Marta Pisani presenta il suo romanzo “Il diritto di scegliere”

La storia di una donna del suo matrimonio per procura, di emigrazione e di una Molfetta di altri tempi

lunedì 7 marzo 2022
A cura di Rosanna Buzzerio
Riprende la fervida attività culturale in città, e riprende soprattutto in presenza con la presentazione del libro di Marta Pisani, già assessore alla socialità e vice sindaco di Molfetta, oggi presidente del Tribunale dei diritti del malato, "Il diritto di scegliere" (Florestano Edizioni), svoltasi presso l'auditorium della Parrocchia Madonna della Rosa.

L'iniziativa è stata promossa dell'Associazione molfettesi nel mondo e dalla Commissione pari opportunità, rappresentate dalle presidenti Angela Amato e Giovanna Vista, con il patrocinio del Comune di Molfetta. Presente all'incontro il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, e l'assessore alle comunità molfettesi all'estero, Luisella De Pietro.

Non è per niente una casualità che entrambe queste due "associazioni" siano chiamate in causa dalla storia raccontata da Marta Pisani, che punta la sua attenzione su una donna, Lucrezia, e la sua iniziale scelta di sposarsi per procura un ragazzo che vive in Argentina, per aiutare la modesta famiglia molfettese. Quindi emigrare verso una terra straniera, una terra lontana.

Questa storia permette all'autrice di soffermarsi su uno spaccato della Molfetta del secondo dopoguerra, del ruolo della donna nella società di allora, creando interessanti spunti di riflessione non solo sulla città che oggi è diventata, ma anche sull'autodeterminazione delle donne in questi anni. E' un racconto storico, ma velato anche da tanta attualità. Passato e presente in alcuni casi si fondono e si confondono. Ieri era Lucrezia, oggi quella donna, quelle donne, hanno altri nomi, altre storie, ma la stessa voglia di un mondo migliore.

La presentazione de "Il diritto di scegliere" è stata affidata a Gianni Antonio Palumbo, docente presso l'Università degli studi di Foggia, che ha molto apprezzato lo stile narrativo dell'autrice, breve e coinciso e allo stesso tempo pregno di un fascino narrativo incisivo e ricco di forza espressiva. E' un lungo racconto, un romanzo, che accanto alla storia principale di Lucrezia vive di tante altre microstorie, regalando al lettore uno spaccato di una Molfetta diversa, di altri tempi potremmo dire, fatta di riti, come quello del pane fatto in casa, e di tradizioni, come la questione della dote, "motore della narrazione", ma anche caposaldo della Molfetta di allora e non solo della nostra città.

Dicevamo, è la storia di Lucrezia, ma anche la storia nella storia, perché Marta Pisani per la redazione del suo libro ha fatto delle ricerche storiche, seguendo i testi di Gaetano Salvemini, di Tommaso Fiore, di Giuseppe Di Vittorio, ma ha anche cercato il supporto fotografico della Molfetta di allora. Un supporto che Marta Pisani con l'aiuto di Franco Pansini ha fatto vivere al pubblico presente attraverso una meravigliosa videoproiezione. Le paranze, via Dante di allora, gli emigranti, i matrimoni, il rito del pane. Un piccolo quadro della Molfetta che era.

Non la classica presentazione di un libro, non il classico reading, ma Zoe Defronzo, Pantaleo Annese e la chitarra di Vito Vilardi, hanno trasportato il pubblico nella Molfetta descritta nel suo libro dall'autrice.

Hanno presentato Lucrezia, hanno fatto sentire i presenti, insieme alla protagonista, su quella nave che la porta verso una terra lontana, verso il suo nuovo destino. E in questo viaggio Lucrezia raccoglie le storie degli altri emigranti, come quella dell'almalfitano Gaetano, che diventa un momento magico per il pubblico presente, che viene coinvolto con la voce e il canto di Pantaleo Annese e la chitarra di Vito Vilardi. Si era lì su quella nave, insieme a Lucrezia, insieme a Gaetano, insieme alle tante persone che hanno lasciato la propria patria per nuove opportunità. Si respirava anche l'amore di Lucrezia per un ufficiale di bordo, la sua voglia di libertà e di scegliere il proprio destino.

Il messaggio del libro, come ha detto Marta Pisani, «è il diritto ad un futuro migliore e di pace visto i tempi». L'autrice coglie l'occasione anche per proporre di creare una "casa della memoria dell'emigrazione", perché nella sua ricerca non ha trovato molto materiale sulla nostra città.

E' una storia di ieri, che ha un forte attacco all'oggi, all'attualità dei nostri giorni dei nostri tempi.