenza»
Acute le falle organizzative e strutturali nell'ospedale: è tempo di far emergere responsabilità istituzionali e di management
giovedì 28 aprile 2022
16.04
«Politici al vertice e dirigenti: svegliatevi! Il nostro ospedale, e tutto il sistema sanitario locale pubblico, è in codice rosso ma a nessuno importa. Non può esserci lassismo, su questo tema, in nessun momento della vita di una comunità».
Pietro Mastropasqua chiede l'urgente intervento degli organi regionali dopo quanto denunciato sulle pagine de "La Gazzetta del Mezzogiorno".
«Politici e dirigenti devono prendere seriamente in considerazione la questione dello stato del servizio medico e sanitario pubblico locale - continua l'avvocato - e in degrado a causa delle loro assurde scelte del governo regionale e dei manager. E' un loro dovere e una loro responsabilità rispetto alla quale non sono ammesse latitanze e continue distrazioni».
"La Gazzetta del Mezzogiorno" nell'articolo a firma di Matteo Diamante, ha dato spazio all'accorata testimonianza di una donna che, affetta da broncopolmonite e con la necessità di essere ricoverata, è stata "sistemata" in uno dei locali angusti del Pronto Soccorso.
Con lei altre persone, affette da diverse patologie, costrette non solo a impiegare un unico servizio sprovvisto dei pur minimi confort ma anche ad assistere alle cure prestate a quanti vi accedono in codice rosso.
«Il nostro ospedale è l'emblema - denuncia con convinzione Pietro Mastropasqua - di un fallimento politico e dirigenziale senza precedenti. L'intero sistema sanitario pubblico cittadino versa in una condizione di assoluta precarietà e indecenza. Al fronte e completamente soli, ci sono decine di professionisti che spendono le proprie energie per curare tutti nel miglior modo possibile e altrettanti pazienti angosciati dal proprio stato di salute e dal contesto in cui vengono curati».
«La testimonianza di questa donna è sconcertante - continua Pietro Mastropasqua - perché rappresenta la dimostrazione di una gestione decennale priva di programmazione tanto nell'organizzazione del servizio che in termini di risorse umane e professionali quanto in termini di infrastrutture, tecnologie e metodologie».
«E' il momento - conclude Pietro Mastropasqua - di andare oltre la mera propaganda che ha creato solo danni alla sanità cittadina cominciando a lavorare per una seria programmazione senza retorica. Rimettiamo al centro l'importanza del diritto alle cure: sull'ospedale, sulla salute e sul diritto al lavoro dei nostri medici, infermieri e operatori non ammettiamo più disattenzioni e latitanze».
Pietro Mastropasqua chiede l'urgente intervento degli organi regionali dopo quanto denunciato sulle pagine de "La Gazzetta del Mezzogiorno".
«Politici e dirigenti devono prendere seriamente in considerazione la questione dello stato del servizio medico e sanitario pubblico locale - continua l'avvocato - e in degrado a causa delle loro assurde scelte del governo regionale e dei manager. E' un loro dovere e una loro responsabilità rispetto alla quale non sono ammesse latitanze e continue distrazioni».
"La Gazzetta del Mezzogiorno" nell'articolo a firma di Matteo Diamante, ha dato spazio all'accorata testimonianza di una donna che, affetta da broncopolmonite e con la necessità di essere ricoverata, è stata "sistemata" in uno dei locali angusti del Pronto Soccorso.
Con lei altre persone, affette da diverse patologie, costrette non solo a impiegare un unico servizio sprovvisto dei pur minimi confort ma anche ad assistere alle cure prestate a quanti vi accedono in codice rosso.
«Il nostro ospedale è l'emblema - denuncia con convinzione Pietro Mastropasqua - di un fallimento politico e dirigenziale senza precedenti. L'intero sistema sanitario pubblico cittadino versa in una condizione di assoluta precarietà e indecenza. Al fronte e completamente soli, ci sono decine di professionisti che spendono le proprie energie per curare tutti nel miglior modo possibile e altrettanti pazienti angosciati dal proprio stato di salute e dal contesto in cui vengono curati».
«La testimonianza di questa donna è sconcertante - continua Pietro Mastropasqua - perché rappresenta la dimostrazione di una gestione decennale priva di programmazione tanto nell'organizzazione del servizio che in termini di risorse umane e professionali quanto in termini di infrastrutture, tecnologie e metodologie».
«E' il momento - conclude Pietro Mastropasqua - di andare oltre la mera propaganda che ha creato solo danni alla sanità cittadina cominciando a lavorare per una seria programmazione senza retorica. Rimettiamo al centro l'importanza del diritto alle cure: sull'ospedale, sulla salute e sul diritto al lavoro dei nostri medici, infermieri e operatori non ammettiamo più disattenzioni e latitanze».