Lungo le vie dei pellegrini
Un itinerario musicale percorrendo la “Via Francigena del sud”
domenica 18 ottobre 2015
La "Via Francigena del sud" quel reticolo di sentieri che univa idealmente Roma con Gerusalemme attraversando le regioni del Meridione d'Italia. Vie percorse da migliaia di pellegrini, soprattutto nei periodi delle Crociate, ma ancora oggi qualcuno sceglie quei percorsi, che, al ritmo del loro respiro e ascoltando il battito del proprio cuore, si fermavano per le soste in "hospitali" e monasteri, luoghi sempre vicini a luoghi di culto, dove incontravano altri pellegrini e dove sono nati canti dal carattere sacro, che narravano di miracoli e santi ma anche di amori perduti e ritrovati.
E tra i pellegrini moderno, quelli del terzo millennio, c'è Giovannangelo De Gennaro, musicista e ricercatore, ritenuto non solo in Puglia, un esperto di musica antica. De Gennaro ha voluto seguire un suo progetto: ripercorrere quella parte della "Via Francigena del sud" che dal Gargano si spinge fino al capo di Santa Maria di Leuca. Per ricercare l'essenza di quelle musiche e di quei canti, che in questi giorni sta riproponendo in una sorta di nuovo pellegrinaggio, fermandosi a suonare al tramonto, in piccole sale o chiese poco conosciute.
Canti studiati e interpretati leggendo gli spartiti originali, che saranno eseguiti in lingua originale. In provenzale, in spagnolo antico, e naturalmente in italiano. Con l'idea della condivisione, che poi è l'essenza del pellegrinaggio. Infatti De Gennaro di volta in volta si esibisce con altri musicisti, sempre diversi e sempre "reclutati" nei luoghi dove sosta. Ieri il suo cammino si è fermato a Giovinazzo, nella sala San Felice, dove ha suonato con Nicola Nesta, Shannon Anderson, Caterina Nesta e Pippo D'Ambrosio. «Mi sveglio all'alba – ha affermato – ringrazio. Mi metto in cammino e al tramonto suono». Così il pluristrumentista molfettese scandisce le giornate delle sue 23 tappe che lo riporteranno alla punta estrema del Tacco d'Italia, a "Finibus terrae", lì dove la terra finisce.
I suoi "Passi sonori", questo il titolo del progetto, sono comunque in divenire, come del resto sono tutti i pellegrinaggi. Potrebbe arricchirsi di nuove tappe, di nuove esibizioni, di nuovi incontri. «Camminare è una attività semplice – ha commentato De Gennaro – del resto ho già percorso per due volte il "Cammino di Santiago" da dove ho tratto ispirazioni e idee». Ma lo scopo è anche quello di voler dare dignità alla "Via Francigena del sud", meno famosa del tratto che dalla Francia scende fino a Roma attraversando per esempio la Toscana. Tentando di dare stimolo a una rete di luoghi di accoglienza per i pellegrini, per lo sviluppo di un turismo diverso e a costo zero per le comunità. Ma anche per riassaporare la lentezza del viaggio, quella lentezza che fa contemplare i luoghi attraversati e la natura, che fa incontrare persone diverse, che riempie di suoni le giornate.
Quei suoni che De Gennaro predilige e che propone come linguaggio universale. Perché la musica è universale ovunque si legge alla stessa maniera.
E tra i pellegrini moderno, quelli del terzo millennio, c'è Giovannangelo De Gennaro, musicista e ricercatore, ritenuto non solo in Puglia, un esperto di musica antica. De Gennaro ha voluto seguire un suo progetto: ripercorrere quella parte della "Via Francigena del sud" che dal Gargano si spinge fino al capo di Santa Maria di Leuca. Per ricercare l'essenza di quelle musiche e di quei canti, che in questi giorni sta riproponendo in una sorta di nuovo pellegrinaggio, fermandosi a suonare al tramonto, in piccole sale o chiese poco conosciute.
Canti studiati e interpretati leggendo gli spartiti originali, che saranno eseguiti in lingua originale. In provenzale, in spagnolo antico, e naturalmente in italiano. Con l'idea della condivisione, che poi è l'essenza del pellegrinaggio. Infatti De Gennaro di volta in volta si esibisce con altri musicisti, sempre diversi e sempre "reclutati" nei luoghi dove sosta. Ieri il suo cammino si è fermato a Giovinazzo, nella sala San Felice, dove ha suonato con Nicola Nesta, Shannon Anderson, Caterina Nesta e Pippo D'Ambrosio. «Mi sveglio all'alba – ha affermato – ringrazio. Mi metto in cammino e al tramonto suono». Così il pluristrumentista molfettese scandisce le giornate delle sue 23 tappe che lo riporteranno alla punta estrema del Tacco d'Italia, a "Finibus terrae", lì dove la terra finisce.
I suoi "Passi sonori", questo il titolo del progetto, sono comunque in divenire, come del resto sono tutti i pellegrinaggi. Potrebbe arricchirsi di nuove tappe, di nuove esibizioni, di nuovi incontri. «Camminare è una attività semplice – ha commentato De Gennaro – del resto ho già percorso per due volte il "Cammino di Santiago" da dove ho tratto ispirazioni e idee». Ma lo scopo è anche quello di voler dare dignità alla "Via Francigena del sud", meno famosa del tratto che dalla Francia scende fino a Roma attraversando per esempio la Toscana. Tentando di dare stimolo a una rete di luoghi di accoglienza per i pellegrini, per lo sviluppo di un turismo diverso e a costo zero per le comunità. Ma anche per riassaporare la lentezza del viaggio, quella lentezza che fa contemplare i luoghi attraversati e la natura, che fa incontrare persone diverse, che riempie di suoni le giornate.
Quei suoni che De Gennaro predilige e che propone come linguaggio universale. Perché la musica è universale ovunque si legge alla stessa maniera.