Madonna dei Martiri, il rettore della Basilica denuncia il degrado
Ad oggi solo promesse di propaganda politica?
lunedì 5 maggio 2014
8.06
È ormai una situazione insostenibile quella del quartiere Madonna dei Martiri. Lo scorso mese i residenti avevano denunciato il degrado della zona, in particolare la fatiscenza delle palazzine dello IACP. Questa volta è il rettore della comunità dai frati francescani della Basilica, padre Pio, che ha nuovamente segnalato la penosa situazione di abbandono in cui versa il quartiere, uno dei cuori pulsanti della tradizione religiosa molfettese.
«Una volta sul sagrato, gli occhi del visitatore non possono non soffermarsi sul territorio che circonda la Basilica e valutarne il degrado sempre più crescente che lo caratterizza - ha spiegato a MolfettaViva padre Pio con molto rammarico -. Quartiere alveare dove l'unica strada di accesso è impercorribile per la presenza di asfalto divelto e sconnesso e buche larghe quanto pantani, alberelli non potati da decenni più, simili a spettri che fanno compagnia a chi percorre il Viale dei Crociati, cassonetti dell'immondizia posizionati in bella vista proprio di fronte alla Basilica, giardino in cui svetta la grande scultura di Padre Martini a fare da sentinella ad aiuole ricettacolo di escrementi e liquidi fisiologici che danno forza, per incuria accumulatasi nel tempo, a particolari effluvi che l'odorato percepisce quasi come caratteristica del posto».
Anche il rettore ha evidenziato la pericolosità del muretto che fronteggia la Basilica per la presenza di ferri arrugginiti che fuoriescono dal corpo di cemento ormai disgregato. «A far poi da spartiacque tra la spiaggia e l'asfalto c'è un muretto perimetrale corroso dalla salsedine e mezzo crollato da cui fuoriescono sbarre di ferro arrugginite di cui non sempre si ha la consapevolezza soprattutto da parte dei bambini e che sono forieri di ferimenti più o meno gravi Per non parlare poi del rischio che corrono coloro che stazionano sopra o sotto il muretto perimetrale vicino a cedere - ha aggiunto padre Pio -. Né un aiuto può venire dall'illuminazione assolutamente insufficiente per un luogo sacro così importante e degno di essere visto per quanto è possibile da parte del paese».
Infine, l'inclemenza del tempo «che rovescia più volte all'anno lungo il viale tanti metri cubi di pioggia che, non avendo un buon deflusso verso il mare, stazionano impedendo una sicura circolazione delle auto costrette a galleggiare e aumentando il tasso di umidità già tanto elevato, come sanno i fedeli che ogni sera frequentano la Basilica».
Già l'assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Abbattista, aveva ribadito a MolfettaViva che «il contenzioso è stato risolto e gli ultimi relativi alla riqualificazione del rione sono stati superati». A quanto pare, il prossimo 8 maggio infatti, sarà ufficialmente formalizzato l'accordo con il consorzio dei proprietari dei suoli di quella zona.
I residenti sono, però, stanchi di attendere i tempi della politica e della burocrazia. Il malcontento cresce giorno dopo giorno, misto anche a una rassegnazione che ormai sembra aver intaccato la speranza dei cittadini, come conferma lo stesso padre Pio. «Non sono mancate promesse e proposte di progetti, ma per inconvenienti di varia natura finora nulla di positivo è stato realizzato. Non si può continuare a sentirsi cittadini di serie C, così come si definiscono gli abitanti del quartiere. La cittadinanza deve attenzionarsi proprio su coloro che chiedono aiuto nei bisogni e nei diritti - ha ribadito padre Pio -. Nel quartiere non ci sono né negozi, né scuole, né palestre, né luoghi di aggregazione, solo la Basilica che, per quanto può, viene incontro ad alleviare qualche bisogno».
Se per la riqualificazione della zona bisognerà attendere i tempi biblici della burocrazia regionale e comunale, almeno una pulizia dell'area potrebbe essere realizzata, in particolare nelle aree di maggiore fruizione (nell'Ospedaletto dei Crociati, sui marciapiedi e a ridosso della battigia). Sarebbe urgente, però, la sistemazione del muretto.
«Gli abitanti del quartiere assistono impotenti da anni a questo degrado e, se ci sono stati appelli alle scorse amministrazioni comunali, gran parte di essi è caduta nel vuoto. Non rimane che la speranza di veder circolare per le strade del quartiere in questo nuovo anno qualche amministratore di recente nomina ad ispezionare la situazione attuale, ad interrogare qualche abitante, a visitare qualche palazzina, a dialogare con i Frati Minori, perché i prossimi appuntamenti dedicati alla Madonna dei Martiri, come la festa du Tremelizze, l'Assunzione e la grande novena e festa di settembre, possano svolgersi in un ambiente curato, decoroso, degno del nome che porta - ha concluso padre Pio -. Un'amministrazione politica che, attraverso i tanti proclami pubblicizzati dai mass-media, dichiara di aver a cuore l'aspetto urbanistico di Molfetta, di volerne valorizzare risorse e potenzialità e soprattutto di essere vicina ai poveri, non può permettersi di ignorare la zona più povera perché, a cominciare da quella, si evincono la sua credibilità e la sua vitalità».
«Una volta sul sagrato, gli occhi del visitatore non possono non soffermarsi sul territorio che circonda la Basilica e valutarne il degrado sempre più crescente che lo caratterizza - ha spiegato a MolfettaViva padre Pio con molto rammarico -. Quartiere alveare dove l'unica strada di accesso è impercorribile per la presenza di asfalto divelto e sconnesso e buche larghe quanto pantani, alberelli non potati da decenni più, simili a spettri che fanno compagnia a chi percorre il Viale dei Crociati, cassonetti dell'immondizia posizionati in bella vista proprio di fronte alla Basilica, giardino in cui svetta la grande scultura di Padre Martini a fare da sentinella ad aiuole ricettacolo di escrementi e liquidi fisiologici che danno forza, per incuria accumulatasi nel tempo, a particolari effluvi che l'odorato percepisce quasi come caratteristica del posto».
Anche il rettore ha evidenziato la pericolosità del muretto che fronteggia la Basilica per la presenza di ferri arrugginiti che fuoriescono dal corpo di cemento ormai disgregato. «A far poi da spartiacque tra la spiaggia e l'asfalto c'è un muretto perimetrale corroso dalla salsedine e mezzo crollato da cui fuoriescono sbarre di ferro arrugginite di cui non sempre si ha la consapevolezza soprattutto da parte dei bambini e che sono forieri di ferimenti più o meno gravi Per non parlare poi del rischio che corrono coloro che stazionano sopra o sotto il muretto perimetrale vicino a cedere - ha aggiunto padre Pio -. Né un aiuto può venire dall'illuminazione assolutamente insufficiente per un luogo sacro così importante e degno di essere visto per quanto è possibile da parte del paese».
Infine, l'inclemenza del tempo «che rovescia più volte all'anno lungo il viale tanti metri cubi di pioggia che, non avendo un buon deflusso verso il mare, stazionano impedendo una sicura circolazione delle auto costrette a galleggiare e aumentando il tasso di umidità già tanto elevato, come sanno i fedeli che ogni sera frequentano la Basilica».
Già l'assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Abbattista, aveva ribadito a MolfettaViva che «il contenzioso è stato risolto e gli ultimi relativi alla riqualificazione del rione sono stati superati». A quanto pare, il prossimo 8 maggio infatti, sarà ufficialmente formalizzato l'accordo con il consorzio dei proprietari dei suoli di quella zona.
I residenti sono, però, stanchi di attendere i tempi della politica e della burocrazia. Il malcontento cresce giorno dopo giorno, misto anche a una rassegnazione che ormai sembra aver intaccato la speranza dei cittadini, come conferma lo stesso padre Pio. «Non sono mancate promesse e proposte di progetti, ma per inconvenienti di varia natura finora nulla di positivo è stato realizzato. Non si può continuare a sentirsi cittadini di serie C, così come si definiscono gli abitanti del quartiere. La cittadinanza deve attenzionarsi proprio su coloro che chiedono aiuto nei bisogni e nei diritti - ha ribadito padre Pio -. Nel quartiere non ci sono né negozi, né scuole, né palestre, né luoghi di aggregazione, solo la Basilica che, per quanto può, viene incontro ad alleviare qualche bisogno».
Se per la riqualificazione della zona bisognerà attendere i tempi biblici della burocrazia regionale e comunale, almeno una pulizia dell'area potrebbe essere realizzata, in particolare nelle aree di maggiore fruizione (nell'Ospedaletto dei Crociati, sui marciapiedi e a ridosso della battigia). Sarebbe urgente, però, la sistemazione del muretto.
«Gli abitanti del quartiere assistono impotenti da anni a questo degrado e, se ci sono stati appelli alle scorse amministrazioni comunali, gran parte di essi è caduta nel vuoto. Non rimane che la speranza di veder circolare per le strade del quartiere in questo nuovo anno qualche amministratore di recente nomina ad ispezionare la situazione attuale, ad interrogare qualche abitante, a visitare qualche palazzina, a dialogare con i Frati Minori, perché i prossimi appuntamenti dedicati alla Madonna dei Martiri, come la festa du Tremelizze, l'Assunzione e la grande novena e festa di settembre, possano svolgersi in un ambiente curato, decoroso, degno del nome che porta - ha concluso padre Pio -. Un'amministrazione politica che, attraverso i tanti proclami pubblicizzati dai mass-media, dichiara di aver a cuore l'aspetto urbanistico di Molfetta, di volerne valorizzare risorse e potenzialità e soprattutto di essere vicina ai poveri, non può permettersi di ignorare la zona più povera perché, a cominciare da quella, si evincono la sua credibilità e la sua vitalità».