Lo spaccio in città, Carabinieri a caccia di pusher: già 8 arresti
Negli anni '90 era il market della droga. Il duro lavoro dell'Arma ha portato frutti, ma il problema non è ancora risolto
martedì 2 giugno 2020
Durante il lockdown c'è stato un settore che non ha conosciuto la parola crisi: è stato quello della domanda di droga a Molfetta. E che il calo degli affari non ci sia stato lo dicono i numeri: i Carabinieri hanno arrestato per spaccio 4 persone da marzo ad oggi, su un totale di 8 dall'inizio dell'anno.
Quella combattuta dai militari del capitano Francesco Iodice è una lotta che si basa su piccoli e grandi successi. Sulle tracce dei pusher di Molfetta, in una città, in cui, negli anni '90, si smerciava droga di ottima qualità a fronte di prezzi competitivi. A distanza di 25 anni dalle operazioni "Primavera" (aprile 1994) e "Reset" (ottobre 1996) a stanare gli spacciatori ci sono sempre loro, gli uomini in borghese della Sezione Operativa. E lo spaccio di droga è il loro nemico.
Non hanno orari, non hanno famiglie, molti però non sono più giovani. C'è poi Domenico Mastromauro, il sottotenente che li coordina. Dalle prime luci dell'alba al calar della sera sino a notte fonda, persino quando non sono in servizio, i militari battono palmo a palmo la città. Basta un'occhiata, l'ombra di un pusher che solo loro sanno riconoscere, per vederli scattare. Non sarebbero riusciti altrimenti, dall'inizio del 2020, ad arrestare qualcosa come 8 persone.
I controlli e le perquisizioni dei Carabinieri si ripetono, come un rito, ogni giorno. Dei veri e propri blitz a caccia di spacciatori di droga. È questa la battaglia che ogni giorno l'Arma porta avanti. La loro tattica, affinata sulla strada, è diventata un marchio di fabbrica. Ad insospettirli, a volte, ci sono i segni di nervosismo dei fermati, quelli che, il 17 gennaio ad esempio, hanno consentito di arrestare un pusher e di sequestrargli oltre 300 grammi di marijuana.
Prima di tutto, però, c'è la conoscenza. Il territorio, i volti, i movimenti, le aree calde: l'8 febbraio, in una sala giochi, i Carabinieri si sono mescolati agli avventori e hanno preso un giovane con 15 grammi di marijuana. Ma ci sono anche lo studio dell'obiettivo, gli appostamenti e l'infiltrazione. I militari della Sezione Operativa sanno diventare invisibili: lo sanno bene due fidanzati, arrestati il 18 febbraio nella propria casa. Nel loro nido d'amore 60 grammi di marijuana.
Ma c'è anche chi ha violato le norme del decreto sul Coronavirus per spacciare: era il 17 marzo e a casa di una donna fermata per un controllo, oltre a 76 grammi di marijuana, i Carabinieri hanno recuperato pure 1.805 euro. Erba, ma non solo. Nel box di un uomo, il 30 marzo, i militari non hanno solo scoperto marijuana (75 grammi), ma anche 5 grammi di cocaina, mentre 30 grammi di eroina sono stati trovati il 24 aprile: anche in questo caso un pusher è finito al gabbio.
Insomma, i militari della locale Compagnia sorvegliano le zone dello spaccio senza sosta, mettendo un freno al business della malavita. L'ultimo arresto, in ordine di tempo, è del 23 maggio: in un sottano i militari hanno trovato 21 grammi di cocaina e 230 di marijuana, arrestando un giovane dopo aver seguito i movimenti di una ragazza. Come gli squali, appunto: prima girano attorno alla preda, poi attaccano, con il supporto dei Carabinieri dell'Aliquota Radiomobile.
Dall'inizio dell'anno i Carabinieri hanno anche denunciato 4 persone (anche chi pedalava con la droga nei calzini, nda) e sequestrato - a carico di ignoti - svariate quantità di cocaina, eroina e marijuana rinvenute in alcuni anfratti ricavati in un muro. Già noti, ma anche incensurati. Tutti indipendenti, battitori liberi, anarchici dello spaccio che hanno trovato un modo di approvvigionarsi - principalmente dalla vicina Bisceglie - al di fuori di organizzazioni, clan e famiglie.
Insomma, in questi primi 5 mesi - fra arresti in flagranza e riprese con le telecamere, le principali armi utilizzate dagli investigatori - di vittorie ne sono arrivate per questo gruppo di uomini specializzato nella lotta allo spaccio di stupefacenti. Il loro è uno sforzo quotidiano, un'opera certosina, ma la guerra si vince un pezzo alla volta. Per questo i Carabinieri della locale Compagnia continueranno ad esercitare una pressione costante che darà risultati importanti.
La strategia della Sezione Operativa ha portato i suoi frutti, ma il problema non è risolto. Il lavoro delle forze dell'ordine è necessario, ma non è sufficiente. Anche perché l'azione repressiva non basta: servono pene certe e interventi rieducativi. Altrimenti chi viene preso a spacciare tornerà ben presto a farlo.
Quella combattuta dai militari del capitano Francesco Iodice è una lotta che si basa su piccoli e grandi successi. Sulle tracce dei pusher di Molfetta, in una città, in cui, negli anni '90, si smerciava droga di ottima qualità a fronte di prezzi competitivi. A distanza di 25 anni dalle operazioni "Primavera" (aprile 1994) e "Reset" (ottobre 1996) a stanare gli spacciatori ci sono sempre loro, gli uomini in borghese della Sezione Operativa. E lo spaccio di droga è il loro nemico.
Non hanno orari, non hanno famiglie, molti però non sono più giovani. C'è poi Domenico Mastromauro, il sottotenente che li coordina. Dalle prime luci dell'alba al calar della sera sino a notte fonda, persino quando non sono in servizio, i militari battono palmo a palmo la città. Basta un'occhiata, l'ombra di un pusher che solo loro sanno riconoscere, per vederli scattare. Non sarebbero riusciti altrimenti, dall'inizio del 2020, ad arrestare qualcosa come 8 persone.
I controlli e le perquisizioni dei Carabinieri si ripetono, come un rito, ogni giorno. Dei veri e propri blitz a caccia di spacciatori di droga. È questa la battaglia che ogni giorno l'Arma porta avanti. La loro tattica, affinata sulla strada, è diventata un marchio di fabbrica. Ad insospettirli, a volte, ci sono i segni di nervosismo dei fermati, quelli che, il 17 gennaio ad esempio, hanno consentito di arrestare un pusher e di sequestrargli oltre 300 grammi di marijuana.
Prima di tutto, però, c'è la conoscenza. Il territorio, i volti, i movimenti, le aree calde: l'8 febbraio, in una sala giochi, i Carabinieri si sono mescolati agli avventori e hanno preso un giovane con 15 grammi di marijuana. Ma ci sono anche lo studio dell'obiettivo, gli appostamenti e l'infiltrazione. I militari della Sezione Operativa sanno diventare invisibili: lo sanno bene due fidanzati, arrestati il 18 febbraio nella propria casa. Nel loro nido d'amore 60 grammi di marijuana.
Ma c'è anche chi ha violato le norme del decreto sul Coronavirus per spacciare: era il 17 marzo e a casa di una donna fermata per un controllo, oltre a 76 grammi di marijuana, i Carabinieri hanno recuperato pure 1.805 euro. Erba, ma non solo. Nel box di un uomo, il 30 marzo, i militari non hanno solo scoperto marijuana (75 grammi), ma anche 5 grammi di cocaina, mentre 30 grammi di eroina sono stati trovati il 24 aprile: anche in questo caso un pusher è finito al gabbio.
Insomma, i militari della locale Compagnia sorvegliano le zone dello spaccio senza sosta, mettendo un freno al business della malavita. L'ultimo arresto, in ordine di tempo, è del 23 maggio: in un sottano i militari hanno trovato 21 grammi di cocaina e 230 di marijuana, arrestando un giovane dopo aver seguito i movimenti di una ragazza. Come gli squali, appunto: prima girano attorno alla preda, poi attaccano, con il supporto dei Carabinieri dell'Aliquota Radiomobile.
Dall'inizio dell'anno i Carabinieri hanno anche denunciato 4 persone (anche chi pedalava con la droga nei calzini, nda) e sequestrato - a carico di ignoti - svariate quantità di cocaina, eroina e marijuana rinvenute in alcuni anfratti ricavati in un muro. Già noti, ma anche incensurati. Tutti indipendenti, battitori liberi, anarchici dello spaccio che hanno trovato un modo di approvvigionarsi - principalmente dalla vicina Bisceglie - al di fuori di organizzazioni, clan e famiglie.
Insomma, in questi primi 5 mesi - fra arresti in flagranza e riprese con le telecamere, le principali armi utilizzate dagli investigatori - di vittorie ne sono arrivate per questo gruppo di uomini specializzato nella lotta allo spaccio di stupefacenti. Il loro è uno sforzo quotidiano, un'opera certosina, ma la guerra si vince un pezzo alla volta. Per questo i Carabinieri della locale Compagnia continueranno ad esercitare una pressione costante che darà risultati importanti.
La strategia della Sezione Operativa ha portato i suoi frutti, ma il problema non è risolto. Il lavoro delle forze dell'ordine è necessario, ma non è sufficiente. Anche perché l'azione repressiva non basta: servono pene certe e interventi rieducativi. Altrimenti chi viene preso a spacciare tornerà ben presto a farlo.